Basket

La SAM e la legge dei numeri

Battuto ma non abbattuto dall’Olympic in gara-1 della finale, il Massagno è stato penalizzato anche dal suo rendimento a rimbalzo - Domani è atteso l’esito del ricorso per Marko Mladjan
Antonio Ballard e compagni hanno lottato fino all’ultimo secondo, ma non è bastato per trovare subito il «break». © Keystone/Anthony Anex
Mattia Meier
28.04.2024 21:09

Se la stagione dovesse chiudersi con l’ennesimo successo dell’Olympic Friburgo, gara-1 della finale rischia di essere quella del grande rammarico per la SAM Massagno. Sabato alla St. Léonard, i ticinesi hanno a lungo accarezzato l’impresa, quella che avrebbe permesso loro di dare subito una svolta importante alla serie. A livello pratico e psicologico.

Numeri implacabili

Dunque battuta, ma non certo abbattuta, la SAM. Paradossalmente, andata oltre i propri limiti, ma in sostanza azzoppata dagli stessi, rivelatisi dettagli non da poco in una partita decisa all’ultimo tiro. La lotta a rimbalzo è stato il solito gioco al massacro in cui la squadra della collina ha recitato il ruolo della vittima: +18 il differenziale a favore dei padroni di casa (53-35), 26 quelli offensivi burgundi, uno in più di quelli difensivi massagnesi, per 22 punti da seconda opportunità. Una statistica implacabile, dal peso specifico non indifferente quando chiudi a un punto dall’avversario. Tanto quanto il rapporto palle perse avversarie/punti realizzati: Friburgo ha chiuso con 12/18, la Spinelli con 10/7. Piccoli grandi numeri, buoni a spiegare come i campioni in carica siano riusciti a portare a casa una serata da 34% al tiro (6/32 da 3), in cui a parte Nottage il quintetto ha navigato a vista. L’Olympic è andato (ancora) in grande difficoltà contro la zona chiamata da Gubitosa da metà terzo quarto in avanti. Cinici, spettacolari in difesa a cavallo tra primo e secondo quarto (quando hanno costruito il 17-0 che li ha rimessi in partita), i friburghesi hanno approfittato al meglio di ogni sbavatura avversaria, finendo con il fare la differenza. Minima, ma decisiva.

Un problema, una soluzione

La SAM è andata comunque a un passo dal colpaccio, malgrado i dati statistici di cui sopra e la coperta corta dovuta alle assenze. Problemi a cui Gubitosa ha trovato soluzioni forse anche inaspettate. Per un Solcà in infermeria, ecco un Martino al top: aggressivo, tonico, il playmaker ticinese in gara-1 ha attaccato il canestro con ottime percentuali, creando pericolo aggiunto. Peccato per la gestione dei falli, andata a limitare la sua efficacia difensiva. Per un Marko Mladjan squalificato, Massagno ha invece pescato un Tutonda mai visto in stagione: 13 punti (3/3 da 3) e più in generale un impatto, al netto di alcune solite distrazioni difensive, positivo. Una prestazione che poco ha fatto rimpiangere l’assenza del capitano, per quanto ovviamente rimanga vivamente auspicabile rivederlo in campo domani per gara-2, e magari anche per le altre. Partita questa da giocarsi però fuori dal campo, laddove la squadra della collina non può che subire gli eventi (una decisione sul ricorso e sul suo effetto sospensivo è attesa domani). Discorso diverso ovviamente per il rettangolo di gioco, dove la sua influenza può esercitarla eccome. Nel bene e nel male.

Spirito e concentrazione

Vedere Isaiah Williams farsi espellere nel momento topico della partita (all’inizio del quarto periodo), lui che a tratti la stava dominando, per una protesta da frustrazione, arrivata subito dopo aver già preso un tecnico (per quanto eccessivo e dubbio), è un altro motivo di rammarico. Così come la brutta rimessa di Dusan Mladjan, che ha consegnato la palla, e la vittoria, in mano a Jurkovitz e al suo Friburgo a 90 secondi dal termine, conclusione di una brutta partita, offensivamente parlando, per il «top scorer» ticinese, una volta di più in difficoltà contro la fisica difesa burgunda e dello stesso Jurkovitz in particolare. Così come fa male l’errore di tavolo e arbitri, andati a togliere due punti a Tutonda per un cronometro non resettato. Altri accumuli che hanno inficiato una serata che ha comunque lanciato un segnale importante. La SAM c’è, al netto dei suoi limiti, e se forse non ha tutto ciò che le serve per battere Friburgo, ha abbastanza per sopperire a quel che le manca. Servirà lo stesso spirito, ripartendo dai primi 8 minuti di gioco rasenti la perfezione (24-12 per la SAM), dalla verve di Dunans (mano quadrata e mezza rotta, eppure costantemente andato ad attaccare il canestro) e metterci quel grammo di concentrazione in più. La St. Léonard non è ancora stata violata, ma tutto appare tranne che inviolabile.