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Timori per l'offensiva a Rafah, gli USA sospendono la consegna di armi

Gli Stati Uniti avrebbero dovuto inviare un carico di 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Timori per l'offensiva a Rafah, gli USA sospendono la consegna di armi
Red. Online
08.05.2024 06:10
22:10
22:10
Israele: «Altri razzi da Rafah su Kerem Shalom»

L'esercito israeliano ha detto che il valico di Kerem Shalom, fondamentale per le operazioni di aiuto a Gaza, è stato nuovamente preso di mira mercoledì da un lancio di razzi che ha «ferito leggermente» un soldato. «Sono stati identificati otto lanci che attraversavano l'area di Rafah verso l'area di Kerem Shalom», si legge in un comunicato militare.

19:44
19:44
USA: «Il rapporto sulle violazioni di Israele a Gaza non è pronto»

Il rapporto sulle violazioni di Israele nella guerra a Gaza che il dipartimento avrebbe dovuto presentare al Congresso oggi «non è pronto». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, in un briefing con la stampa senza specificare quando sarà ultimato.

«Sarà disponibile nei prossimi giorni ma è la prima volta che il dipartimento di Stato si occupa di una cosa del genere e vogliamo essere molto attenti», ha sottolineato. «Si tratta di un breve ritardo», ha aggiunto il funzionario.

18:57
18:57
IdF: «Ucciso il comandante della Forza navale di Hamas a Gaza City»

L'esercito israeliano in un raid ha ucciso Ahmed Ali, il comandante della Forza navale di Hamas a Gaza City. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) insieme allo Shin Bet.

«Nel corso degli ultimi anni - ha spiegato l'esercito - Ali è stato coinvolto nei progetti dell'unità navale di Hamas nella Striscia di Gaza. Durante la guerra, è stato responsabile di attacchi contro Israele e le truppe di terra operanti nella Striscia di Gaza. La scorsa settimana, ha portato avanti attività terroristiche contro le truppe dell'Idf che operano nel centro di Gaza».

18:45
18:45
USA: «Stiamo rivalutando l'invio di armi a Israele»

Gli Stati Uniti stanno «attualmente rivalutando alcune spedizioni di assistenza di sicurezza a breve termine» a Israele. Lo ha detto il segretario alla Difesa Lloyd Austin in un'audizione Commissione per gli stanziamenti del Senato sul bilancio del Pentagono per l'anno fiscale 2025.

«Continueremo a fare ciò che è necessario per garantire che Israele abbia i mezzi per difendersi. Detto questo, stiamo attualmente rivalutando alcune spedizioni di armi a breve termine nel contesto degli eventi in corso a Rafah», ha dichiarato il capo del Pentagono.

18:11
18:11
Continuano gli arresti negli USA per le proteste studentesche pro-Gaza

Continuano gli arresti negli USA per le proteste studentesche pro-Gaza: all'Università del Massachusetts la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato il campus di Amherst arrestando circa 130 ragazzi.

A Washington, dove il campus della George Washington University era occupato dal 25 aprile, la polizia ha fermato 33 studenti. «Gli agenti hanno dato tre avvertimenti e dopo il terzo sono intervenuti a sgomberare le tende», si legge sul giornale studentesco GW Hatchet. Una cinquantina di arresti anche a New York, dove ieri sera un gruppo di manifestanti pro-palestinesi si erano radunati sotto il Fashion Institute of Technology.

I fermi a New York sono arrivati mentre il sindaco Eric Adams ha messo di tasca sua una taglia di 5000 dollari a chi fornisca informazioni sui vandali che hanno preso di mira una statua della Seconda Guerra Mondiale all'angolo tra Fifth Avenue e la 67esima strada. Secondo la polizia, gli autori dei graffiti sarebbero da identificarsi tra i partecipanti alla marcia di protesta pro-Gaza che lunedì sera ha tentato di fare azioni di disturbo al Gala del Met.

18:09
18:09
Completato il molo USA da installare al largo di Gaza

Il Pentagono ha annunciato ieri di aver completato la costruzione di un molo sulla costa di Gaza destinato a facilitare la consegna di aiuti alla popolazione palestinese allo stremo, ma diversi operatori umanitari e analisti, anche in Egitto, si domandano che ruolo possa svolgere nel quadro di un conflitto sempre più complesso.

