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Tra queste, c'è quella di rinviare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell'UE e del Regno Unito– TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:04
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Mosca frena sul piano Trump per l'Ucraina, ma non chiude
Alle porte di un 2025 che tutti auspicano di pace per il conflitto in Ucraina, la strada si fa sempre più in salita per una soluzione negoziata del conflitto.
A Mosca infatti non vanno a genio le proposte di Donald Trump per mettere fine alle ostilità: «A giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall'intervista rilasciata dallo stesso Trump a Time il 12 dicembre, sta parlando di congelare le ostilità lungo la linea di scontro e di trasferire agli europei ulteriore responsabilità», ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un'intervista all'agenzia Tass che cita, tra le proposte del tycoon, l'idea di rinviare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell'Ue e del Regno Unito.
In ogni caso, Lavrov non ha chiuso del tutto. Osservando semplicemente che Mosca per il momento non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti in merito a una soluzione sull'Ucraina. Fino al 20 gennaio, data dell'insediamento, «Donald Trump ha lo status di presidente eletto, e tutta la politica su tutti i fronti è determinata dal presidente in carica e dalla sua amministrazione. E finora, solo quest'ultima è autorizzata a impegnarsi con la Russia per conto degli Usa, come ci viene regolarmente comunicato. Questo accade di tanto in tanto, ma in tali contatti non si parla di trattative con l'Ucraina», ha spiegato il capo della diplomazia russa.
Lavrov ha gettato ulteriore benzina sul fuoco sottolineando come Mosca sia pronta a schierare missili a corto e medio raggio. Con un'accusa agli Stati Uniti di aver fatto lo stesso in varie regioni del mondo, «ignorando con arroganza gli avvertimenti» di Russia e Cina. «Stiamo valutando la situazione sulla base di un'analisi delle azioni destabilizzanti di Usa e Nato e dell'evoluzione delle minacce che ne derivano», ha detto Lavrov.
«Oggi è chiaro che la nostra moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio non è più praticabile, e dovrà essere abbandonata». Mosca - ha poi aggiunto - ha dimostrato la sua «determinazione nell'attuazione delle misure compensative» conducendo un «test di combattimento» del missile balistico a medio raggio Oreshnik, lanciato alla fine di novembre contro la città di Dnipro in risposta ai raid ucraini con i missili a lungo raggio occidentali.
Quello sulla condanna dell'uso di queste armi sul territorio russo è un punto sul quale Trump e Putin si erano trovati d'accordo, mettendo ancora più in evidenza una sintonia già emersa prima e durante la campagna elettorale del tycoon, e che non è scemata con la vittoria del secondo mandato alla Casa Bianca. Anzi, il presidente eletto ha auspicato un incontro al più presto con lo zar. Ma il portavoce di Putin, interpellato dai giornalisti a Mosca, ha fatto sapere che il presidente non ha in programma contatti con leader stranieri a breve, e che «per ora nessuna traiettoria» per un processo di pace «è in vista a causa della posizione del regime di Kiev», che resta irricevibile per il Cremlino.
Nel frattempo, l'Ucraina affronta l'ennesimo inverno di guerra sotto i raid russi su tutto il territorio: nella settimana di Natale, oltre 370 droni d'attacco, circa 280 bombe aeree guidate e 80 missili di vario tipo contro l'Ucraina, ha denunciato Volodymyr Zelensky. Numeri comunque più contenuti, almeno per quanto riguarda gli Uav, rispetto alle settimane precedenti. Ma che non cambiano la sostanza di un'offensiva che può essere fermata «solo attraverso la forza congiunta», ha sottolineato il leader ucraino, ringraziando i partner che «comprendono l'importanza di fornire tempestivamente sistemi di difesa aerea per proteggere vite e avvicinarci a una pace giusta ed equa».
15:30
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Zelensky: «In 7 giorni 370 droni e 280 bombe contro l'Ucraina»
Questa settimana, le forze russe hanno utilizzato oltre 370 droni d'attacco, circa 280 bombe aeree guidate e 80 missili di vario tipo contro l'Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio su Facebook rilanciato da Ukrinform.
Ormai da 3 mesi il presidente riferisce ogni settimana sul numero di droni, bombe e missili lanciati dalla Russia sull'Ucraina, con una media di 500-600 droni settimanali. I 370 lanciati negli ultimi giorni sono quindi una cifra minore rispetto alle segnalazioni precedenti.
13:59
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Lavrov: «Non siamo soddisfatti delle proposte di Trump sull'Ucraina»
Mosca non è soddisfatta delle proposte del presidente eletto, Donald Trump, di rinviare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell'Ue e del Regno Unito. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un'intervista all'agenzia Tass.
«A giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall'intervista rilasciata dallo stesso Trump a Time il 12 dicembre, sta parlando di »congelare« le ostilità lungo la linea di ingaggio e di trasferire agli europei l'ulteriore responsabilità di affrontare la Russia. Non siamo certo soddisfatti delle proposte avanzate», ha detto.
Allo stesso tempo, Lavrov ha osservato che Mosca per il momento non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti sulla soluzione ucraina. «Fino al 20 gennaio - data dell'insediamento - Donald Trump ha lo status di 'presidente eletto', e tutta la politica su tutti i fronti è determinata dal presidente in carica e dalla sua amministrazione. E finora, solo quest'ultima è autorizzata a impegnarsi con la Russia per conto degli Usa, come ci viene regolarmente comunicato, questo accade di tanto in tanto, ma in tali contatti non si parla di trattative con l'Ucraina», ha spiegato il ministro degli Esteri russo.
09:35
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Lavrov: «Siamo pronti a schierare missili a corto e medio raggio»
Mosca eliminerà la proposta di moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, a Ria Novosti.
«Stiamo valutando la situazione sulla base di un'analisi delle azioni destabilizzanti di Usa e Nato nella sfera strategica e, di conseguenza, dell'evoluzione delle minacce che ne derivano», ha spiegato Lavrov.
«Oggi è chiaro che la nostra moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio non è più praticabile e dovrà essere abbandonata poiché gli Usa hanno schierato tali armi in varie regioni del mondo, ignorando con arroganza gli avvertimenti di Russia e Cina».
08:45
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Il punto alle 8.30
Entro la fine dell'anno, la Lettonia invierà in Ucraina altri mille droni da combattimento di produzione lettone nell'ambito della coalizione internazionale per la produzione e la fornitura di droni a Kiev. Lo comunica il ministero della Difesa di Riga.
Nel corso del 2025, la Lettonia intende donare a Kiev altri droni per un valore complessivo di 20 milioni di euro.
Frattanto, in una dichiarazione pubblicata oggi, la commissione Difesa del Parlamento estone chiede di «intraprendere un'azione forte con i nostri alleati per sorvegliare 24 ore su 24 il mar Baltico, specialmente in quelle aree in cui si trovano infrastrutture sottomarine critiche. Non permetteremo che alcun danneggiamento rimanga impunito».
«La decisione dell'Estonia di inviare una nave da pattuglia navale per proteggere il collegamento Estlink-1, oltre alle encomiabili misure adottate prontamente dalla Finlandia, è un passo nella giusta direzione. Il contributo degli alleati deve tuttavia essere più deciso», si legge ancora nel documento.
Stando al sito lloydslist.com, che cita fonti riservate, Eagle S, la petroliera sospettata di aver danneggiato il cavo elettrico sottomarino Estlinek-2 che collegava Finlandia ed Estonia e poi sequestrata dalle autorità di Helsinki, sarebbe stata equipaggiata con speciali dispositivi adatti ad attività di spionaggio.