Sviluppi

Altra fermata in tribunale per il tram-treno

Il permesso di costruzione, rilasciato a marzo dall’Ufficio federale dei trasporti, non è ancora cresciuto in giudicato - Lo ha confermato l’UFT stesso, che ha parimenti riferito che il finanziamento dell’opera oggi non è più legato in alcun modo al destino della linea di collina
Il previsto terminal di Manno. ©DT
Federico Storni
08.09.2023 06:00

Al percorso per realizzare il tram-treno si è aggiunta un’altra fermata; una che il progetto sembrava poter schivare: un passaggio al Tribunale amministrativo federale. A finire di fronte ai giudici è stata l’approvazione dei piani dell’opera da parte dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT, autorità competente in materia di vigilanza, finanziamento, gestione e regolamentazione). La licenza a costruire, in altre parole, non è ancora cresciuta in giudicato. La conferma è arrivata dall’UFT stesso, sollecitato da questo giornale, ed è di per sé una notizia, perché la scorsa primavera sembravano esserci ottime possibilità che da questo punto di visto tutto filasse liscio. Un po’ perché il Dipartimento del territorio era riuscito a conciliare un centinaio delle opposizioni inoltrate, e alla fine l’UFT ne aveva respinte solo cinque; un po’ perché di quelle cinque era noto che le associazione ATA, STAN e Cittadini per il territorio avevano deciso di desistere, e così un privato, l’ingegner Antonio Borra. Ma, appunto, c’era qualcun altro che quel permesso di costruzione ha deciso di impugnarlo.

In attesa

La palla, su questo fronte, è dunque in mano al TAF. All’origine del ricorso dovrebbe esserci una contestazione sul tracciato nell’area del Malcantone. In questo senso, da noi contattato, il DT tramite un portavoce ha rimandato a una comunicazione ufficiale prevista fra alcune settimane. La questione relativa all’esistenza di eventuali ricorsi contro l’approvazione dei piani era peraltro stata posta dal CdT al DT già lo scorso maggio, e reiterata in un paio di occasioni durante l’estate, sempre senza ottenere risposta perché ci era stato riferito che sarebbe seguita una comunicazione ufficiale.

Tocca in ogni caso attendere la decisione del TAF prima di poter realizzare l’opera, e forse anche quella del Tribunale federale, a cui teoricamente si può ulteriormente ricorrere. D’altronde, ed è notizia della scorsa settimana, un altro ricorso aveva imposto al Consiglio di Stato di riassegnare il mandato di progettazione esecutiva dell’opera. Anche a proposito delle conseguenza di questa decisione il DT non aveva rilasciato dichiarazioni. Novità al riguardo confluiranno presumibilmente nell’annunciata comunicazione ufficiale.

Decisione indipendente

Oltre che sull’approvazione dei piani, all’Ufficio federale dei trasporti abbiamo anche chiesto chiarimenti riguardo la correlazione fra il finanziamento della Confederazione al tram-treno e il mantenimento o meno della linea di collina, cioè quel tratto di ferrovia che oggi collega Bioggio alla stazione di Lugano. Ebbene, «il finanziamento e la costruzione del tram-treno non dipendono dalla linea di collina. Per questo motivo, la linea di collina non è inclusa nella licenza di costruzione del tram-treno». Si tratta di uno sviluppo importante nella decisione se mantenere o meno la linea, specie se si considera che il messaggio governativo con cui il Gran Consiglio è chiamato a decidere recita così: «Se si volesse mantenere la tratta di collina, occorrerebbe mettere in conto una nuova valutazione del progetto federale da parte dell’UFT e quindi un nuovo esame da parte del Parlamento entro il 2023, rimettendo in discussione, del tutto o in parte, un finanziamento federale ora garantito». A onor del vero, questa frase era figlia anche di considerazioni critiche al riguardo dell’UFT, ma oggi sembra superata dai fatti. Resta che a mente del DT non abbia comunque senso mantenere la linea, innanzitutto a livello economico, mentre sostengono il contrario i suoi fautori. In ogni caso, reitera l’UFT, «spetta al Canton Ticino decidere sul futuro della linea di collina. Le questioni procedurali e finanziarie a essa relative potranno essere risolte solo dopo la decisione del Cantone». Cioè del Gran Consiglio. La questione è se la discussione al riguardo sarà basata sul messaggio citato risalente al 2020 (e ancora privo di rapporti commissionali), oppure in un’altra forma, dato l’evolversi della situazione.

Un accordo per il finanziamento

Quanto al contributo confederato al tram-treno, l’UFT ha detto che circa 260 milioni verranno dal Fondo per l’infrastruttura ferroviaria e circa altri 21 dal Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato: «Queste cifre non tengono ancora conto dell'IVA e dell'inflazione. Saranno quindi perfezionate nei prossimi anni». Concretamente i soldi non sono ancora stati versati al Cantone: «Prima devono essere firmati accordi specifici sul finanziamento e sull'attuazione - conclude l’UFT. - I pagamenti saranno effettuati man mano che i lavori procederanno».

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