Thürkauf è il trascinatore, LaLeggia e Ruotsalainen i flop

All’indomani dell’eliminazione dai playoff, per i bianconeri è già tempo di pagelle. Eccole.

Si esprime su buoni livelli nella regular season. Perde due mesi a causa di un infortunio: rientra in gara-3 dei playoff e porta il Lugano di peso. Affidabilissimo.

È una scommessa persa. Qualche buona partita, ma anche tante indecisioni. Le sue percentuali di parate (89,86 in stagione, 84% nelle due sfide con il Gottéron) non giustificano l’utilizzo di una licenza straniera.

L’impegno non manca, ma vien da chiedersi cosa abbia visto in lui Hnat Domenichelli al momento della firma del contratto. Debole difensivamente, pochi impulsi in fase offensiva. Si esprime al meglio da attaccante ed è tutto dire.

Qualche distrazione di troppo, come sempre. Ma cresce nel post season, segnando reti importanti sia nei play-in con l’Ambrì Piotta sia nella serie con il Friburgo.

Parte male e quando si riprende, verso Natale, si infortuna. Deve dirigere il secondo quintetto di power-play, ma nelle sette partite dei playoff non ottiene nemmeno un punto. E chiude con un disastroso -7.

Si impone come uno dei difensori bianconeri più solidi e mette pure a segno alcune reti pesanti.

Poco appariscente, ma è il vero ministro della difesa bianconera. Dalle sue parti raramente gli avversari passano.

È una delle belle sorprese della stagione del Lugano. Concreto e affidabile, ha ancora margini di crescita.

Stagione condizionata da qualche malanno di troppo. Non sempre brillante nella regular season, fa il suo nella serie con il Gottéron.

Alterna buone prestazioni ad errori di gioventù, spesso per eccesso di fiducia. Il potenziale è buono, può solo crescere.

Arriva in Ticino quale difensore straniero di scorta, ma diventa rapidamente imprescindibile. Duro, solido, concreto.

Il capitano disputa una stagione di altissimo livello. Trascina la squadra per mesi a tutta pista e chiude con un incredibile bottino di 29 reti e 39 assist in 61 partite. Leader vero.

Parte piano, ma quando ingrana è un piacere per gli occhi. Tanto bello da vedere quanto concreto, nei playoff ci mette anche il fisico.

Giocatore totalmente ritrovato. Vola nella prima parte della stagione regolare e solo un infortunio lo ferma. Torna e fornisce un contributo importante sia nei play-in sia nei quarti dei playoff. Totalizza 54 punti in 48 partite: un bottino di prima categoria.

Non è più l’Arcobello di un tempo, ma – in un ruolo diverso – sa ancora garantire prestazioni di qualità.

Segna 19 reti ed è più costante, in fase realizzativa, rispetto al passato. È cresciuto parecchio anche nel gioco difensivo.

L’impegno non manca mai, ma il contributo offensivo (7 gol e 9 assist in 51 partite) è da mani nei capelli. Il «+» è per la rete all’overtime che decide gara-3. Per il resto, una delusione su tutta la linea.

Pasticcione, fatica a controllare le emozioni: più che per le sue qualità offensive (2 sole reti) si fa notare per i troppi falli inutili.

Parte bene, cala alla distanza. Più quantità che qualità, ma ha ampi margini di crescita.

La velocità non basta, deve provare a crescere fisicamente.

Ci si poteva attendere di più, in fase offensiva. Perde posizioni nella fase topica della stagione.

Stagione sfortunata, condizionata da un infortunio che lo tiene fuori a lungo.

Qualche apparizione anonima, Gianinazzi proprio non lo vede.

La sua fisicità ed esperienza mancano parecchio nei playoff.

Ha molte qualità, purtroppo si conferma fisicamente fragile.

Pattina e lavora, ma è ancora acerbo a questi livelli.

Prova a dare il suo contributo, quando viene chiamato in causa. Senza infamia e senza lode.

Tanta quantità, ma la qualità è un’altra cosa.

La sua stagione finisce anzitempo. La sua esperienza manca nel post season.

Anche lui rimane fuori a lungo per un infortunio. Tatticamente bravo, ha i mezzi per effettuare un salto di qualità.

Porta serenità e una struttura di gioco chiara ed interessante. Sbaglia qualche mossa, ma non perde mai la testa nei momenti più difficili del campionato.