Commercio

L'intrattenimento nell’era liquida: «Adeguiamoci»

MediaMarkt ha deciso di rinunciare entro giugno alla vendita di DVD e CD – Interdiscount continua a vendere i film, ma solo dal sito – I videogiochi, per ora, resistono – Intanto, le Manor ticinesi hanno salutato le Fnac: «Il nostro è un mercato in perenne evoluzione»
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Paolo Galli
Giona Carcano
29.04.2024 06:00

Una volta c’erano i vinili. Belli da aprire, da toccare, da ascoltare, oltre che da collezionare. Prevedevano un rituale fisico, anche complesso. Ora è una questione liquida. Vale per la musica, vale anche per i video, per i film. Vale anche per i videogiochi. Ci dicono che tutto è liquido. Anche dal punto di vista commerciale. Non a caso, MediaMarkt ha da poco deciso di rinunciare alla vendita di DVD e CD, quindi dei suoi prodotti audiovisivi in formato fisico, prodotti che furono - un tempo - molto redditizi, se non trainanti. In una mail dello scorso 19 marzo, il gigante dell’elettronica annunciava ai propri partner commerciali la dismissione di questo segmento. E scriveva: «A causa del forte e costante calo della cifra d’affari, così come dei costi particolarmente elevati legati alla gestione di questi dipartimenti, abbiamo deciso di dismettere questo segmento entro il 30 giugno 2024». Il tutto, era stato annunciato, avverrà - e sta già avvenendo - in modo progressivo, secondo una precisa pianificazione. Coinvolte, naturalmente, anche le due sedi ticinesi, di Sant’Antonino e di Grancia. Da noi contattato, l’ufficio stampa della stessa MediaMarkt, attraverso la portavoce Stella Zeco, spiega: «Il modo in cui la tecnologia viene utilizzata è in costante evoluzione. È compito di MediaMarkt riconoscere le esigenze e i desideri dei clienti e rispondere di conseguenza. Lo facciamo non solo con i supporti audio e video, ma con tutte le categorie di prodotti presenti nei nostri negozi. Se i costi di acquisto e di gestione di una categoria di prodotti non sono più economicamente sostenibili, dobbiamo separarcene e offrire ai clienti i prodotti che preferiscono». Sui videogiochi, una precisazione: «Al momento, non tutti i videogiochi possono essere scaricati online. Perciò è ragionevole mantenerli nell’assortimento», almeno «per il momento».

Il futuro a Sant’Antonino

Almeno per il momento, già. Anche se la tendenza sembra ormai definita. Non sappiamo se anche questo abbia pesato nella scelta di Fnac di rinunciare, in Ticino, ad avere propri punti vendita presso Manor. Il direttore operativo di Fnac, François Gazuit, già nel 2023 - di fronte alla decisione di chiudere diversi punti vendita in Svizzera tedesca - si era limitato a spiegare: «Vogliamo concentrarci sulla Svizzera romanda». Poche settimane fa - era il 20 marzo - Manor ci aveva fatto sapere: «Nei nostri grandi magazzini continueremo a offrire un assortimento di base di articoli multimediali ed elettronici, fortemente incentrato sulle esigenze dei clienti». Come è noto, la stessa Manor ha pure deciso di chiudere le proprie sedi di Balerna e Sant’Antonino. E il negozio MediaMarkt di Sant’Antonino - guarda caso - si trova proprio nel Centro Manor. Che ne sarà del gigante rosso, una volta chiuso il supermercato Manor? «Proprio come per le categorie di prodotti, è dovere aziendale di MediaMarkt esaminare costantemente la redditività dei suoi negozi e adattare lo spazio se necessario». E Manor che ne dice? Remo Tenisch, il direttore, spiega che «Manor è solo in affitto» nel centro che porta il suo nome. Antonio Giangreco, dalla direzione del centro, ci fa sapere: «Siamo in trattativa con diversi grandi gruppi e forse dopo la stagione estiva ne sapremo di più». Riguardo MediaMarkt, «non abbiamo ancora nessuna decisione e probabilmente il tutto dipenderà dall’evoluzione del Centro». Intanto, quel che è certo è che resterà senza DVD e CD.