La struttura, la cui costruzione è iniziata il mese scorso e costata almeno 320 milioni di dollari, non è ancora operativa, ufficialmente a causa del maltempo di questi giorni sull'area, ha precisato il Pentagono, tuttavia - si domanda un'analista su Al Ahram - potrebbe anche essere legato al lancio dell'offensiva israeliana a Rafah, che ha aperto una nuova fase del conflitto.

Secondo alcuni commentatori, nonostante vi sia bisogno più che mai di inoltrare aiuti a Gaza, il molo USA potrebbe rimanere in stand by in attesa che la situazione sul campo si chiarisca. Le sezioni del molo e le navi militari coinvolte nella sua costruzione sono ancora nel porto di Ashdod,« in Israele, ha detto ieri il Pentagono, ma »il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) «è pronto a spostare il molo in posizione nel prossimo futuro».

Secondo i piani originari, il molo dovrebbe essere ancorato alla costa di Gaza dai soldati israeliani, mantenendo le truppe americane lontane dalla spiaggia. Gli aiuti verrebbero trasportati tramite navi commerciali su una piattaforma galleggiante al largo e trasferiti su imbarcazioni più piccole, portati a riva e trasferiti su camion per la distribuzione. Il tutto per trasportare inizialmente 90 camion di aiuti al giorno, poi fino a 150. Una goccia nel mare di una carestia che già prima della guerra richiedeva circa 500 camion di aiuti al giorno.

Lunedì, il portavoce della Sicurezza Nazionale John Kirby ha detto che le misure di sicurezza per coloro che consegnano gli aiuti sono ancora in fase di definizione, mentre i funzionari statunitensi hanno descritto il molo come un mezzo per integrare, e non sostituire la fornitura di aiuti. Da qui anche l'insistenza con cui gli USA stanno sollecitando la piena operatività dei valichi terrestri.

18:00
18:00
Idf: «8 razzi da Rafah verso aree israeliane vicino Gaza»

Sono stati 8 i lanci dalla zona di Rafah individuati dalle Forze di difesa israeliane (Idf) verso le zone israeliane a ridosso della Striscia, dove prima erano risuonate le sirene di allarme anti razzi. Lo ha fatto sapere l'esercito, citato dai media.

17:59
17:59
Polemica nel governo spagnolo per lettera alle imprese in Israele

Ha suscitato «stupore» e polemiche nell'esecutivo di coalizione Psoe-Sumar l'iniziativa del ministro di Diritti Sociali e Consumo, Pablo Bustinduy (Sumar) di inviare una lettera alle imprese spagnole presenti in Israele per chiedere di «adottare le misure necessarie» per evitare con la loro attività di «contribuire al genocidio in Palestina». Una missiva che ha provocato la condanna dell'ambasciata israeliana a Madrid.

«Non sappiamo nulla di questa lettera. Non intendiamo cosa voglia dire quando si riferisce al Governo», hanno segnalato fonti del ministero spagnolo degli esteri, citate dall'agenzia Efe, senza nascondere la «sorpresa».

Nella missiva, Bustinduy affermava che l'iniziativa «persegue la ricerca di soluzioni per porre fine al genocidio in Palestina e si inquadra come un'azione nella linea politica del Governo di Spagna», che punta «a riconoscere lo Stato di Palestina e promuovere la sua entrata come membro di pieno diritto nell'Onu». Dal ministero degli esteri si segnala invece che la posizione dell'esecutivo di Madrid su Gaza e il riconoscimento della Palestina «è chiara» così come quella «sulla considerazione di Israele e del suo popolo come amici».

«Non ho visto il comunicato», ha assicurato da parte sua il ministro di Economia, Commercio e Impresa, Carlos Cuerpo, in dichiarazioni ai cronisti. E ha ribadito che il Governo «ha molto chiara la visione» sulla situazione a Gaza e «sull'importanza del mantenimento dei diritti umani nella zona» e si sta muovendo dall'inizio del conflitto nell'ambito internazionale «perché ci sia un cessate il fuoco». Mentre la vicepremier per la transizione ecologica, Teresa Ribera, ha rimarcato che «la posizione della Spagna sul piano internazionale corrisponde a quella espressa dal presidente del Governo e dal ministro degli esteri, a prescindere dal fatto che chiunque possa avere una sua opinione».

