Lugano, più che un addio è una figuraccia
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Bienne ne va plus. La Coppa Svizzera è finita. E per il Lugano, più che un addio, si tratta di una figuraccia. Sì, perché alla Tissot Arena si è concretizzato l’inimmaginabile. Persino qualcosa d’inaudito. A fare festa, e con pieno merito, sono i padroni di casa. Macché quarta semifinale consecutiva per i bianconeri; a scrivere la storia - spingendosi sino al penultimo atto - è stata una formazione ambiziosa di Promotion League. Pazzesco, di nuovo. Dieci anni fa, Bienne aveva regalato il paradiso al Lugano. A questo giro, invece, gli uomini di Mattia Croci-Torti sono finiti all’inferno, complice una prestazione nettamente insufficiente. Nella testa e nelle idee portate in campo. È finita 2-0, con i bernesi capaci di non accontentarsi di un primo tempo solidissimo, ma abili nel affondare il colpo nel cuore della ripresa. Sfruttando l’assenza del VAR - ma davvero Dzonlagic era in fuorigioco? -, e soprattutto sfruttando la pochezza dell’avversario. Un Lugano senz’anima.
Seconde linee insufficienti
Una scena, in questo senso, suggerisce bene la confusione con cui i bianconeri hanno affrontato la sfida. Con il risultato ancora sullo 0-0 e la necessità di svoltare, Croci-Torti ha chiesto ai suoi collaboratori di richiamare Mattia Zanotti dalla fase di riscaldamento. Già, peccato che il terzino italiano fosse rientrato negli spogliatoi e non figurasse a bordo campo, pronto per rimediare alla carenze delle seconde linee.
Eccola un’altra delle concause del disastro bianconero. I vari Arigoni, Vladi, Doumbia e Macek - spesso e volentieri ai margini - non hanno sfruttato la tanto agognata chance concessa loro dal Crus. Tutt’altro. La differenza di due categorie, lo ripetiamo, non si è praticamente mai vista. Il Lugano - e ci mancherebbe - si è svegliato solo una volta passato in svantaggio. E tra pali clamorosi e limpide occasioni sciupate la sconfitta si è fatta ancor più amara.
E ora che cosa succede?
Croci-Torti, nella pancia della Tissot Arena, non ha ovviamente potuto nascondere l’enorme delusione. E pure il disappunto per quanto accaduto: «Ma non abbiamo sottovalutato l’avversario. L’atteggiamento della mia squadra era corretto. Il Bienne, però, ha sfruttato la sua occasione, mentre noi non abbiamo fatto altrettanto. Negli ultimi 30 metri abbiamo fatto fatica. Siamo stati insufficienti. E il risultato, alla fine, è giusto». In discussione, assenze a centrocampo o meno, sono finite pure le scelte di un tecnico che alla Coppa aveva dato sempre del tu. «Vladi? Contro il Sion aveva segnato. E, di fatto, parliamo dell’attaccante titolare a inizio stagione. Era insomma lecito che dimostrasse la sua forza in questa circostanza e al cospetto di un simile avversario. Non lo ha fatto, ma - dopo la prova offerta - non è contro un singolo che bisogna puntare il dito». Ora, va da sé, si potrebbe temere un contraccolpo. «Un contraccolpo positivo» ha assicurato il Crus. Cadere così, però, fa malissimo.