Capito come gestire il dolore, ha smesso di drogarsi
Un brutto infortunio che l’ha condannato a soffrire di forti dolori cronici e una terapia che non gli dava pieno sollievo hanno spinto un ticinese, oggi 41.enne, a diventare un forte consumatore di cocaina tra il 2013 e il 2018: «La droga mi dava il benessere che non mi davano i farmaci». La vicenda è emersa di fronte alla Corte d’assise criminali presieduta dal giudice Siro Quadri e ha avuto - rispetto a questo tipo di casi giudiziari - una conclusione inaspettata. Perché l’imputato si è presentato in aula «pulito» da ormai quattro anni. Non solo: è riuscito a smettere di drogarsi da solo, senza aiuti psicologici. Un fatto rarissimo, ma comprovato da diversi referti medici. Merito di un cambio di terapia che ha dato i suoi frutti e che gli permette di vivere senza dolore facendo ricorso ai soli farmaci. Oltre a ciò, il 41.enne ha anche saputo cambiare abitudini: «Oggi frequento tutt’altro giro di persone, ho proprio cambiato vita».
Ampia collaborazione
L’uomo oggi era in aula a rispondere dei reati commessi anche a causa della sua dipendenza, e la sua - altra caratteristica insolita di questo caso - è stata una piena presa di coscienza di quanto fatto. Come hanno rimarcato sia la procuratrice pubblica Pamela Pedretti, sia l’avvocata difensore Letizia Vezzoni, il 41.enne ha confessato ben oltre quanto abbiano fatto i suoi complici e una sua vittima. In particolare ha affermato di aver messo a disposizione di uno spacciatore diverse volte il suo appartamento per dargli un luogo in cui confezionare le bustine di droga, per un totale di oltre un chilo. Lo spacciatore, già condannato, parlava invece di 60 grammi. Alla fine gli è stato riconosciuto mezzo chilo per mancanza di ulteriori prove e così, per certi versi paradossalmente, è successo anche per il ticinese, malgrado la confessione. Di un altro spacciatore, pure nel frattempo condannato, è stato invece l’assaggiatore.
Le minacce per il portafogli
Il 41.enne ha dovuto rispondere anche di coazione, lesioni semplici e vie di fatto per aver più volte malmenato e minacciato una persona che gli avrebbe sfilato (ma non è mai stato provato) 100 franchi dal borsino. Anche in questo caso, l’imputato ha riconosciuto più episodi di quanti ricostruiti dalla vittima stessa, cosa che tutto sommato gli è valso il riconoscimento del sincero pentimento e la condanna a due anni sospesi. Non si fosse pentito e «ripulito» sarebbero stati di più, e da scontare.