17:54
17:54
Media: «Evacuato il principale ospedale di Rafah»

I combattimenti hanno costretto all'evacuazione del principale ospedale di Rafah. Lo riporta Sky News precisando che l'Abu Youssef al-Najjar è stato uno dei principali centri medici ad accogliere i feriti negli ultimi attacchi aerei sulla zona.

Lo Al-Najjar, che è uno dei tre ospedali di Rafah, «non funziona più a causa delle ostilità in corso e dell'operazione militare a Rafah», ha confermato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo quanto riporta l'agenzia Afp.

Tutte le strutture sanitarie nel sud della Striscia sono sotto pressione: «Hanno solo 3 giorni di autonomia», per la carenza di carburante legata al blocco degli aiuti ai valichi, ha reso noto l'Oms.

17:53
17:53
L'Unione africana condanna l'incursione di Israele a Rafah

L'Unione africana (Ua) ha condannato l'incursione dell'esercito israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e ha invitato la comunità internazionale a «fermare l'escalation mortale» in un comunicato. Il presidente della Commissione dell'Ua, Moussa Faki Mahamat, «condanna fermamente l'estensione di questa guerra al valico di Rafah», si legge.

Faki «esprime la sua estrema preoccupazione per la guerra condotta da Israele a Gaza che provoca, in ogni momento, morti di massa e distruzione sistematica delle condizioni di vita umana». Il presidente della Commissione dell'Ua, inoltre, «invita l'intera comunità internazionale a coordinare efficacemente l'azione collettiva per fermare questa escalation mortale».

17:16
17:16
«Carburante solo per tre giorni per gli ospedali di Gaza sud»

«Siamo profondamente preoccupati per l'aumento delle attività militari di Israele a Rafah, dove la maggior parte della popolazione di Gaza è fuggita per mettersi in salvo. Si stima che tra le 30 mila e le 40 mila persone abbiano lasciato Rafah per Khan Younis e Deir al-Balah, ma più di 1,4 milioni di persone rimangono a rischio a Rafah, inclusi 600 mila bambini».

È quanto ha affermato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa.

«Uno dei tre ospedali di Rafah ha già dovuto chiudere. I suoi pazienti si sono trasferiti altrove e il personale ospedaliero sta rimuovendo le scorte e alcune attrezzature per salvaguardarli», ha aggiunto Tedros Adhanom Ghebreyesus.

«Il carburante che ci aspettavamo fosse consentito oggi non è stato consentito, il che significa che abbiamo carburante sufficiente solo per gestire i servizi sanitari nel sud per altri tre giorni. È urgentemente necessario un cessate il fuoco per il bene dell'umanità», ha concluso il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità.

17:15
17:15
Proteste pro-Palestina scuotono l'Università di Vienna

Attivisti filo-palestinesi si sono accampati sul terreno del Vecchio Ospedale Generale dell'Università di Vienna da lunedì sera. Oltre alle bandiere della Palestina, sono presenti anche striscioni anti-israeliani.

La presenza dell'accampamento ha suscitato un'ampia disapprovazione da parte del governo di Vienna, dell'Università di Vienna, della Comunità ebraica (IKG) e del Ministro dell'Istruzione, Martin Polaschek (Partito Popolare Austriaco). La contro-protesta è stata organizzata dalla «Bündnis gegen Antisemitismus» (Alleanza contro l'antisemitismo) e dalla «Jüdische österreichische Hochschüler:innen» (Studenti universitari austriaci ebrei), che si oppongono all'accampamento e alle sue manifestazioni anti-israeliane.

L'accampamento ha generato un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sulla linea di demarcazione tra critica politica e manifestazioni considerate antisemitiche. Le istituzioni coinvolte hanno espresso la loro preoccupazione e condannato il contenuto degli striscioni presenti. La situazione rimane tesa, e le autorità stanno monitorando da vicino lo sviluppo della situazione per garantire la sicurezza.

16:09
16:09
Unrwa: «Richiuso il valico di Kerem Shalom, Israele lo riapra»

L'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa sostiene in una nota che, contrariamente a quanto annunciato in mattinata da Israele, entrambi i valichi verso la Striscia di Gaza di Kerem Shalom e Rafah restano chiusi e ne sollecita «l'immediata riapertura».

