Cent'anni fa

Entusiasmo per la visita dei sovrani rumeni in Svizzera

Le notizie dell'8 maggio 1924
Ferdinando I fu re di Romania dal 1914 al 1927. © Wikipedia
Nicola Bottani
Nicola Bottani
08.05.2024 06:00

La morte di un centenario
Ci mandano da Bevaix che è morto in quella città il signor Domenico Strambi di Neggio. Lo Strambi aveva 101 anni; l’anno scorso, ancora vegeto e rubizzo, aveva festeggiato il suo centenario; i giornali di Neuchâtel dicono che il compianto Strambi era il decano del Cantone di Neuchâtel.

Confederazione
La visita dei sovrani di Rumenia
Zurigo, 7 (ag) – Il viaggio officiale dei sovrani rumeni è incominciato stamane alla stazione di Zurigo. Il treno reale, composto della locomotiva e di 10 vagoni, entrava in stazione alle 8.40. Il re e la regina scendono dall’ottavo vagone e si intrattengono cordialmente con le personalità presenti, presentate dal ministro rumeno. Non furono pronunciati discorsi. Dopo una fermata di 10 minuti, il treno ripartiva per Berna. Un numeroso pubblico si era riunito nelle vicinanze della stazione.

L’arrivo a Berna
Berna, 7 (ag) – Per la visita dei Sovrani rumeni gli edifici pubblici e numerose case private sono imbandierate. Orifiamma dai colori rumeni e svizzeri ornano le strade che saranno attraversate dal corteo reale. Riccamente decorati sono la stazione e il Palazzo federale. Verso le 10 l’animazione in città era intensa, malgrado il tempo grigio e piovigginoso. Alla stazione, per il ricevimento dei sovrani, si trovavano: il presidente della Confederazione Chuard, il vice presidente Musy, il consigliere federale Motta, il ministro svizzero a Bukarest De Salis, il capo della Divisione degli affari esteri Dinichert, il colonnello divisionario Grosselin, il consigliere di Legazione Traversini, il presidente del governo bernese Lohner, il presidente della Città di Berna Lindt. Alle 10,55 numerosi colpi di cannone annunziavano la entrata del treno in stazione. I sovrani discendono immediatamente sul quai. Avvengono le presentazioni mentre la musica suona gli inni nazionali svizzero e rumeno. Una compagnia di fanteria rende gli onori militari. Gli ospiti salgono sulle automobili e si recano alla sede della Legazione rumena, acclamati lungo tutto il percorso da due fitte ali di popolo. Nella prima automobile, a fianco di re Ferdinando, siedeva il presidente della Confederazione. Seguiva la seconda vettura, occupata dalla regina Maria e dal vice presidente della Confederazione, Musy. Nella terza vettura l’on. Motta accompagnava il ministro degli esteri rumeno, signor Duca.

A Palazzo federale
Alle 11.45 i Sovrani e il loro seguito, occupanti 6 automobili e scortati da uno squadrone di cavalleria, sono arrivati a Palazzo federale per rendere visita al governo, i cui membri erano riuniti nella sala delle sedute, riccamente addobbata. L’intervista cogli ospiti è durata appena un quarto d’ora; quindi, accompagnati dal presidente della Confederazione, fecero ritorno alla Legazione rumena, dove ebbe luogo una colazione intima. Le manifestazioni di simpatia della numerosa folla si ripeterono lungo tutto il percorso. L’accoglienza degli ospiti reali da parte della cittadinanza fu delle più cordiali. Re Ferdinando indossava l’uniforme dei corazzieri della guardia.

La visita della città
Nel pomeriggio, alle ore 3, il presidente della Confederazione e i consiglieri federali Motta e Scheurer accompagnarono i sovrani nella visita dei monumenti e delle attrattive cittadine. Come all’arrivo, il presidente della Confederazione siedeva a fianco del sovrano, mentre l’on. Motta accompagnava la regina Maria. Il corteo si diresse verso la fossa degli orsi, visitò la Caserma, il deposito dei cavalli dell’armata svizzera ecc. Il ministro svizzero a Bukarest, De Salis, ha offerto, in onore dei Sovrani e del Consiglio federale, un the nella sua splendida villa «Zur Taube». Questa sera, all’Hotel Bellevue, il Consiglio federale offrirà un ricevimento, al quale sono invitati il corpo diplomatico, le autorità cittadine e personalità del mondo politico e militare.

Clicca qui per l'edizione completa del Corriere del Ticino dell'8 maggio 1924 disponibile nell'Archivio Storico del CdT.

In questo articolo: