Il commento

Lara Gut-Behrami, l'intelligenza e la tattica di una grande campionessa

Dalla prima generale di Coppa alla seconda, appena blindata, sono trascorsi otto anni – In mezzo un alternarsi di incubi ed exploit
Raffaele Soldati
17.03.2024 16:30

Quello che auspicavamo è successo. Trentasei anni dopo l’exploit di Pirmin Zurbriggen e Michela Figini, la Svizzera è tornata a festeggiare la conquista dei due grandi globi di cristallo. Le Coppe del mondo sono finite nelle mani di Marco Odermatt e Lara Gut-Behrami. Con tutti i problemi con i quali lo sci alpino deve fare i conti – inverni matti, rinvii per mancanza di neve o per precipitazioni esagerate – la stagione è davvero da incorniciare. La ticinese e il nidvaldese hanno regalato a sé stessi e a tutti noi momenti magici. Lo hanno fatto in modi diversi con le peculiarità dei loro stili e dei loro caratteri: riflessiva ed introversa la prima, estroverso e coinvolgente il secondo. Un’impressionante regolarità nel rendimento agonistico per entrambi. Le vittorie e i podi ottenuti sono lì a dimostrarlo.

Non tutto, bisogna dirlo, è stato scontato. «Odi» e Lara hanno inseguito e raggiunto i loro obiettivi seguendo percorsi diversi. Il fenomeno nidvaldese, che sognava l’en plein in gigante - dieci gare e dieci successi – ha mancato l’ultimo appuntamento, quello delle finali di Saalbach. Un’eliminazione inattesa che, per certi versi, lo rende ancora più simpatico e umano. Se è difficile evitare l’iperbole quando si parla o si scrive di Odermatt, un discorso analogo va fatto per la bionda di Comano. Dal suo debutto a sedici anni con la nazionale, Lara ha bruciato le tappe. Oggi che di anni ne ha trentadue, si ritrova a festeggiare la sua seconda coppa di cristallo generale emulando la stessa Figini che aveva realizzato l’impresa negli anni Ottanta. E, dopo una gara tattica nell’ultima gara tra le porte larghe, ha aggiunto al suo palmares anche il primo globo del gigante. Già quando Lara conquistò il suo primo grande globo, nel marzo del 2016, si parlò del trionfo di una ragazza matura e vincente. Per conquistare più trofei sull’arco di una stagione bisogna essere costanti. E Lara lo è stata. Non basta indovinare una prova in un giorno speciale. Ad inizio stagione, nell’ottobre scorso, la ticinese non si era prefissata obiettivi speciali. Aveva tenuto un profilo basso, sottolineando però che si sentiva in forma e che avrebbe tanto desiderato lasciarsi sorprendere. Missione compiuta. E che sorpresa.

Se all’inizio di carriera era stata la famiglia a sostenerla a tutti gli effetti, quasi fosse uno scrigno protettivo, con il passare del tempo Lara ha acquisito più indipendenza e ha rafforzato la sua personalità. Ricordiamo come fosse ieri il suo primo podio in Coppa del mondo nel febbraio del 2008 a St. Moritz. Partita con il pettorale numero 32 - una curiosa analogia con la sua attuale età – cadde prima del traguardo e concluse al terzo posto. Proprio sulla pista engadinese, nel dicembre dello stesso anno - la stagione era quella successiva - arrivò il suo primo successo. A 17 anni e 8 mesi diventò l’atleta più giovane a firmare un superG. Il suo destino era già segnato.

Dalla prima generale di Coppa alla seconda sono trascorsi otto anni. In mezzo un alternarsi di incubi ed exploit. Tra gli atout di Lara Gut-Behrami c’è naturalmente il carattere combattivo, che con il passare degli anni si è un po’ attenuato. A contraddistinguere la nostra campionessa è stata in particolare la capacità di evolvere, di correggersi, di migliorarsi e di lavorare sulla tecnica, soprattutto in gigante. Da parte dei dirigenti di Swiss-Ski si è rafforzato anche il rapporto di stima per una campionessa non sempre «politicamente corretta». Ma ai grandi campioni si possono, anzi si devono, perdonare anche certi atteggiamenti non sempre in linea con il fair-play e a volte sopra le righe. Lara ha scritto nuove pagine di una storia meravigliosa e ha regalato agli appassionati di sci alpino tanti momenti magici. Discutere oggi sul suo futuro è forse prematuro. Intanto, la ticinese ha davanti a sé nuovi traguardi da raggiungere.