Il duello

Granit Xhaka o Toni Kroos? Sono aperte le scommesse

A Francoforte, per Svizzera-Germania, i riflettori saranno puntati anche sui due grandi interpreti del centrocampo - Il capitano elvetico ha iniziato meno bene, ma entrambi possono determinare le sorti del match
©AP/Martin Meissner
Massimo Solari
22.06.2024 06:00

Svizzera contro Germania non è una partita come le altre. È un derby, d’accordo. E vale soprattutto la testa del girone A, con tutto quello che ne consegue a livello di incroci negli ottavi di finale. Il match in programma domani sera a Francoforte, però, si presenta anche come un teatro. Un teatro prestigioso. Sì, perché a calcare il palcoscenico saranno due primattori: Granit Xhaka e Toni Kroos, con Rodri forse i centrocampisti più forti del continente.

Fattori determinanti

Il capitano rossocrociato e il numero 8 tedesco hanno caratteri differenti. Il primo è più emozionale e focoso. Toni raramente perde il controllo. Entrambi sono autentici leader, a livello di club e nelle rispettive nazionali. È con la sfera fra i piedi, comunque, che il talento e le qualità dei due giocatori tendono a sovrapporsi. Così diversi ma anche così uguali, insomma. Basti pensare che l’Osservatorio del calcio al CIES di Neuchâtel li ha piazzati al primo posto - ex aequo - nella speciale classifica dedicata ai migliori centrocampisti al mondo per distribuzione della palla. I risultati ottenuti in stagione con Bayer Leverkusen e Real Madrid non sono figlio del caso. Anche se una carriera è allo zenit - quella di Xhaka - e l’altra al tramonto, con il ritiro di Kroos che si consumerà proprio dopo Euro 2024.

L’incisività dei due giocatori, suggerivamo, è stata misurata e sublimata dal campo e dagli esperti. Di meglio, in giro, c’è poco. Perciò la sfida di Francoforte è carica di promesse. Siamo curiosi, sì, di capire quale sarà il comportamento dei diretti interessati. E, alla fine, chi prevarrà sull’altro.

Chi li marcherà?

«Metronomo biondo». Così la rivista Marca ha soprannominato Kroos. Per la sua capacità di dettare i ritmi di manovra e intera partita, adattandoli alle esigenze tattiche della squadra. Le compagini di Toni, per dirla con l’ex compagno Casemiro, vanno alla velocità decisa da Toni. E le gare della Germania contro Scozia e Ungheria non hanno fatto eccezione. Lì, in mediana, il 34.enne tedesco ha scandito i tempi con una precisione maniacale. All’esordio, in particolare, Kroos ha sbagliato un solo passaggio dei 102 tentati. Uno solo. Ma il confine tra perfezione e dominio è rimasto esiguo pure dopo il secondo incontro.

L’Europeo di Xhaka, al proposito, è iniziato con una marcia scalata. La precisione degli appoggi del capitano della Svizzera si situa al di sotto del 90%. E la colpa è da attribuire alla contesa con gli scozzesi. Se al debutto il nostro numero 10 aveva mostrato al solito la via, mercoledì a Colonia qualcosa è andato storto. Scott McTominay ha messo la museruola a Xhaka e a risentirne - oltre ai dati personali - è stata l’intera prestazione elvetica.

In questo senso sarà quindi interessante osservare la reazione dei singoli e pure dei commissari tecnici di Svizzera e Germania. Murat Yakin troverà il suo McTominay e lo metterà alle calcagna di Kroos? Magari Michel Aebischer, in un ruolo dunque diverso rispetto alle prime uscite? E Julian Nagelsmann prenderà esempio dall’avversario umiliato in avvio di torneo?

Il quarterback e il meccanico

Xhaka, di fatto, è giocatore più mobile e atletico. E, di riflesso, capace di occupare maggiori porzioni di campo. Nonostante un potenziale fisico ridotto, Kroos ha vieppiù brillato negli anni in termini di posizionamento sul rettangolo verde. Solo davanti alla difesa, in una mediana a quattro o - come sovente accaduto al Real - sul centro-sinistra, il giocatore della Germania ha puntualmente aggiustato la visione e trasmesso la consueta sicurezza. Soprattutto quando in mezzo al campo si crea molta densità, Kroos tende ad abbassarsi e ad agire da «falso» terzino sinistro. Le azioni delle sue squadre e la ricerca degli spazi di attacco più vantaggiosi prendono vita così.

Toni, circa questa capacità eccezionale di relazionarsi con ogni contingenza del gioco, non ha mai nascosto i meriti di Pep Guardiola, suo allenatore al Bayern Monaco per una stagione. Lo stesso, beh, si può affermare anche di Xhaka. Ma con un altro mentore. L’avvento di Xabi Alonso sulla panchina del Leverkusen ha alzato ulteriormente il livello del centrocampista della nazionale svizzera. E, a differenza di Kroos, lo ha fatto in un settore del campo forse più avanzato. Mentre negli ultimi mesi si assisteva alle partite del Bayer e di Granit, non di rado si ha avuto l’impressione di avere a che fare con un quarterback. Che aspetta, aspetta e infine - pam! - piazza l’affondo in verticale. È pure una questione di visione periferica, con Kroos che forse si mostra più meccanico nell’esecuzione del gesto. Di certo sia il rossocrociato, sia il tedesco, sanno rimodellare costantemente il gioco. Ora si tratta di capire se solo uno o entrambi riusciranno altresì a elevare la prossima prestazione del collettivo.

In questo articolo:
Correlati