Imprenditori

Imprese e lavoro: mercato in perenne cambiamento

L’INTERVISTA / Marco Costantini, responsabile regionale della Società von Rundstedt, leader svizzero della consulenza di carriera, e dei servizi rivolti al mondo del lavoro per privati ed aziende.
Red. Online
02.10.2023 09:00

Come cambia il mercato del lavoro e quali problemi l’imprenditore incontra?

“Sono stato e sono ancora in contatto con realtà diverse, per cui ritengo che un’analisi del tema si presenti ampia. Il tema del lavoro è determinante, indipendentemente dal modello di lavoro adottato. Le persone giuste rappresentano il patrimonio fondamentale dell’impresa. Lo sono anche nel tradurre l’idea alla base di una start-up in un successo di mercato. Poche fra esse, 2-3% decollano, e solo una ogni parecchi anni diventa un “unicorn” di successo. Si dice spesso che l’impiego vada affrontato con spirito imprenditoriale, valutando i vantaggi, ad iniziare da quelli economici, ed i rischi, ma non è neppure corretto che l’imprenditore proietti il suo modello sulla persona da reclutare, richiedendo uno spirito imprenditoriale a chi imprenditore non è, a meno di condividere oltre ai rischi anche i profitti”.

Assistiamo comunque ad una trasformazione dell’approccio, possiamo dire dell’etica, che ci contraddistingue ad esempio rispetto al contesto confuciano?

“Per le generazioni passate il lavoro era tutto, non solo fonte economica ma dignità, ruolo sociale. Lo vediamo in chi oggi il lavoro lo perde: le difficoltà spesso non sono solo di ordine finanziario, ma anche psico-sociologico. E qui sta un punto di forza del nostro team, in cui sono presenti professionisti specializzati in grado di aiutare le persone a gestire questo passaggio delicato. Si dice che i giovani siano meno adattabili, ma invero è cambiato soprattutto l’approccio al lavoro, che da fine è diventato un mezzo. Capita che si lavori alacremente per alcuni anni e poi si decida per un periodo sabbatico molto più frequentemente di quanto non succedesse in passato. Chi poi si porta addosso problemi affettivi, familiari, ha atteggiamenti ancora diversi e comunque le dinamiche di fronte al lavoro sono soggettive. La pandemia ha modificato le cose, come si vede da chi, contento dell’home working, non aneli a tornare in ufficio. Anche qui tuttavia non si può generalizzare, in quanto dipende dal tipo di lavoro, dalla qualità dell’ambiente di lavoro, ma anche dal livello di introversione o estroversione della persona.”

Tecnologia e social media influenzano il trend?

“Il nostro contesto socio-culturale enfatizza le differenze generazionali in modo più marcato di altri, tecnologia e social media evidenziano ulteriormente i divari. Non consideriamo abbastanza la variabile tempo anche dal punto di vista aziendale, in cui vi è una parabola temporale fatta di momenti positivi e negativi. La tecnologia influisce anche sul nostro lavoro, sul processo di selezione, di assessment dei candidati, di matching fra domanda e offerta. L’intelligenza artificiale ad esempio può creare distorsioni, alterare i dati, abbellire i profili sia delle persone che delle aziende che selezionano.”

 Molti imprenditori lamentano difficoltà nel reperire figure professionali necessarie…

“Vi sono aspetti demografici e, soprattutto, i ritardi strutturali esistenti tra la formazione di base e mondo del lavoro. Si intraprende un percorso di studi ad esempio di 5 anni, ma in quel periodo le evoluzioni tecnologiche, od altri eventi, hanno mutato lo scenario. Ciò può essere visto come la faccia negativa dell’iperspecializzazione che caratterizza i mercati. Vi sono poi molte aziende che coltivano “in casa” i talenti e non hanno esigenze di rivolgersi all’esterno. Quanto alla flessibilità, ormai imperano forme di lavoro, micronizzato, multiplo, organizzato su 24 ore così come in forma “nomade” e digitale da luoghi esotici. Certe strutture tradizionali, come le banche, risultano spesso meno attraenti in quanto percepite come restrittive e pervase da quella che si definisce “intelligenza politica”, poco gradita ai giovani.”

E cosa dire dell’impiegabilità di chi esce dal mercato del lavoro?

 “Anche questo è un tema a geometria variabile. Dipende dalle condizioni della persona, il livello di studio, le competenze, l’aggiornamento, la flessibilità, oltre ovviamente al fattore critico dell’età, che in Svizzera è spesso legato al modello incrementale relativo agli oneri sociali, sempre più pesanti con l’avanzare dell’età.”