Calcio

Murat Yakin: «Voglio una Svizzera dominante»

Domani sera a Dublino la Nazionale, reduce dallo 0-0 con la Danimarca, sfida l’Irlanda - Il ct rossocrociato: «Dobbiamo dimostrarci intelligenti e precisi sotto porta - Shaqiri? Giocherà»
Al netto della confermata difesa a tre, Murat Yakin ha lasciato intendere che all’Aviva Stadium opererà dei ritocchi all’undici titolare. © Keystone/Peter Klaunzer
Nicola Martinetti
25.03.2024 21:30

Per un attimo la vigilia di Irlanda-Svizzera ha catapultato tutti indietro in un’altra epoca. No, non nei primi anni duemila, quando le due selezioni si erano incrociate in ben quattro occasioni. Bensì ai tempi - più recenti - in cui la Nazionale era guidata dal predecessore di Murat Yakin: Vladimir Petkovic. Già. Dopo aver a lungo preso le distanze dall’ingombrante presenza di «Vlado», in questo primo scorcio di 2024 il ct elvetico sembra aver optato per un deciso dietrofront. Il ritorno alla difesa a tre in occasione del recente test contro la Danimarca, come suggerivamo su queste pagine, ha rappresentato un primo, forte segnale. Specie perché frutto di un confronto con la squadra e i suoi leader. Le similitudini sull’asse Yakin-Petkovic, tuttavia, si stanno facendo sempre più marcate pure su altri fronti. Ad esempio nei concetti espressi di fronte alla stampa. Nella pancia dell’Aviva Stadium, per dire, «Muri» ha ripescato uno dei cavalli di battaglia più cari al suo predecessore, che ai suoi tempi ne aveva fatto quasi un mantra. «Cosa mi aspetto dalla mia squadra qui a Dublino? Che sia forte e dominante. Voglio vederla dominare il gioco e gestire le operazioni» ha dichiarato il 49.enne basilese, a poche ore dalla sfida con i ragazzi in verde.

L’assillo del gol e il caso «XS»

Insomma, l’avvio del nuovo anno per Granit Xhaka e compagni sta sempre più assumendo i tratti di un ritorno al futuro. I cui contorni, tuttavia, faticano a coincidere con quelli del passato. Al contrario di Petkovic, ad esempio, Yakin continua a sudare nella gestione del gruppo. Il quale - ormai da mesi a questa parte - genera dei casi a scadenza regolare. L’ultimo in ordine cronologico è legato alla figura di Xherdan Shaqiri, visibilmente infastidito dalla mancata titolarizzazione al cospetto della Danimarca. Alla vigilia del match contro la «Jack’s Army», pungolato sull’argomento, «Muri» ha confermato che questa volta «XS» partirà dal primo minuto, senza però vestire i panni del pompiere. Anzi. «Shaqiri giocherà, questo era l’accordo. Nelle gambe ha soltanto 4 partite, per questo contro i danesi ho scelto di dare la priorità ad altri. È stata una scelta per la squadra, non contro di lui» ha seccamente dichiarato il ct. Che poi, spostando l’attenzione dal singolo al collettivo, ha ampliato il discorso inerente l’attacco: «Non segnamo da oltre 200’, e al netto della bravura difensiva di chi ci sta di fronte, è chiaro che abbiamo dei margini di miglioramento. Non va tuttavia dimenticato che un giocatore come Breel Embolo, per citare un nome, non può essere completamente sostituito. Elementi come Amdouni e Okafor possono darci una mano in quel ruolo, ma anche gli altri devono fare la loro parte. In generale tutta la squadra deve dimostrarsi intelligente, precisa e soprattutto presente sotto porta. Solo così potremo sbloccarci».

Ma l’Irlanda non è la Scozia

Una volta di più, con l’Europeo sullo sfondo, Yakin ha poi ribadito che in questa fase la sostanza che scaturirà dal confronto dell’Aviva Stadium gli interesserà più del risultato. «Tuttavia - ha precisato - non va dimenticato che la nostra ultima vitttoria risale allo scorso settembre. E che quindi, al netto dei progressi sotto il profilo del gioco, sarebbe altresì importante ritrovare il successo». Specie contro una compagine che, come hanno suggerito i colleghi irlandesi, ricorda per certi versi la Scozia, futura avversaria degli elvetici nella fase a gironi di Euro 2024. «Solo perché i due Paesi sono geograficamente vicini e si trovano entrambi su un’isola, non vuol dire che sono automaticamente paragonabili - rileva “Muri” -. Detto ciò, per dinamismo e intensità sono effettivamente simili. Ma non per quanto concerne il sistema di gioco». La Svizzera, a questo proposito, confermerà dal canto suo la difesa a tre. Anche se nell’undici titolare, oltre agli innesti di Shaqiri e Mvogo, vi saranno verosimilmente altri ritocchi rispetto a quanto visto sabato a Copenaghen. «Oggi Akanji e Vargas non si sono allenati iin via precauzionale perché lievemente acciaccati - chiosa Yakin -. Vedremo se potranno essere del confronto. In ogni caso in questa finestra siamo intenzionati a dare una possibilità a diversi giocatori, al fine di dimostrarci il loro valore». Farlo segnando un gol sarebbe un buon inizio. Meglio ancora se decisivo.