Il caso

«Soddisfatto del lavoro, non ci fosse stata la pandemia...»

Officine FFS di Bellinzona: ha lasciato dopo otto anni il direttore del Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibile e ferroviaria Simone Bernasconi - Decisivi i prossimi mesi per capire come si riposizionerà la struttura voluta dalle istituzioni dopo lo sciopero
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Alan Del Don
29.03.2024 06:00

«Sono stati otto anni importanti, impegnativi e contraddistinti da condizioni di base interessanti. Non posso che essere assolutamente soddisfatto». Entrato in carica il 1. settembre 2015, l’ingegnere bellinzonese Simone Bernasconi ha diretto il Centro di competenza nel settore della mobilità sostenibile e ferroviaria, ubicato alle Officine FFS della capitale, sino a fine 2023. Contrariamente a quando era stato nominato (allora era stata inviata prima una nota ai media, seguita poi da una conferenza stampa nel giro di 24 ore), non vi è stata stavolta nessuna comunicazione ufficiale sul suo addio, dettato dalla volontà di lanciarsi in una nuova avventura professionale e in quanto giunto «a conclusione del mandato» deciso dal Governo.

Il Corriere del Ticino lo ha appreso negli scorsi giorni; a inizio mese il 50.enne è logicamente uscito anche dal Consiglio dell’omonima fondazione in cui siedono rappresentanti del Cantone, della Città, delle Ferrovie, degli enti regionali per lo sviluppo del Bellinzonese e valli e del Mendrisiotto e Basso Ceresio, della Supsi e dei sindacati. Ma non più dell’associazione Giù le mani dall’Officina. Questa è l’altra novità: dopo lo storico leader dello sciopero Gianni Frizzo, ora ha lasciato anche il sindacalista e deputato Matteo Pronzini.

Il lungo iter e le varie tappe

Il Centro di competenza (anche chiamato MobLab, in precedenza msfi) è nato, proprio, a seguito della mobilitazione del marzo 2008 degli operai dello stabilimento industriale della Turrita. Due anni dopo il Consiglio di Stato scelse di approfondire questo scenario per assicurare un futuro al pluricentenario sito; nel novembre 2013 arrivò la firma sulla convenzione per la costituzione della Fondazione e meno di due anni dopo l’inizio dell’attività. «Il Centro di competenza sarà una struttura modulare nella quale si cercherà di far confluire tutte le competenze presenti sul territorio regionale e nazionale, in particolare quelle presenti all’interno delle FFS, con l’obiettivo di incentivare e favorire lo sviluppo di progetti innovativi e all’avanguardia nell’ambito del settore dei trasporti e della mobilità ferroviaria - scriveva il Governo nel messaggio di dieci anni fa -. Assieme alla promozione, al coordinamento e allo sviluppo di progetti innovativi, il Centro dovrà fornire alle FFS, alle Officine e alle aziende private tutta una serie di servizi e di risposte in grado di soddisfare i bisogni attuali del settore».

Sussidi cantonali e federali

In quasi due lustri il MobLab ha posto l’attenzione su temi quali la digitalizzazione, l’automazione, la formazione continua e le nuove tecnologie con l’obiettivo di favorire uno sviluppo industriale sostenibile. Lo ha fatto attraverso corsi e master proposti in collaborazione con la Supsi, conferenze e dibattiti nonché partecipando ad eventi legati al settore, come l’Expo Ferroviaria nell’ottobre scorso a Milano. «La pandemia da coronavirus, poi, ha fatto il resto, mettendoci i bastoni tra le ruote e rendendo di conseguenza il lavoro più difficile. Ribadisco in ogni modo di essere soddisfatto del lavoro svolto», rileva Simone Bernasconi. Il Gran Consiglio ha finora approvato, ricordiamo, un sussidio a fondo perso di 2,1 milioni di franchi per il quadriennio 2014-2018 e 1,2 milioni per il riposizionamento della Fondazione e per l’attività di accompagnamento delle moderne Officine FFS che sorgeranno a Castione per il periodo 2020-2023 (più lo «scioglimento» di 350 mila franchi di riserve accumulate). Il MobLab ha inoltre goduto di un finanziamento federale (2016-2019).

L’ultimo finanziamento

Qualcosa è stato fatto, ma forse non quanto si aspettavano i rappresentanti delle maestranze e, per certi versi, pure i partner istituzionali. Tant’è che, come detto, dopo Gianni Frizzo nella primavera 2019, a uscire dal Consiglio di fondazione è adesso Matteo Pronzini. «Il Centro di competenza ha svolto le attività previste, pur non raggiungendo tutti gli obiettivi (...). Si tratta dell’ultimo finanziamento cantonale assicurato a questa iniziativa che, entro il 2023, dovrà trovare un suo eventuale collocamento all’interno di una delle iniziative sostenute dal Cantone nell’ambito del sistema regionale dell’innovazione (Fondazione Agire/Switzerland Innovation)», osservava il Consiglio di Stato nel messaggio dell’ottobre 2019 all’indirizzo del Parlamento. La Fondazione, quella del MobLab, ha nel frattempo cambiato sede: non più in viale Officina (dunque nel «cuore» dello stabilimento produttivo che entro tre anni lascerà Bellinzona), ma presso il Dicastero territorio e mobilità della Città a Sementina.