Il caso

«I soldati russi tornati dal fronte continuano a uccidere e a mutilare in patria»

Un'inchiesta del quotidiano indipendente Verstka mostra come detenuti che hanno ottenuto l'amnistia per essere andati a combattere in Ucraina abbiano ucciso almeno 107 persone e ne abbiano ferite gravemente almeno altre 100
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Red. Online
26.04.2024 11:00

«Vittime collaterali». Così titola un'inchiesta del quotidiano indipendente Verstka basata su resoconti dei media e documenti giudiziari secondo cui i soldati russi, una volta tornati dall'Ucraina, avrebbero ucciso almeno 107 persone ferendone altre cento. Non solo le uccisioni nei lunghi mesi di guerra, quindi. Secondo la testata i militari tornati dal fronte hanno commesso almeno 84 crimini mortali: 55 omicidi (76 vittime); 18 casi di lesioni personali gravi che hanno provocato la morte di 18 persone; 9 violazioni stradali che hanno provocato la morte di 11 persone; due istigazioni all'uso di stupefacenti che hanno ucciso due minorenni. «I partecipanti alla guerra tornati dall'Ucraina in Russia continuano le loro azioni di “combattimento” nella vita civile».

La maggior parte dei soldati responsabili di questi crimini – le cui vittime vivono nella 64. regione della Federazione Russa e nella non riconosciuta Ossezia del Sud – sono stati reclutati dal carcere e hanno ottenuto l'amnistia per essere andati in guerra. Altri erano soldati volontari a contratto o militari regolari. Di questi, alcuni erano già recidivi prima di andare in guerra.

Il calcolo dei giornalisti di Verstka ha preso in considerazione le informazioni sui crimini provenienti da resoconti dei media e trovate negli atti giudiziari russi. Allo stesso tempo, non sono stati presi in considerazione i reati in cui non è stato possibile trovare conferma della partecipazione dell'indagato o imputato all'«operazione speciale in Ucraina», come, ad esempio, il crimine di un militare che ha sparato alla moglie a Petrozavodsk, o la violazione del codice della strada da parte di una guardia russa che ha investito madre e figlio a Makhachkala.

Ovviamente il numero dei crimini è probabilmente maggiore di quello che Verstka è riuscita a rilevare. I tribunali non pubblicano tutte le sentenze e nelle loro decisioni non sempre indicano la grazia ricevuta dall'imputato o la sua partecipazione alla guerra in Ucraina. Spesso né le agenzie governative né i media riportano il background di «combattente» dei criminali, e i crimini passano come «ordinari».

«La maggior parte dei reati ha motivazioni domestiche o si verifica a causa del consumo di alcol. In più della metà dei casi, alcol e droghe sono apparsi nelle sentenze», si legge ancora sul quotidiano indipendente. «Non ci sono dettagli su ciò che ha causato liti e conflitti poi degenerati, ma stando ai casi noti, la causa di tali reazioni "improvvise" potrebbero essere gli insulti personali inflitti ai partecipanti alla guerra, insulti ai loro parenti o parole spiacevoli sull"operazione speciale". Dopo una disputa sull'"operazione in Ucraina" e la derisione dei militari, A.R., graziato, ha ucciso un suo conoscente in un parco giochi nella regione di Mosca. L'uomo è stato ferito all'arteria carotide e, mentre stava morendo, il wagneriano è andato a prendere le sigarette ed è tornato sulla scena del crimine. Mentre aspettava la polizia, ha parlato con un bambino che in quel momento si trovava anche lui nel parco giochi. Per questo omicidio ha ricevuto una condanna a 10 anni in una colonia a regime speciale».

Delle 134 sentenze pubblicate e analizzate da Verstka, solo per un terzo dei soldati andati al fronte in Ucraina questa circostanza non è stata considerata come attenuante. Inoltre, in 42 casi, i tribunali hanno preso in considerazione il «comportamento illegale delle vittime» come attenuante nella sentenza. Allo stesso tempo, i giudici ignorano quasi allo stesso modo l’alcol come circostanza aggravante. Sia per i graziati che per il personale militare è stato preso in considerazione solo in un terzo dei casi. Così, nelle 53 sentenze di ex detenuti graziati che Verstka ha potuto visionare, la corte ha preso in considerazione l'intossicazione da alcol o droghe solo in 10 casi, mentre in altri 28 casi l'ha ignorata. Su 81 condanne a militari e soldati volontari, l'alcol è stato preso in considerazione come aggravante solo in 9 casi, mentre non è stato preso in considerazione in 24 casi.

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