L’intervista

Hnat Domenichelli: «Ruotsalainen rimane con noi, ma solo con un ruolo più chiaro»

Il direttore sportivo del Lugano a ruota libera tra strategie e mercato – «Se vogliamo crescere e superare finalmente l’ostacolo dei quarti di finale, dobbiamo fare del nostro meglio per rinforzare il gruppo, ma ho molta fiducia in quello attuale»
Arttu Ruotsalainen ha deluso nella sua prima stagione a Lugano: il finlandese ha un contratto valido fino al termine del prossimo campionato. ©CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
07.05.2024 16:03

L’ingaggio del difensore svedese Calle Dahlström, la situazione di Arttu Ruotsalainen, il profilo del nuovo attaccante straniero e il mercato svizzero: Hnat Domenichelli è al lavoro per allestire un Lugano competitivo in vista della prossima stagione. Ecco le strategie del direttore sportivo bianconero

Hnat Domenichelli, il Lugano qualche giorno fa ha annunciato l’ingaggio di Calle Dahlström per le prossime due stagioni. Lo svedese è un terzino con spiccate caratteristiche difensive. Vero?
«Assolutamente sì. L’ultimo campionato ci ha detto che siamo stati una squadra con un rendimento complessivo tra il quinto e l’ottavo posto della classifica. A livello di reti segnate, invece, siamo stati la terza formazione più prolifica. Per ambire ad uno dei primi quattro posti nella regular season dobbiamo diventare più strutturati e compatti in zona difensiva. Lo dicono le reti subite e il rendimento del box-play: l’ingaggio di Dahlström è la conseguenza di questa analisi».

È insomma cambiata la strategia. Fino allo scorso anno – lo conferma l’ingaggio di Joey LaLeggia – il Lugano ha sempre cercato di portare alla Cornèr Arena un difensore two-ways, anche in ottica power-play...
«Due anni fa abbiamo preso Oliver Kaski, ma con scarsi risultati. Al suo posto era arrivato Lukas Klok: il ceco aveva dato stabilità alla difesa, ma il nostro rendimento in power-play era diminuito. Fino a gennaio LaLeggia ha svolto bene il suo compito: in seguito, a causa dei molti infortuni, non ha più trovato spazio. E il nostro power-play ha cominciato a soffrire».

Da Andersson e Alatalo ci aspettiamo un salto di qualità

Proprio per questo, non era il caso di portare a Lugano un difensore capace di gestire le situazioni di superiorità numerica?
«Saranno i nostri terzini svizzeri a doversi assumere maggiori responsabilità, in quest’ottica. Su Calle Andersson e Santeri Alatalo ci sarà un po’ di pressione in più, non lo nascondo: abbiamo detto loro che sarebbe arrivato un difensore difensivo e che toccherà a loro prendere in mano il power-play. Si tratta di due elementi esperti, che in passato hanno dimostrato di poter ricoprire con successo questo ruolo. Da Andersson e Alatalo ci aspettiamo un salto di qualità, per quel che concerne la gestione delle superiorità numeriche. Inoltre abbiamo ingaggiato David Aebischer, un altro difensore che sa farsi valere in fase offensiva».

Oltre a quello di LaLeggia, nella passata stagione ha fatto molto discutere il rendimento di Arttu Ruotsalainen. Il finlandese si è espresso nettamente al di sotto delle aspettative. Ha un contratto valido fino al termine del prossimo campionato: rimarrà a Lugano?
«La situazione è molto semplice. È vero, non possiamo permetterci di avere stranieri che non rendono. Lo ha ribadito la nostra presidente e sono d’accordo con lei. D’altra parte nessuna squadra in Svizzera può permettersi degli import che non sappiano fare la differenza. Ma anche io e Luca Gianinazzi dobbiamo guardarci allo specchio e fare autocritica. Da un lato non serve a nulla prendere degli stranieri e mandarli via magari dopo pochi mesi. Dall’altro – per quel che concerne Ruotsalainen in particolare – ha ampiamente dimostrato in carriera di saper fare bene, se utilizzato in un ruolo in cui può sfruttare le sue caratteristiche. Il nostro coach dovrà trovare un ruolo ben chiaro e definito per lui. Ruotsalainen ci ha detto che è convinto di poter fare bene, a Lugano, se messo nelle condizioni di rendere al massimo. Ad oggi, insomma, il finlandese sarà uno dei nostri stranieri nella prossima stagione. Non abbiamo l’intenzione di separarci da lui: vedremo come andranno le cose».

La speranza è che vadano per il meglio, anche perché Domenichelli ha già annunciato che l’intenzione del Lugano è quella di cominciare la stagione con “soli” sei stranieri. Non è un rischio, considerando che la possibilità di infortunarsi è sempre dietro l’angolo?
«Abbiamo preso questa decisione per due motivi: vogliamo che tutti i nostri import abbiano un ruolo chiaro. Inoltre, abbiamo un budget da rispettare».

Risposta lapidaria. A proposito di stranieri, al Lugano a questo punto manca solo un attaccante. Quale sarà il suo profilo?
«In questo senso dovremo attendere che si sblocchi la situazione di Thürkauf. Se il nostro capitano dovesse partire per il Nordamerica, ci verrebbero a mancare molti punti e quindi dovremo puntare su un profilo spiccatamente offensivo. Se invece Calvin rimarrà con noi, potremmo anche pensare di andare su un attaccante di peso, capace di portare energia in tutte le zone del ghiaccio».

Se vogliamo crescere e superare finalmente l’ostacolo dei quarti di finale, dobbiamo fare del nostro meglio per rinforzare il gruppo, ma ho molta fiducia in quello attuale

Per quel che riguarda invece il contingente svizzero, il mercato bianconero è da considerarsi chiuso?
«Ci sono sempre delle discussioni tra direttori sportivi e quindi non posso dire che il nostro mercato sia chiuso. Sappiamo che, se vogliamo crescere e superare finalmente l’ostacolo dei quarti di finale, dobbiamo fare del nostro meglio per rinforzare il gruppo. Anche se ho molta fiducia in quello attuale. Non garantisco insomma che arriverà qualcuno, ma nemmeno lo escludo: quel che è certo, è che se un nuovo attaccante dovesse raggiungerci, uno di quelli attualmente sotto contratto dovrà necessariamente partire. Per le già citate questioni legate al budget a disposizione».

La finale dei playoff tra ZSC Lions e Losanna è stata di alto livello. Quanto è ancora lontano, il Lugano, dalle migliori squadre del campionato?
«Come sempre, nella fase più importante della stagione, è fondamentale che i giocatori sulla carta più forti lo siano anche sul ghiaccio. Al di là degli infortuni, è altresì importante che i leader svizzeri – quelli che sono a Lugano già da due o tre anni - e gli stranieri trascinino tutto il gruppo. Lo abbiamo spiegato a tutta la squadra, nelle riunioni di fine stagione. Inoltre mi aspetto un ulteriore passo avanti da elementi come Verboon, Cormier, Patry, o Canonica. E anche un Jesper Peltonen può ancora crescere. Non ci manca molto, insomma, a patto che tutti si assumano fino in fondo le loro responsabilità. Due anni fa il Losanna ha chiuso la regular season all’11. posto: non ha fatto rivoluzioni, ha cambiato un paio di stranieri ed ha portato gli ZSC Lions fino a gara-7 della finale».

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