Online e offline

Uno dei concorrenti di MediaMarkt è Interdiscount. Da noi contattata, la portavoce Salome Balmer ci ricorda che, nei loro negozi, non si vendono più né CD né DVD. «Per quanto riguarda i videogiochi, invece, continuiamo a proporli». Detto questo, online, su interdiscount.ch, «offriamo in vendita un assortimento completo di circa 27.000 film tra blu-ray e DVD», ma non i CD. Sempre online, l’azienda con oltre 180 filiali in tutta la Svizzera, propone un assortimento di circa 2.000 titoli diversi di videogiochi, per l’appunto venduti anche nei negozi secondo una scelta dei migliori del momento. Dalla sede centrale, non arrivano informazioni sullo stato di salute delle filiali ticinesi, ma ci viene comunque detto che, «attualmente, non è previsto alcun cambiamento nella rete di negozi». Il che, di questi tempi, sembra già molto positivo. Più in generale, precisa sempre Balmer, «ci troviamo in un ambiente di mercato molto competitivo. Nel settore dei videogiochi e dei film, la trasformazione digitale e i relativi cambiamenti di comportamento dei clienti rappresentano un fattore supplementare».

Non una ma tante sfide

Stefan Fraude, CEO di MediaMarkt, intervistato sul tema dal portale specializzato CEToday, confermava: «Il contesto del mercato svizzero è fortemente influenzato dal commercio al dettaglio online». Da lì le riflessioni su un eventuale, deciso, rafforzamento delle proprie armi digitali. In quella stessa intervista, Fraude sottolineava: «Il clima del mercato in Svizzera è attualmente difficile e questo non può essere ignorato». Lo sa bene anche Migros, che riconosce di voler vendere il proprio negozio specializzato in elettronica, Melectronics. Nel rapporto d’esercizio 2023, Migros notava: «Le nuove esigenze della clientela richiedono una riorganizzazione dei formati dei negozi specializzati. La vendita in programma di Melectronics segna il passo successivo in tale direzione». Tornando a Manor, il suo ufficio stampa ci spiega: «Manor vuole diventare il riferimento del commercio omnicanale in Svizzera. Il nostro è un mercato in perenne evoluzione, dove la concorrenza è multiforme, che sia online o offline, e in cui le abitudini di consumo si trasformano. Non si tratta quindi di una sola sfida, ma di diverse evoluzioni, rispetto alle quali il commercio al dettaglio - in ogni suo settore - deve adattarsi. Anche perché le tendenze del consumo, a causa dell’inflazione, sono al ribasso. Lavoriamo costantemente sul nostro assortimento, al fine di raggiungere i bisogni dei clienti». Per essere competitivi, ci dicono, a fare la differenza sarà il proprio valore aggiunto. La solidità, tra tante incertezze liquide, passa da lì.

Ma Taylor fa eccezione anche in vinile

Da una parte, anche le grandi catene - comunque molti anni dopo i piccoli commercianti - smettono di vendere la musica in formato solido. Dall’altra, lo streaming passa da un record all’altro. A infrangerli è spesso Taylor Swift. Un autentico fenomeno del pop, la cui abilità va oltre la più o meno riconosciuta bravura. Con il suo nuovo album, The Tortured Poets Department, pubblicato il 19 aprile - anche se il conto alla rovescia su Spotify era scattato settimane prima, il 28 marzo -, la cantante americana ha stabilito un nuovo primato: il disco più scaricato di sempre in un solo giorno (record già suo, anche se con Midnights, che a sua volta precede il successivo 1989) - primato battuto in meno di 12 ore! -, ma anche il primo album a essere scaricato oltre 300 milioni di volte nelle prime 24 ore. L’annuncio è stato fatto da Spotify e ha poi trovato conferme da un altro vettore, ovvero Apple Music. Il fenomeno di Taylor Swift è talmente fuori dal tempo che premia anche il formato 33 giri: nella prima settimana The Tortured Poets Department ha venduto 700.000 copie in vinile (confermando che il vinile ormai ha superato il CD). Il che, come sottolinea Billboard, rappresenta un nuovo record, perlomeno per quanto riguarda l’era moderna, dal 1991 a oggi. Tornando a Spotify, Taylor Swift si è presa, con Fortnight, anche la vetta del singolo brano più ascoltato in un giorno. E non è finita qui: appena cinque giorni dopo la sua pubblicazione, l’album è diventato il primo a superare il miliardo di stream in una sola settimana.