Sci alpino

Stagione quasi perfetta per Lara: «Due globi premiano la costanza»

A Saalbach un decimo posto consente a Gut-Behrami di conquistare per la seconda volta dopo il 2016 la coppa generale - Ventidue anni dopo l’impresa firmata da Sonja Nef, la campionessa di Comano festeggia anche il suo primo trofeo tra le porte larghe
Una gioia incontenibile per Lara Gut-Behrami, che ha centrato i suoi primi obiettivi nelle finali di Saalbach. ©Keystone/Gian Ehrenzeller
Raffaele Soldati
17.03.2024 19:30

Due globi di cristallo già intascati (generale e gigante), altri due che potrebbero arrivare nel prossimo fine settimana (superG e discesa). Per Lara-Gut-Behrami una stagione che rasenta la perfezione. Un premio, anzi un doppio premio per una carriera che non è ancora arrivata al capolinea.

Aveva provato a chiudere la pendenza già una settimana fa ad Are, in Svezia. Ma l’impresa di conquistare il suo primo globo di gigante era fallita per cinque miseri punti. Una piccola smorfia al traguardo. Niente di più. Ha semplicemente rimandato la pendenza alle finali di Saalbach. Detto, fatto. A Lara Gut-Behrami sarebbe bastato chiudere l’ultima gara stagionale tra le porte larghe al 15.esimo posto. Con una doppia manche, caratterizzata da intelligenza e tattica, si è classificata decima. Giù il cappello a Federica Brignone, capace di ripetere il successo dello scorso weekend. Una bella vittoria che non ha però modificato di una virgola quello che era già scritto nel destino. «Una gioia incredibile. Ero molto nervosa alla partenza, perché era sempre stato un mio obiettivo conquistare la coppa del gigante. Ho controllato gli sci fino all’ultima porta prima di superare il traguardo. Non era la mia neve preferita e neppure le condizioni erano ideali. Non ho certo disputato la mia gara più bella, ma questo è un fatto secondario. L’importante è l’esito finale. Questo è quello che conta», ha detto la campionessa di Comano ai microfoni della FIS. Felicità sul volto della ticinese. Con questo decimo posto ha oltretutto centrato anche il traguardo più ambito, la sua seconda coppa generale dopo quella vinta otto anni fa. Nessuno può più raggiungerla. Neppure l’azzurra Brignone, che si era attaccata ad un filo di speranza, fornendo prestazioni superlative nelle ultime competizioni.

In attesa delle gare veloci

Dal 2016 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. La neve primaverile non è certo quella più gradita alla nostra campionessa, ma è sempre nel mese di marzo che si tirano i conti. Oggi Lara è tornata a sorridere e potrebbe farlo anche nel prossimo fine settimana dopo le ultime gare veloci (superG e discesa) di questa stagione eccezionale. Ha altri due globi nel mirino. E sono lì da prendere per rendere il 2024 un anno eccezionale. Innanzitutto - tocchiamo ferro - lo ha affrontato in salute. Nessuna tegola. Nessun serio infortunio, a differenza delle sue più profilate avversarie, Mikaela Shiffrin, Petra Vlhova e Sofia Goggia. Basta poco per rovinare una stagione. E Lara si ricorda perfettamente di due episodi che l’avevano fermata per diverso tempo. Nel settembre del 2009, nella stagione successiva al suo debutto ai Mondiali in Val d’Isère, cadde in allenamento a Saas-Fee: si procurò una lussazione all’anca. Fu costretta ad uno stop di diversi mesi e saltò le Olimpiadi a Vancouver (2010). Due anni dopo (2012) si mise alla prova in un film girato dal regista Niccolò Castelli - «Tutti giù» - .Quasi un messaggio per indicare un’altra via, quella della fatica, del lavoro e dell’impegno per ritornare ai vertici nel suo sport.

Restiamo nel campo degli infortuni. Come non ricordare quanto le accadde ai Mondiali di St. Moritz nel 2017? Una banale caduta nella neve fresca tra una manche e l’altra dello slalom della combinata e la conseguenza rottura dei legamenti del ginocchio. Non era stato semplice riprendersi da questo secondo infortunio, il più difficile da dimenticare. Un anno dopo la sua prima coppa generale. Lara aveva deciso di rilanciarsi e così è tornata a combattere contro ragazze di una nuova generazione. Se un tempo le principali avversarie si chiamavano Lindsey Vonn, Tina Maze e Anna Fenninger, presto si sono presentate nuove campionesse. Shiffrin davanti a tutte. Ed è proprio quest’ultima che in questo finale di stagione ha pagato lo scotto per un infortunio che l’ha tenuta lontana dalle gare nel «momento clou». Sostenere, come ha fatto qualcuno che Lara è stata avvantaggiata dagli infortuni occorsi alle sue avversarie più profilate è legittimo, ma non è proprio corretto. La ticinese non ha rubato niente. D’altra parte, a parlare sono i risultati inseguiti gara dopo gara, con una impressionante regolarità e con uno spirito tenace e vincente.

Nef modello per le elvetiche

A Lara è stato chiesto come si sente a ripetere 22 anni dopo, l’impresa di Sonja Nef, ultima elvetica a conquistare il globo tra le porte larghe. «È un traguardo che mi rende felice. Sonja è stata un modello per me, come per altre ragazze della nazionale elvetica. Il successo in gigante e, ancora di più, quello riottenuto nella generale, mi rendono orgogliosa. Significano molto perché sono un premio alla costanza», ha detto la bionda di Comano.

È presto per parlare del futuro della Gut-Behrami e di eventuali altre stagioni da protagonista. Fra due anni ci saranno le Olimpiadi di Milano-Cortina e i responsabili di Swiss-Ski sperano di poter nuovamente contare sul contributo della ticinese. Una fuoriclasse che, insieme a Marco Odermatt, ha regalato soddisfazioni a ripetizione. Un’eventuale ritiro a medio termine sarebbe un colpo al cuore. In campo femminile il suo addio alle gare creerebbe un buco enorme. Si attendono nomi nuovi tra le rossocrociate. Ma è sempre più difficile trovare modelli polivalenti - Lara diserta solo gli slalom - ai più alti livelli.