Sentenza

Abusi sul figliastro disabile: due anni sospesi

Il patrigno è stato riconosciuto colpevole di atti sessuali nei confronti del ragazzino tredicenne, affetto da un grave deficit cognitivo – Condannata esente pena l'ex moglie, accusata di favoreggiamento
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Giuliano Gasperi
08.05.2024 11:46

È stato condannato a due anni di carcere sospesi il 71.enne del Luganese (ma ora domiciliato all'estero) a processo da ieri per abusi sul figliastro disabile. L'uomo, lo ricordiamo, era accusato di aver toccato il ragazzino – 13.enne all'epoca dei fatti – nelle parti intime, di averlo masturbato in due occasioni e di aver condiviso con lui dei filmati pornografici. A suo dire, lo avrebbe fatto per educarlo e per risolvere il problema che il figliastro aveva con la sessualità.

Il presidente della Corte delle assise correzionali, il giudice Amos Pagnamenta, ha dunque accolto la proposta di pena della procuratrice pubblica Anna Fumagalli: motivando la sentenza, ha confermato che quei toccamenti, giuridicamente, sono stati senza dubbio degli atti sessuali. «Il fatto che siano avvenuti sopra gli indumenti non toglie nulla alla loro gravità, e per la legge è irrilevante quali fossero le intenzioni dell'imputato». Questi, in aula, aveva appunto dichiarato di aver voluto aiutare il ragazzo a vivere meglio la sua sessualità. «Il suo comunque non era solo altruismo» ha incalzato il presidente della Corte, ricordando in particolare gli episodi di masturbazione reciproca. «Se avesse voluto risolvere il disagio di quel giovane, avrebbe potuto fare molte altre cose. Invece, con il suo comportamento, ha violato i diritti di una persona di cui doveva prendersi cura». E questo per ben un anno: dal dicembre del 2017 al febbraio del 2019.Da lì la condanna del 71.enne, difeso dall'avvocato Niccolò Giovanettina, a ventiquattro mesi sospesi per due anni. 

La ex moglie 51.enne, difesa dall'avvocata Maricia Dazzi, è stata invece ritenuta colpevole di favoreggiamento, ma esente da pena in base all'articolo 305 del Codice penale: «Se l’autore favorisce un congiunto o un’altra persona con cui esistono relazioni personali così strette da rendere scusabile la sua condotta, il giudice prescinde da ogni pena». «Si trovava in una situazione difficile – ha spiegato Pagnamenta – a causa del suo statuto e della dipendenza economica e affettiva dal marito. E non appena si è accorta dei fatti, ha subito impedito che i figli rimanessero da soli con lui».

L'accusa aveva chiesto 24 mesi sospesi per tre anni per il patrigno e 18 mesi sospesi per due anni per la madre del bambino. I difensori si erano battuti per un anno e mezzo sospeso per il patrigno e per l'assoluzione per l'ex moglie.  

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