Viabilità

Pedaggi e prenotazioni al San Gottardo e al San Bernardino: «Ipotesi accantonate»

Il Consiglio federale si è infine espresso sull'annosa questione, tornata di attualità con l'inizio delle code ai portali e il traffico che si riversa sull'A2 e sull'A13 – Le conclusioni del rapporto
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Jenny Covelli
08.05.2024 19:30

Un sistema di prenotazione per transitare nella galleria del San Gottardo o del San Bernardino non è realistico nella pratica. E l'introduzione di un pedaggio penalizzerebbe il Ticino, oltre a essere contrario alla Costituzione federale che prevede il principio di gratuità delle strade pubbliche. Il Consiglio federale ha detto «no». Non sono questi i modi per risolvere il problema del traffico sulle strade nazionali, che durante i giorni festivi e le vacanze intasano anche la viabilità cantonale e dei centri abitati.

Lo scorso 20 aprile al portale nord della galleria del San Gottardo – con la meteo sfavorevole al nord delle Alpi e l'inizio delle vacanze scolastiche di primavera nel canton Zurigo – la coda al portale nord del Gottardo ha raggiunto i 15 chilometri. Lo stesso è avvenuto il sabato successivo. Oggi il torpedone di auto, in vista del ponte dell'Ascensione, ha toccato i 13 chilometri, con tempi di attesa di oltre due ore. Un incidente sull'A2 in direzione nord all'altezza di Pazzallo ha mandato totalmente in tilt il traffico, anche a Lugano città. Con l'inizio della bella stagione, i ticinesi al volante sanno cosa aspettarsi.

Esaminate oltre 80 proposte

Berna ha fatto sapere di avere esaminato 86 provvedimenti per migliorare la situazione, oltre a quelli finora attuati per ottimizzare la viabilità sugli assi nord-sud (chiusure di ingressi, prolungamento delle corsie di uscita, dosaggi in uscita su determinati tratti e vaste campagne d'informazione). Ne ha valutato «adeguatezza e fattibilità». Il Consiglio federale raccomanda di approfondire in particolare tre strumenti. Primo: la possibilità di un dosaggio automatico agli svincoli di A2 e A13 (anziché quello manuale odierno), affinché il traffico possa defluire sulle strade cantonali solo nella maniera in cui sono in grado di assorbirlo restando scorrevole. Secondo: chiusure temporanee degli svincoli sulla A2 in direzione sud. Terzo: impianti di dosaggio all'entrata dei centri abitati.

I risultati del rapporto

Come detto, nella seduta odierna il Consiglio federale ha deliberato, adottando un atteso rapporto. «L’analisi di provvedimenti supplementari evidenzia che le possibilità di ottimizzazione delle attuali capacità delle strade nazionali sono già oggi ampiamente esaurite», si legge nelle conclusioni.

Il dosaggio automatizzato delle uscite e la chiusura degli svincoli, associati a misure di controllo del traffico sulla rete stradale secondaria, possono però portare a un miglioramento. Questi provvedimenti saranno dunque analizzati in maniera approfondita e testati con progetti pilota. Strumenti di orientamento della domanda che influiscono sul volume di traffico devono invece essere discussi e analizzati per l’intera rete viaria nazionale: «Concentrarsi esclusivamente sui tre collegamenti transalpini della galleria e del passo del San Gottardo e della galleria del San Bernardino non è giustificato dal punto di vista del Consiglio federale». Questo vale in particolare per l’introduzione di un pedaggio, che «non sarebbe oggettivamente giustificabile se limitata alle sole aree transalpine». Una gestione a fasce orarie con sistema di prenotazione (slot management) non è attuabile (anche per l'elevato fabbisogno di suolo per la realizzazione delle aree di attesa).

Ma c'è un altro punto: è possibile rendere più attrattivo il treno per chi si sposta per le vacanze? «Relativi provvedimenti per rendere le offerte ferroviarie più interessanti saranno oggetto di analisi approfondita, esaminando il potenziale di trasferimento per sviluppare idee e soluzioni innovative».

E quindi?

Il sistema di prenotazione e il pedaggio sono «ipotesi accantonate». Il Consiglio federale suggerisce di acquisire esperienze pratiche sui sistemi di gestione a fasce orarie su strada attraverso un progetto pilota circoscritto, in cui analizzare per esempio come vengano gestiti gli accessi in un’area sciistica o in una meta turistica molto frequentata.