L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che le autorità israeliane avrebbero richiuso il valico di Kerem Shalom questo pomeriggio, dopo l'ingresso di un unico camion di carburante consegnato all'Unrwa, e dopo vari giorni di chiusura.

«I due valichi sono chiusi e noi chiediamo la loro riapertura» - ha detto la portavoce dell'Agenzia Juliet Touma, spiegando che si è reso necessario razionare il carburante e il fabbisogno giornaliero per scopi umanitari.

16:07
16:07
«In Israele bisogna indire le elezioni generali al più presto»

Elezioni al più presto e, se il governo del premier Benjamin Netanyahu rifiuta, l'Histadrut, il potente sindacato israeliano, intraprenderà «passi» per forzare la decisione. Lo ha detto il segretario dell'organizzazione Arnon Bar-David al quotidiano Yedioth Ahronot.

Netanyahu e il suo governo - ha detto - non possono «evitare la responsabilità» per i fallimenti del 7 ottobre. «Bisogna restituire il mandato al popolo - ha spiegato - dopo tutto quello che è successo qui nell'ultimo anno. Faccio appello per elezioni concordate che mettano fine al caos nello stato di Israele».

16:02
16:02
Israele: «Colpiti 20 obiettivi militari Hezbollah in Libano»

L'esercito iraeliano ha fatto sapere di aver colpito nel sud del Libano oltre 20 obiettivi degli Hezbollah. Secondo il portavoce militare, la zona centrata «è quella di Ramyeh» e tra gli obiettivi ci sono «strutture e infrastrutture militari».

«Esplosioni secondarie verificatisi durante l'attacco - ha continuato - hanno indicato la presenza nella zona di depositi di armi».

14:55
14:55
«Trovata un'altra fossa comune nell'ospedale al-Shifa di Gaza City»

Hamas ha annunciato che squadre mediche hanno trovato una terza fossa comune all'interno dell'ospedale al-Shifa di Gaza City con 49 corpi finora recuperati.

Secondo Hamas finora sono state trovate un totale di sette fosse comuni all'interno degli ospedali di Gaza.

12:14
12:14
Aiuti a Gaza, Berna intende stanziare 10 milioni di franchi

Nella sua seduta dell’8 maggio 2024 il Consiglio federale ha deciso di stanziare 10 milioni di franchi in risposta all’appello umanitario dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA). Il contributo è limitato a Gaza e alla copertura dei bisogni urgenti indicati nell’appello umanitario d’emergenza dell’UNRWA (aprile–dicembre 2024). La valutazione complessiva del Consiglio federale si basa sull’analisi del cosiddetto rapporto Colonna e sul coordinamento con altri donatori. Le Commissioni della politica estera delle Camere federali saranno consultate in merito a questa decisione.

A Gaza, 2,3 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di sfollati interni, dipendono dagli aiuti di emergenza. Le Nazioni Unite mettono in guardia contro un’imminente carestia. Il nuovo appello dell’UNRWA per Gaza, pubblicato il 24 aprile 2024, chiede che vengano messi a disposizione fondi per circa un miliardo di franchi svizzeri. Il Consiglio federale riconosce la gravità della situazione. Il contributo svizzero di 10 milioni di franchi all’UNRWA sarà limitato a Gaza e servirà a coprire i bisogni più urgenti della popolazione: cibo, acqua, alloggio, assistenza sanitaria di base e logistica.

Le Commissioni della politica estera (CPE) saranno consultate in merito a questa decisione, come stabilito dal Parlamento nel dicembre del 2023. L’importo si aggiunge al pacchetto di 56,2 milioni di franchi stanziato per rispondere alle esigenze umanitarie dei Paesi del Medio Oriente approvato dall’Esecutivo il 24 aprile 2024 e già sottoposto alle CPE. I prossimi pacchetti di aiuti destinati alla regione mediorientale saranno discussi nel corso del secondo semestre del 2024.

La decisione del Consiglio federale tiene anche conto delle conclusioni del rapporto del gruppo di valutazione indipendente diretto dall’ex ministra degli affari esteri francese Catherine Colonna. Scopo di questo documento, commissionato dal segretario generale dell’ONU e pubblicato il 22 aprile scorso, era verificare la neutralità dell’UNRWA. Il rapporto osserva da una parte che l’organizzazione dispone di un solido sistema di controllo, e dall’altra formula 50 raccomandazioni che puntano a rafforzare ulteriormente la sua neutralità, in particolare per quanto riguarda la comunicazione, il materiale didattico e l’uso delle infrastrutture.

