Regno Unito

L'Inghilterra e la Croce «profanata»: la maglia per Euro 2024 fa infuriare pure Rishi Sunak

Nike, il fornitore della nazionale dei Tre Leoni, ha inserito sul colletto una bandiera inglese stilizzata e multicolore, scatenando le ire di tifosi e politica
© Nike
Red. Online
22.03.2024 16:30

Ah, le maglie. Dopo l'annuncio, per certi versi scioccante, della Federcalcio tedesca, che dal 2027 abbraccerà Nike al posto del partner storico Adidas, il marchio statunitense è finito nel mirino dei puristi inglesi. E il motivo è presto detto: la nuova divisa dell'Inghilterra, per Euro 2024, presenta un dettaglio sul colletto che in pochi, invero, hanno gradito. La Croce di San Giorgio multicolore, verosimilmente per sottolineare l'impegno del marchio e della Football Association verso l'inclusività. Ahia. La polemica, via social, è montata all'istante. Spingendo addirittura il primo ministro, Rishi Sunak, a intervenire. A gamba tesa, oseremmo dire, visto che la bandiera inglese «non deve essere messa in discussione». 

Sunak è sceso in campo, volendo rimanere nella metafora calcistica, dopo che il suo governo ha accusato la Football Association e Nike, il fornitore ufficiale delle nazionali inglesi dal 2013, di aver «giocato» con il patrimonio del Paese. Spostandosi dal rosso (e dalla tradizione) per stilizzare la bandiera. Parlando con i media, il premier ha detto chiaro e tondo di preferire l'originale. Affermando e riaffermando che la Croce di San Giorgio è fonte di orgoglio e identità. «Quando si tratta delle nostre bandiere nazionali – ha detto Sunak – non dovremmo metterle in discussione. E questo perché sono una fonte di orgoglio, di identità, di ciò che siamo. E sono perfette così come sono».

Le nuove maglie per Euro 2024. © Nike
Le nuove maglie per Euro 2024. © Nike

Lucy Frazer, segretaria di Stato per la cultura, i media e lo sport, si è spinta oltre. Dichiarando, come riporta il Telegraph, che la Football Association e Nike non hanno messo i tifosi al centro. O, meglio, al primo posto. Di nuovo: ahia. Così l'esponente del Partito Conservatore su X: «I tifosi dovrebbero sempre venire prima di tutto, ed è chiaro che questo non è ciò che i tifosi vogliono. Il nostro patrimonio nazionale – compresa la Croce di San Giorgio – ci unisce. Giocare con esso è inutile e non necessario».

Detto delle reazioni politiche, anche alcuni ex calciatori si sono scagliati contro la scelta di Nike. David Seaman, con una certa ironia, si è chiesto se un domani cambieranno i Tre Leoni «con tre gatti». L'ex portiere dell'Arsenal, 75 presenze con la nazionale inglese, ha detto che la sua generazione mai avrebbe indossato una maglia del genere. «È la Croce di San Giorgio. Lasciatela stare». Un altro ex portiere, Peter Shilton, 125 presenze a difesa del suo Paese, ha dichiarato a BBC Radio 4 Today: «Se devi mettere la Croce di San Giorgio su un kit, come ovviamente ha fatto Nike, allora mettila con i colori tradizionali». Non finisce qui: «Credo che i tifosi debbano sopportare quasi ogni anno dei cambiamenti nel design del kit e che questo sia fatto apposta per spingere i tifosi a comprare nuovi kit. È tutta una questione di soldi. Io, di mio, non sono d'accordo. Sono un tradizionalista. L'Inghilterra rappresenta il nostro Paese e il rosso è uno dei colori della nostra bandiera. E una volta che si inizia a cercare di cambiare colore, non c'è fine, davvero».

Adrian Bevington, ex direttore generale del Club England presso la Football Association, ha dichiarato a talkSPORT che non avrebbe «firmato» la maglia. Aggiungendo, come gli altri, che «la nostra bandiera è un'identità nazionale e non credo debba essere cambiata».

I tifosi hanno pure avviato una petizione su Change.org per chiedere alla Football Association e a Nike di cambiare il design delle maglie. Le firme, mentre scriviamo queste righe, stavano crescendo a vista d'occhio.

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