L'Ambrì ignora la fatica e risorge in casa della capolista
Forse, in fin dei conti, la stanchezza è soltanto un fattore mentale. Per non sentirla, basta non pensarci. Come ha fatto l’Ambrì Piotta a Davos. Alla sua quarta partita in sei giorni, tre delle quali giocate in trasferta, la squadra leventinese ha trovato risorse inaspettate proprio quando avrebbe potuto accusare un calo di energia e di fiducia. Ovvero nel terzo tempo, sotto di due reti in casa della capolista. Senza mai mollare, gli uomini di Luca Cereda hanno pareggiato con Heim e Douay, facendosi finalmente valere nello slot. Appena 48 secondi dopo il 2-2, però, Stransky ha gelato gli ospiti con il nuovo vantaggio grigionese. Tutto da rifare per i biancoblù. Che invece di abbandonare, hanno deciso di provarci lo stesso, sull’onda di una gara ormai priva di logica. Il 3-3 è arrivato grazie a DiDomenico, con Senn appena richiamato in panchina. La meritata rete della vittoria, all’overtime, l’ha poi segnata Kubalik in 4 contro 3, con un tiro potente che per una volta non si è infranto sui parastinchi dei difensori.
Con carattere
«È stata una partita equilibrata», afferma il «Cere». «Dopo il primo tempo non meritavamo di essere sotto 1-0 e dopo il secondo non meritavamo di essere sotto 2-0. Si trattava dunque di insistere e di aumentare un pochino la nostra disperazione sotto porta. I ragazzi ci sono riusciti, dimostrando di stare bene sia fisicamente, sia mentalmente. La reazione dopo il loro 3-2 è figlia di quel carattere che ci ha animati per tutta la serata». Bene anche la disciplina: il Davos non ha mai potuto giocare in power-play.
Per l’Ambrì non c’è tregua, all’orizzonte c’è la trasferta di Langnau. Un altro avversario diretto, dopo Lugano, Friburgo e Ginevra. «Nelle ultime tre settimane ci siamo allenati tanto, lavorando con profitto, ora ci stiamo concentrando sul recupero», spiega l’allenatore ticinese. «Quando si è alle prese con un calendario fitto e complicato, avere le giuste energie sui sessanta minuti è importante. Contro il Davos abbiamo dimostrato di poterlo farlo».
A raffica
Come contro Gottéron e Servette, anche nei Grigioni le reti biancoblù sono arrivate in rapida successione. «Forse è un caso, forse è la testa», spiega Cereda. «Ci sono momenti in cui non sei fortunato, altri in cui la fortuna te la vai a cercare. È importante insistere, infatti abbiamo segnato tre reti davanti alla porta. Nel nostro campionato funziona così: devi essere pronto a vincere i duelli». E a ignorare la fatica. Sperando - come è probabile - nel recupero dell’acciaccato Curran.