Nel gennaio del 2024 diversi Stati donatori avevano sospeso i loro contributi all’UNRWA a causa delle accuse rivolte all’organizzazione. Nel frattempo, molti hanno ripreso i versamenti, e si sono aggiunti nuovi donatori.

Il Consiglio federale continua a chiedere un cessate il fuoco umanitario, l’accesso senza ostacoli degli aiuti di emergenza a Gaza, il rispetto del diritto umanitario internazionale e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

11:37
11:37
Ripresi al Cairo i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza

Sono ripresi al Cairo i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. Lo ha detto una fonte di alto livello all'emittente statale egiziana Al Qahera. «I negoziati riprendono alla presenza di tutte le parti», ha detto la fonte vicina al dossier. 

08:41
08:41
«Riaperto il valico di Kerem Shalom»

Israele ha annunciato la riapertura del valico di Kerem Shalom con Gaza sud per l'ingresso degli aiuti umanitari. Lo ha fatto sapere il Cogat, l'ente israeliano per i Territori, ricordando che era stato chiuso «per il lancio dei razzi di Hamas nell'area».

«Camion dall'Egitto con aiuti umanitari donati dalla Comunità internazionale - ha aggiunto il Cogat - stanno già arrivando al valico». «Dopo le ispezioni di sicurezza - ha spiegato - saranno trasferiti nel lato di Gaza del valico». Stati Uniti e Onu ieri avevano chiesto ieri la riapertura del valico, dopo la chiusura a Gaza di quello di Rafah ora sotto controllo israeliano.

Il Cogat ha poi sottolineato che «in parallelo alla riapertura di Kerem Shalom, il valico di Erez continua ad operare per facilitare l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza a seguito dei controlli di sicurezza in Israele, come ha fatto mentre il valico di Kerem Shalom era chiuso a causa degli attacchi dall'organizzazione terroristica Hamas».

06:10
06:10
IL PUNTO ALLE 6

Gli Stati Uniti hanno sospeso la consegna di un carico di bombe dopo la mancata risposta di Israele alle «preoccupazioni» di Washington in merito all'annunciata offensiva su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha detto un alto funzionario militare americano.

«Abbiamo sospeso la consegna di una spedizione di armi» a Israele «la scorsa settimana: si tratta di 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili», ha detto la fonte dell'amministrazione Biden coperta da anonimato.

 «Non abbiamo preso una decisione definitiva su come procedere con questa spedizione», ha aggiunto il funzionario Usa. La misura è stata presa mentre Washington si oppone a un'offensiva su larga scala preparata dalle truppe israeliane a Rafah. Washington ha chiarito che non sosterrà un attacco senza un piano credibile per proteggere i civili che si rifugiano nella città. Lunedì il presidente americano Joe Biden «ha ribadito la sua chiara posizione» al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Funzionari israeliani e statunitensi hanno discusso delle alternative, ma «quelle discussioni sono ancora in corso e non hanno affrontato pienamente le nostre preoccupazioni», ha detto l'alto funzionario americano.

 Intanto, almeno sette persone sono rimaste uccise e diverse altre ferite in un attacco aereo israeliano sulla città di Gaza. Lo fanno sapere fonti dell'ospedale al-Ahli.

Inoltre, la Giordania ha affermato che coloni israeliani hanno attaccato un convoglio di aiuti umanitari diretto al valico di Erez nel nord della Striscia di Gaza e di aver «manomesso il suo contenuto», nel secondo incidente simile in meno di una settimana. Lo riportano i media internazionali, citando il portavoce del ministero degli Esteri giordano Sufyan Qudah.

Il convoglio partito dalla Giordania stava attraversando la Cisgiordania occupata ed è poi riuscito a continuare il suo viaggio e raggiungere la sua destinazione, specifica Qudah. Amman «ritiene Israele responsabile dell'attacco dei coloni estremisti: costituisce una violazione dei suoi obblighi legali come potenza occupante», afferma il portavoce del ministero degli Esteri giordano.