La sentenza

Concorso per il tram-treno, ancora non ci siamo

Il Tribunale federale ha confermato l’esclusione del consorzio che si era inizialmente aggiudicato la progettazione esecutiva – Ora il Cantone dovrà nuovamente assegnarla: verosimilmente toccherà al secondo classificato
© DT

Tra la posta in arrivo più attesa negli uffici del Dipartimento del territorio a Bellinzona c’era in particolare una sentenza del Tribunale federale decisiva per la Rete tram-treno del luganese: quella, cioè, relativa a chi sarà assegnata la progettazione esecutiva dell’opera. Ora la sentenza è arrivata (è datata il 3 agosto scorso) e una cosa è certa: il progettista non sarà quello scelto dal Consiglio di Stato. L’Alta Corte federale ha infatti confermato l’esclusione del consorzio che in prima battuta si era aggiudicato la progettazione esecutiva della tappa prioritaria del tram-treno. La stessa dovrà ora essere assegnata a un altro consorzio di imprese, con ottima probabilità quello classificatosi secondo, la cui offerta era di circa tre milioni più onerosa (20,8 milioni di franchi contro 17,7). Galeotta è stata una questione formale oltre a un errore, ammesso, del Cantone.

Che cos’era successo

Quello scritto qualche settimana fa dal Tribunale federale – ma emerso solo oggi con la pubblicazione della sentenza – è l’ennesimo capitolo di una vicenda iniziata quasi tre anni fa. Nel 2021 il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) aveva accolto due ricorsi contro il primo bando (secondo i ricorrenti mancavano criteri che tenessero in considerazione l’organizzazione e l’esperienza dei team di progettazione, come capacità tecniche e organizzative), il 17 settembre il Cantone ne aveva indetto un secondo, con scadenza il 12 novembre 2021, e lo scorso aprile aveva deliberato la progettazione al gruppo Collega-TI. Il consorzio escluso, denominato Lugano Mobilità e patrocinato dall’avvocato Fabio Abate, aveva ricorso al TRAM contro l’assegnazione. Ottenendo – ne avevamo riferito lo scorso 19 aprile – parzialmente ragione, con la Corte cantonale che aveva decretato l’esclusione della prima classificata e disposto alcuni approfondimenti su un paio di aspetti dell’offerta di Lugano Mobilità. Di qui la decisione della prima classificata, patrocinata dall’avvocato Massimo Nicora, di contestare questa sentenza al Tribunale federale, con un ricorso inviato l’11 novembre 2022. Ricorso che l’Alta Corte ha ritenuto inammissibile, confermato quindi la decisione del TRAM.

Questione di referenze

Ma che cosa ha portato la Corte cantonale e, in ultima istanza, il Tribunale federale a decidere per l’esclusione della ditta vincitrice? Come si legge nella sentenza pubblicata venerdì, l’aggiudicatrice aveva presentato fuori tempo massimo due nuove referenze, in sostituzione di una referenza non idonea relativa alla figura dello specialista degli impianti di manutenzione ferroviaria. E lo stesso Consiglio di Stato, chiamato a esprimersi, aveva «osservato che nell’accettare la presentazione di due nuove referenze dopo il termine per l’inoltro dell’offerta aveva commesso un errore, ammettendo un’illecita modifica dell’offerta, e condiviso le conseguenze di questo errore, cioè l’esclusione del consorzio vincitore dalla gara di appalto».

Quando il via ai lavori?

Il progettista, quindi, non c’è ancora, anche se la nuova assegnazione sembrerebbe essere poco più di un pro forma. Quando si terrà, non siamo però riusciti ad appurarlo (il DT e il suo direttore Claudio Zali non hanno per ora dato seguito alle nostre domande al riguardo). E non è l’unica domanda rimasta aperta. Su tutte, che è poi la più importante: quando è previsto, a questo punto, l’inizio dei lavori? Nel capitolato di concorso (settembre 2021) era indicata quest’estate, e una messa in esercizio nel 2030.

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