Cina

È caccia al nordcoreano evaso «come un acrobata»

Le autorità hanno offerto una taglia a favore di chi fornirà informazioni utili del valore di 23.000 dollari per lavare il disonore della fuga da una prigione cinese, considerate tradizionalmente delle fortezze – IL VIDEO
Twitter/Jilin Prison
Ats
21.10.2021 14:16

Un cittadino nordcoreano è il bersaglio di una delle più grandi cacce all’uomo tenute di recente nel nordest della Cina, anche perché Zhu Xianjian, questo il suo nome cinese, è stato il protagonista il 18 ottobre di un’insolita e spettacolare evasione da una prigione di Jilin, ex capoluogo dell’omonima provincia.

Il ricercato, scappato nel 2013 dal Paese eremita, aveva attraversato a nuoto il fiume Yalu che segna il confine sino-nordcoreano. Fu arrestato quasi subito all’arrivo in Cina: un tribunale lo condannò a 11 anni di carcere per ingresso illegale e rapina, avendo rubato - per stato di necessità - denaro, un telefono e sigarette nordcoreane da alcune case di frontiera. Durante la detenzione, tuttavia, erano stati premiati la buona condotta, il pentimento mostrato e l’accettazione della rieducazione ideologica e culturale che avevano portato a uno sconto di pena.

Secondo i media cinesi, Zhu sarebbe dovuto uscire di prigione ad agosto del 2023 per essere, con ogni probabilità, deportato in Corea del Nord dove avrebbe rischiato anche la vita. Per sfuggire forse a un destino già segnato, l’uomo, un ex minatore di 39 anni, ha deciso per una spettacolare fuga: è evaso come un acrobata, in base alle immagini delle telecamere di sorveglianza diffuse dai media. Ha segato le sbarre della sua cella, si è arrampicato velocemente su un alto capannone, camminando sulle sue tegole e disattivando con una corda la protezione di filo spinato attraversata da corrente elettrica. Infine, un azzardato salto di vari metri dal muro di cinta, prima di risollevarsi e di sparire claudicante nelle vie della città.

Le autorità hanno offerto una taglia a favore di chi fornirà informazioni utili del valore di 23.000 dollari per lavare il disonore della fuga da una prigione cinese, considerate tradizionalmente delle fortezze.

Human Rights Watch ha ricordato che i disertori nordcoreani catturati in Cina e riconsegnati alle autorità di Pyonyang sono sottoposti a pene durissime, fino alla condanna a morte, come segnalato dai gruppi di attivisti sudcoreani che lavorano alla loro protezione fino all’approdo sicuro a Seul. Allo stato attuale, ci sarebbero circa 450 nordcoreani nelle carceri cinesi in attesa di espulsione.