Sebbene il Governo condivida la valutazione dello studio preliminare USTRA secondo cui l’applicazione di un pedaggio sui valichi alpini dell'A2 e dell'A13 contribuirebbe al miglioramento della viabilità, con l’introduzione di un sistema di questo tipo il Ticino sarebbe l’unica regione della Svizzera priva di un collegamento stradale fruibile gratuitamente tutto l’anno e pienamente accessibile anche nei mesi invernali. Questo penalizzerebbe il cantone in quanto meta turistica e inciderebbe negativamente sulla coesione nazionale. Inoltre, un provvedimento simile interesserebbe anche il traffico locale quotidiano. Sarebbe ipotizzabile l’introduzione di biglietti per più transiti con relative scontistiche, ma per l’Esecutivo l’introduzione di un pedaggio di questo tipo costituirebbe un intervento ingiustificabile nella connessione territoriale delle regioni confinanti. L’introduzione di un pedaggio contraddirebbe anche il principio di utilizzazione delle strade pubbliche esente da tasse (Costituzione federale, che dovrebbe quindi essere modificata). Il Consiglio federale esclude questa eventualità e non ritiene logica l’applicazione selettiva di un pedaggio sui soli valichi alpini e non su altre direttrici di collegamento o gallerie nell’Altopiano con problematiche di traffico simili se non addirittura più gravi in alcuni casi. Aree urbane e agglomerati interessati da ingenti flussi di traffico potrebbero richiedere l’introduzione di pedaggi per il transito, con conseguenze imprevedibili sulla tenuta di un sistema viario coeso in Svizzera.

Il Consiglio federale valuta pure il rincaro della vignetta autostradale come un provvedimento non adatto a evitare gli spostamenti di traffico, perché colpirebbe innanzitutto gli utenti svizzeri a prescindere dal fatto che transitino o meno sugli assi transalpini nord-sud.

La discussione

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti

Dal pedaggio al sistema di prenotazione con l'orario

Jürg Röthlisberger, direttore dell'Ufficio federale delle Strade (USTRA) dal 2015, aveva parlato della possibilità di introdurre un pedaggio per attraversare in auto la galleria del San Gottardo nell'estate del 2022, ma solo nel caso di un aumento di capacità del tunnel. «Chi vuole introdurre quattro corsie deve prima convincere la popolazione e i cantoni. Si tratta di un ostacolo elevato. Così difficile che la questione non si porrà nel prossimo futuro». Nell'aprile del 2023 a «lanciare la bomba» ci ha pensato Corina Gredig, consigliera nazionale in quota Verdi liberali: nei giorni di punta l’accesso al tunnel autostradale dovrebbe essere consentito pagando un pedaggio di venti franchi a tratta (in aumento con la logica del road pricing: maggiore è il traffico, più costoso sarà l'attraversamento). E senza adeguamento della Costituzione federale, perché non sarebbe attuato a tutte le gallerie transalpine. Il Parlamento cantonale di Uri, dal canto suo, ha chiesto l'introduzione di un sistema di prenotazione online per i mezzi in transito come condizione per attraversare il traforo autostradale in precise fasce orarie. A quel punto Fabio Regazzi era entrato nella discussione proponendo un terzo scenario: una corsia preferenziale per targhe ticinesi e urane.

Ticino contrario al pedaggio al Gottardo

Ma non è solo la galleria del San Gottardo il problema. Non bisogna dimenticare il tunnel di San Bernardino, perché c'è chi sceglie l’A13 al posto dell’A2, come succede quando la galleria autostradale è chiusa. Il 69% degli svizzeri, in un sondaggio rappresentativo condotto da Tamedia e 20 Minuten su 13.000 persone, si è detto favorevole all'introduzione di un pedaggio. Sulla tassa per chi attraversa l'A2, tutta la deputazione ticinese alle Camere, pur con sfumature diverse, si è detta contraria. Anche gli ambienti economici si sono opposti, perché «il Ticino diventerebbe l’unica regione Svizzera raggiungibile a pagamento». Il Consiglio di Stato, a inizio luglio 2023, ha preso posizione e ha scritto al Consiglio federale ribadendo la sua ferma opposizione a questa eventualità: «Si tratta di una misura inefficace per la riduzione del traffico e lesiva del principio di uguaglianza e di parità di trattamento dei Cantoni e della popolazione svizzera». L’Automobile club svizzero (ACS) e il TCS avevano dal canto loro espresso soddisfazione per la lettera inviata dal Governo ticinese a Berna. Dopo i fiumi di inchiostro versati sulla questione, complici le lunghe colonne estive, a metà agosto il Consiglio federale ha deciso di prendere tempo, spiegando di voler attendere gli esiti di un rapporto.

Dal pedaggio al passo

A settembre ci ha pensato l'allora consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR) a rianimare la discussione, chiedendo al Consiglio federale di valutare l’idea di garantire il transito e la viabilità durante tutto l’anno (inverno compreso) sul Passo del Gottardo, almeno fino a quando la seconda canna del tunnel stradale non sarà operativa. Proposta subito gelata dal «ministro» dei Trasporti Albert Rösti: «Sarebbe necessario investire almeno 300 milioni di franchi per la costruzione di gallerie aggiuntive e ripari valangari, troppi soldi». Il Consiglio degli Stati ha poi respinto una mozione di Marco Chiesa che chiedeva l'introduzione di una tassa che pesasse solo sul portafoglio degli stranieri che attraversano la Svizzera.

Il consigliere federale Albert Rösti si era espresso (nuovamente) a inizio anno, bocciando l'idea del pedaggio al tunnel del San Gottardo poiché «non migliorerebbe la gestione del traffico ai portali».  

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