Non si può registrare il marchio «Bimbo» in Svizzera: «È un termine razzista in tedesco»
Il gruppo alimentare messicano Bimbo non può registrare il marchio «Bimbo QSR» in Svizzera. Il Tribunale federale (TF) ha confermato i «no» del Tribunale amministrativo federale (TAF) e dell'Istituto federale della proprietà intellettuale, visto che il termine ha una connotazione razzista in tedesco.
Nella sua sentenza pubblicata oggi, il TF ha affermato che, secondo la legge svizzera, la registrazione di un marchio può essere rifiutata o dichiarata nulla se il marchio è contrario alla moralità pubblica o all'ordine pubblico. In particolare, sono considerati immorali anche i nomi o i segni con contenuto razzista.
I giudici di Losanna sono giunti alla stessa decisione presa dal TAF lo scorso maggio, ossia che il termine «bimbo» è «una parolaccia altamente discriminatoria nei confronti delle persone con la pelle scura».
Impugnando la sentenza del TAF presso il TF, il ricorrente ha sostenuto, tra le altre cose, che il tribunale di primo grado si era basato su prove che non avevano alcun legame con la Svizzera e che quindi non avrebbero dovuto essere prese in considerazione: si trattava di dizionari tedeschi online con dominio internet che rimanda alla Germania, ossia «.de», come nel caso del dizionario Duden.
Questi dizionari sono adattati alla comprensione linguistica della Germania e non sono adeguati a determinare il significato svizzero della parola Bimbo, ha criticato l'azienda dell'America latina nel suo ricorso. Il tribunale avrebbe invece dovuto fare riferimento a dizionari che tengono conto dell'uso svizzero-tedesco della parola bimbo.
Dal canto suo il TF ha risposto che il ricorso non può essere accolto nella misura in cui nega a questi dizionari online una rilevanza per l'area linguistica svizzero-tedesca solo a causa dell'estensione del loro dominio. Le estensioni dei domini non delimitano aree linguistiche, ma servono piuttosto ad assegnare i siti web ai singoli Paesi in termini di tecnologia delle telecomunicazioni.
Non appena la domanda era stata depositata, alla fine del 2018, l'Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) aveva emesso un rifiuto provvisorio, confermato poi con decisione del 27 luglio 2023. L'Istituto aveva giustificato la sua posizione citando il significato «profondamente avvilente e razzista» del termine «bimbo» in tedesco per le persone di colore.
Nel ricorso al Tribunale amministrativo federale, il gruppo Bimbo S.A.B. aveva poi sostenuto principalmente che Bimbo dovesse essere inteso nel suo significato in lingua italiana, cioè «bambino». Inoltre, l'aggiunta dell'acronimo «QSR», per Quick Service Restaurant, collocava il marchio in un contesto che esclude qualsiasi allusione razzista.
Il gruppo messicano specializzato in prodotti da forno, è uno dei maggiori produttori alimentari al mondo con quasi 140'000 dipendenti.