Sci alpino

Marco Odermatt: «Posso ancora migliorare»

Il campione si è presentato a Dübendorf carico di stimoli in vista dell'inizio di stagione: «Loïc Meillard è il mio più grande rivale, è estremamente dotato tecnicamente e conquista punti in ben tre discipline»
© TIL BUERGY
Alex Isenburg
01.10.2024 21:45

Nell’ormai tradizionale appuntamento di inizio ottobre al «THE HALL» di Dübendorf - dove Swiss-Ski organizza da svariati anni una giornata dedicata ai media - l’uomo più atteso non poteva che essere lui, il dominatore del Circo Bianco e punta di diamante dello sport rossocrociato, Marco Odermatt. Si è fatto attendere, il 26.enne di Buochs, ma d’altra parte non poteva essere certo lui ad aprire le danze nella sala dedicata alle molteplici conferenze stampa. Dopo un susseguirsi di atleti, infine, è giunto il suo momento e la stanza - gremita di giornalisti, pronti ad ascoltare le sue parole a poco meno di un mese dal debutto stagionale in quel di Sölden - si è improvvisamente fatta meno rumorosa e vieppiù recettiva.

A caccia di conferme

«Sono in forma e in salute - ha esordito il nidvaldese - l’estate e il periodo di allenamenti sono trascorsi in maniera positiva, così come sono andati bene i primi giorni di sci - a Saas Fee - e la preparazione svolta in Sud America. Come sempre, però, in questa fase della stagione non mi sento ancora pronto, poiché ho trascorso pochi giorni - soltanto una ventina - con la neve sotto ai piedi. In queste settimane, dunque, ci sarà ancora parecchio lavoro da svolgere». Seppur con pochi cambiamenti rispetto al passato, il suo periodo di preparazione fisica è stato contraddistinto dalla nuova presenza di Alejo Hervas. «Le basi sono rimaste sostanzialmente le medesime, abbiamo proseguito sulla stessa direzione intrapresa negli scorsi anni ma effettuando passi ed esercizi differenti, era ciò che mi serviva».

Ripartire dopo un’annata trionfale - come è indubbiamente stato il caso per lui - non dev’essere tanto facile, perché l’asticella delle aspettative si trova a vette siderali. «Prima di tutto voglio confermarmi su quei livelli, ma naturalmente il mio desiderio è di migliorare ulteriormente». E in questo senso Odermatt ha le idee in chiaro. «La fase a inizio curva è senza dubbio cruciale, è un aspetto sul quale si può sempre lavorare per diventare ancor più veloci». L’obiettivo stagionale - non è un segreto - è uno solo e riguarda la discesa libera di Kitzbühel. Strano, per alcuni, considerando che a febbraio ci saranno anche i Mondiali di Saalbach, ma il trionfo sulla Streif è l’unico grande risultato che manca nel suo palmarès altrimenti ricchissimo.

Cercasi rivali

In seguito ai tre successi filati, Odermatt è logicamente il favorito numero uno per quanto riguarda la generale di Coppa del Mondo. Dietro di lui, poi, il vuoto. Non per mancanza di concorrenza, sia chiaro, ma perché la schiacciante superiorità messa in mostra impone una certa cautela nel designare un contendente alla sua altezza. Lui, però, non ha dubbi a riguardo: «Loïc Meillard il mio più grande rivale». Il distacco abissale inferto al neocastellano nel recente passato, insomma, non fa dormire sonni tranquilli a Odermatt. «A partire da metà stagione abbiamo avuto un rendimento simile, mi è stato molto vicino. Posso trarre anche dei benefici dalla rivalità con Loïc, tecnicamente è uno sciatore incredibilmente dotato, forse è il migliore. Ha dimostrato che - oltre allo slalom e al gigante - è in grado di competere ai massimi livelli anche in SuperG. Entrambi, quindi, possiamo totalizzare tanti punti in tre discipline diverse».

Sarà Meillard, allora, l’unico degno antagonista di «Odi»? Probabilmente sì, anche considerando i diversi infortuni che hanno colpito - e stanno ancora colpendo - a più riprese gli avversari del nidvaldese. Prima del lungo stop forzato - causato dalla rovinosa caduta di Bormio - colui che sembrava in grado di impensierire il fenomeno rossocrociato era Marco Schwarz, che però dopo essersi messo alle spalle i problemi con il ginocchio destro è stato messo k.o. da un’ernia al disco. Tanto meglio, poi, non se la passano bene nemmeno Kilde e Pinturault. Quest’ultimo è tornato sugli sci dopo ben sette mesi, mentre il norvegese - caduto anche lui come il transalpino in quel di Wengen - è ora alle prese con un’infezione alla spalla sinistra.

Gli attesi ritorni

Qualcuno che punta a colmare quel vuoto di cui andiamo dicendo, in realtà ci sarebbe anche. Già, perché la stagione che sta per prendere il via vedrà due ritorni roboanti, uno è quello di Lucas Braathen, l’altro è quello di Marcel Hirscher ed entrambi, tra l’altro, rappresenteranno il Paese di origine delle rispettive madri, Brasile da una parte e Olanda dall’altra. «Sinceramente non mi interessa molto per quale nazione gareggeranno - ha affermato Odermatt - penso che in termini di appeal sia un qualcosa di positivo per il nostro sport. Con loro potrebbero esserci più tifosi disposti a venire ad assisterci in pista o guardarci dal televisore di casa».

Aldilà degli aspetti puramente sportivi, il comeback di Hirscher ha scatenato una serie di discussioni infinite (vedi sotto), poiché la FIS ha sostanzialmente introdotto un sistema di wildcard fatto su misura per lui e che gli consentirà di partire con un pettorale a ridosso dei primi 30. «Non mi è sembrata una buona mossa, ma allo stesso tempo non mi disturba più di tanto. Pensare di rivederlo in pista magari col 50 sarebbe stato ancor più intrigante, avrebbe generato interesse per tutta una serie di atleti che partono con pettorali alti. Questo forse è un po’ un peccato, ma per lui è certamente un grosso vantaggio». Insomma, se le premesse sono queste, ne vedremo delle belle.