Mendrisiotto

Sotto terra, sotto traccia: l’acquedotto prende forma

Proseguono i lavori per la realizzazione della stazione di potabilizzazione che sorgerà a Riva San Vitale – A gennaio prenderanno il via le opere per l’edificazione dell’immobile, nel frattempo sono già state posate diverse condotte – E spunta la proposta di una gestione «condivisa»
©CdT/Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
23.11.2024 06:00

Il lavoro prosegue sotto traccia. O meglio: sotto terra. Oggi, passando in località Ai Ronchi a Riva San Vitale, si scorge un grande buco. Ma un domani, da lì, passerà una parte dell’acqua che sgorgherà dai nostri rubinetti. A pochi passi dal lago Ceresio sorgerà infatti la stazione di captazione e potabilizzazione. La posa della prima pietra, il primo colpo di pala, è stato dato il 28 novembre dello scorso anno. Un evento che, nel Distretto, era atteso da quasi mezzo secolo. A un anno di distanza dall’inaugurazione del cantiere, come detto, visivamente si nota un grande buco. Ma i lavori – appunto sotto terra – non sono mancati. «Il buco è finito – ci spiega, semplificando, il presidente Consorzio Acquedotto Regionale del Mendrisiotto (ARM) Marco Romano –. Nel corso del mese di gennaio partiranno i lavori per l’installazione di cantiere e comincerà a prendere forma l’edificio». Nel frattempo sono già stati predisposti due tubi di grosse dimensioni che si collegano con il lago. E anche nel Distretto le opere sono avanzate. «Il tratto di collegamento tra Capolago e la zona Batüda, che scorre sotto il lago, è già stata posato» aggiunge Romano. A ciò si aggiungono le varie tappe in corso per creare una condotta tra Chiasso e Coldrerio. Un domani, infatti, si parlerà di Acquedotto regionale e si punterà su una efficiente messa in rete dell’acqua potabile.

Allo stesso tempo si avanza anche per quel che riguarda i vari aspetti che potremmo definire burocratici. «Tutti i grossi mandati sono stati assegnati e sono cresciuti in giudicato» conferma il presidente del Consorzio. Nessun problema, dunque, per quel che concerne l’edificazione e la parte che riguarderà la potabilizzazione dell’acqua. In totale, dunque, «circa l’80% dei mandati sono stati attribuiti». Questo vuol dire che anche il cronoprogramma è rispettato: «Se non dovessero subentrare dei problemi il termine delle opere, previsto entro la fine del 2026, non cambierà e la stazione entrerà in funzione».

Gestione aggregata

Con Marco Romano abbiamo parlato anche di quella che sarà la gestione futura dell’acquedotto. A tal proposito ci riferisce che «nelle scorse settimane abbiamo scritto a tutti i Comuni avvisandoli che l’edificazione della struttura sta per cominciare e che bisognerà pensare a come gestirla». L’ARM, l’Acquedotto Regionale del Mendrisiotto ha altresì fatto una proposta: «Abbiamo pensato che la gestione della stazione di potabilizzazione, unitamente a tutto ciò che la circonda, potrà essere il frutto di una sinergia tra le aziende del Mendrisiotto». Il riferimento, dunque, è alle Aziende Industriali di Mendrisio (AIM), quelle municipalizzate di Stabio (AMS) e all’Azienda Acqua, gas ed elettricità di Chiasso (AGE). «La reazione – anticipa il presidente del Consorzio – è stata positiva». Si avanza l’ipotesi, dunque, che si possa pensare a una gestione aggregata. Oltretutto, segnala il nostro interlocutore, «l’obiettivo è quello di dare un potenziale di sviluppo ai professionisti che lavorano in questo mondo, rispettivamente si potranno diminuire i costi per la comunità, quelli a carico dei Comuni».

Acqua per tutti

L’Acquedotto regionale, nel Distretto, è un tema ricorrente da decenni e le ultime estati, in alcuni casi particolarmente siccitose, hanno riacceso l’opportunità di questo genere d’opera. Nella sua configurazione finale l’acquedotto regionale del Mendrisiotto garantirà l’approvvigionamento idrico per circa 50.000 abitanti. Inoltre, in caso di necessità, l’acqua di lago potrà arrivare a rappresentare circa il 60% dell’approvvigionamento idrico della regione, mentre il rimanente 40% sarà ancora garantito dalle fonti locali che non presentano pericoli particolari all’interno delle relative zone di protezione.

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