Terreno libero da inquinanti: skate park libero di nascere
Luci nuovamente accese sul terreno dell’ex macello di Mendrisio che presto accoglierà la tanto discussa area di svago con skate park (l’inaugurazione ufficiale del cantiere si terrà il 3 dicembre). A riportare ancora una volta l’attenzione sul comparto è nuovamente (ma indirettamente) il gruppo UDC-UDF. Non in relazione alla vicenda che ha visto protagonista un suo rappresentate «pizzicato» a caricar terra sul suo camion in quel cantiere. A fare notizia oggi è la risposta del Municipio all’interrogazione del gruppo che chiedeva lumi anche sull’eventuale presenza di sostanze inquinanti nell’area.
La superficie non è mai stata «iscritta nel Catasto cantonale dei siti inquinati, né prima né dopo la demolizione dell’edificio ex macello», premette il Municipio. Nell’area è stato realizzato «un riempimento esclusivamente con materiale scelto (pulito) proveniente dallo scavo del CPI, ritenuto che il materiale di scavo inquinato è stato smaltito altrove», si aggiunge.
Ma il Municipio non si è accontentato di queste garanzie e ha voluto andare oltre: «Alfine di dipanare in modo inequivocabile» le preoccupazioni espresse l’Esecutivo ha commissionato una valutazione ambientale a uno studio specializzato (costo 1.500 franchi). I risultati giunti il 25 novembre fugano ogni dubbio. Nella risposta viene riportata integralmente la conclusione dello studio. Vi si legge ad esempio che «i risultati analitici dei prelievi delle due aree di scavo non evidenziano alcun valore fuori norma» e che «il terreno originale risulta pulito». La sola presenza anomala riscontrata è quella di resti di croste di asfalto, che però può essere quantificata in meno dello 0,5% «e non costituisce pregiudizio alcuno». Ne consegue che «non si ravvisa alcuna limitazione d’uso quale sottofondo delle progettate costruzioni in quanto non si riscontra alcun pericolo per l’ambiente e per i fruitori dell’area».
Puntualizzazioni
Nella risposta il Municipio non manca di rimandare al mittente delle critiche velate. L’interrogazione del gruppo UDC-UDF sottolineava infatti che non era ancora stata data risposta all’interpellanza sullo stesso tema presentata il primo ottobre. «Nonostante l’ampiezza del progetto i dubbi sollevati dalla popolazione non sono ancora stati sciolti», si scriveva risollecitando l’Esecutivo sul tema del possibile inquinamento. All’interpellanza «il Municipio è tenuto (secondo la LOC/RALOC) a rispondere verbalmente in Consiglio comunale se perviene almeno sette giorni prima dell’assemblea. Non essendo pervenuto in data utile per la seduta del 7 ottobre, il Municipio avrebbe compiutamente risposto alla prossima seduta», è la replica.