Mai e poi Mai senza di lui
A metà agosto, forse appannati dall’afa estiva, non l’avremmo mai detto. Mai e poi Mai. Sì, perché le prime uscite del difensore centrale tedesco avevano fatto alzare qualche sopracciglio dalle parti di Cornaredo. Un’impressione quanto mai affrettata. E soprattutto errata. Lo avevamo compreso già all’alba dell’autunno, ce ne stiamo accorgendo - eccome - in questo confuso inizio di 2023. Con il Lugano incapace di conferire sostanza a una rosa e a un progetto sportivo ambiziosi. L’assenza di diversi primattori - fra cui appunto quella dell’ex Bayern - è senza dubbio concausa dei malanni attuali. Nulla di grave, ci mancherebbe, ma il tonfo della Schützenwiese denota una certa cagionevolezza.
Restando a Lukas Mai, ammettiamo che la durata dello stop annunciata dal club un pochino preoccupa. Rinunciare sino a inizio marzo alla visione di gioco e alla personalità (consapevole) del 22.enne rischia infatti di limitare - e non poco - le velleità bianconere. Analizzando la deludente sconfitta contro il Winterthur, mister Croci-Torti ha dribblato la questione. L’impostazione - ha spiegato - è stata affidata alla tecnica di Valenzuela e non si può affermare che l’argentino abbia fallito. Verissimo, per carità. Con il passare dei minuti, oltre che sbilanciata sulla sinistra, la partita bianconera si è però fatta viepiù prevedibile. La personalità (inconsapevole) di Hajrizi, va da sé, non ha aiutato. Raramente le uscite dal centro della retrovia hanno strappato applausi. Anzi.
Da due gare a questa parte, non a caso, la verve del Lugano ha lasciato il posto a una manovra un tantino compassata. Ripetitiva, anche. E ieri lo ha riconosciuto pure capitan Sabbatini. Nel frattempo la forbice che separa secondo e ultimo posto continua ad assottigliarsi. Meglio diffidare e, se possibile, recuperare quanto prima chi - in campo - ha dimostrato di poter allargare gli orizzonti bianconeri.