L'editoriale

La NATO, la Russia e la guerra virtuale

Con l’intensificarsi dei combattimenti tra l’esercito di Mosca e quello di Kiev, le dichiarazioni avventate rischiano di allontanare la prospettiva di una soluzione negoziale della grave crisi scoppiata oltre due anni fa alle porte orientali dell’Unione europea
Osvaldo Migotto
29.03.2024 06:00

Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa russa Tass, il presidente russo Putin ha affermato che aerei da guerra F-16 che venissero utilizzati dall'Ucraina contro la Russia verrebbero colpiti dalle forze di Mosca anche se si trovassero in aeroporti della NATO. Una minaccia che evidenzia quanto si siano fatti tesi i rapporti tra il Cremlino e l’Alleanza Atlantica dopo le dure dichiarazioni del presidente francese Macron e del Governo polacco nei confronti di Mosca (vedi approfondimento a pagina 3). Le guerre, è risaputo, si combattono con le armi, ma anche con la propaganda. E le parole, a volte, possono fare più danni di un bombardamento.

Con l’intensificarsi dei combattimenti tra l’esercito di Mosca e quello di Kiev, le dichiarazioni avventate da parte russa, ma anche da parte della NATO o di singoli Paesi dell’Alleanza, rischiano di allontanare la prospettiva di una soluzione negoziale della grave crisi scoppiata oltre due anni fa alle porte orientali dell’Unione europea.

Se all’inizio del conflitto i toni usati dal Cremlino e dalle capitali occidentali solidali con il Paese invaso erano tendenzialmente controllati, con il protrarsi dei combattimenti e con l’aggravarsi delle perdite umane e materiali su entrambi i fronti le prese di posizione si sono fatte particolarmente dure. Putin e i suoi pretoriani, indispettiti per l’inaspettato sostegno militare fornito dall’Occidente a Kiev, non hanno esitato a brandire la minaccia dell’uso della bomba atomica.

Col passare dei mesi i toni sono poi saliti anche tra gli alleati della NATO, con il presidente francese che negli scorsi giorni ha ipotizzato un futuro invio a Kiev di soldati dell’Alleanza Atlantica per sostenere l’Ucraina. Dichiarazioni che, su un fronte come sull’altro, possono essere considerate propaganda con la quale fare pressione sull’avversario. Dubitiamo però che prese di posizione incendiarie possano portare a risultati positivi.

Mentre sul fronte ucraino è facile immaginare che il presidente Zelensky preferirebbe ricevere dagli alleati un più massiccio invio di munizioni e di armi pesanti con cui respingere l’avanzata russa, piuttosto che sentire le loro minacce più o meno velate a Mosca. Va poi sottolineato che gli ultimi attacchi verbali di Putin a Kiev, Londra e Washington in merito al recente attentato terroristico portato a termine a Mosca, sembrano più un tentativo di nascondere le sue responsabilità per l’inadeguatezza delle misure antiterrorismo nella capitale russa che il risultato di una seria indagine investigativa sul tragico bagno di sangue.

L’uomo forte del Cremlino, si sa, è molto abile nel vendere fumo ai propri concittadini e nel togliere di mezzo chi vuole offrire al Paese un’informazione indipendente. Stando all'ONG Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio della repressione in Russia, nella notte tra mercoledì e giovedì nel Paese sono stati arrestati cinque giornalisti che lavorano per media indipendenti.

In conclusione potremmo dire che tra Federazione russa e Alleanza Atlantica è in atto una guerra virtuale, fatta di minacce, accuse reciproche, spesso non fondate, e tentativi di destabilizzazione, soprattutto da parte russa. Pensiamo in particolare alle prossime elezioni europee dalle quali il Cremlino potrebbe uscire avvantaggiato se a Bruxelles si insediasse un Parlamento molto diviso e che quindi faticherebbe a prendere decisioni. Un Legislativo europeo con una forte presenza di partiti nazionalisti di estrema destra, spera lo “zar”, potrebbe ridurre il sostegno militare e finanziario a Kiev. Per questo, notano gli esperti in materia, Mosca ha già mobilitato da tempo i suoi hacker attivi nella disinformazione. Un ulteriore capitolo della guerra virtuale in atto tra Russia e NATO.

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