Un prodotto vincente
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Anche i mercati finanziari conoscono influenze legate a “onde” di vario genere: quelle macroeconomiche, soggette ai cicli congiunturali ed alle prospettive dei tassi d’interesse; quelle connesse ad evoluzioni scientifiche e tecnologiche, nonché ai prodotti e servizi cui essi danno origine; e accanto a tutto ciò quelle che potremmo definire onde legate a megatrend nonché, talvolta, all’influenza di “effetti moda” più o meno accentuati.
Osservando l’andamento dei mercati azionari nell’anno che sta per chiudersi, appare evidente, da un lato, come agli Stati Uniti vada riconosciuto il primato in termini di performance, e come al suo interno il traino sia però venuto essenzialmente da un numero limitato di titoli connessi con settori specifici, quali l’intelligenza artificiale (AI), l’high-tech, i semiconduttori ed i comparti connessi. Titoli peraltro fra loro molto correlati. L’evoluzione ha condotto prezzi ed indici a valori elevati, sostenibili in virtù dei potenziali reddituali, di generazione di cash flow e di pricing power che queste società posseggono.
Ma proprio in virtù di questi livelli raggiunti, del quadro macroeconomico che si presenta al giro di boa del nuovo anno, con segnali positivi da un lato, come sul fronte dei tassi, bilanciati tuttavia da cautela ed incertezza su altri fronti, come quello geopolitico, una strategia di diversificazione, sia su base geografica che su base valutaria e settoriale, può risultare particolarmente attraente con un basso profilo di rischio.
Il listino svizzero possiede le caratteristiche per porsi al centro di una tale strategia di diversificazione, considerata la qualità delle sue componenti, l’ampia presenza del comparto difensivo (il 64% del listino), la posizione di leadership e di proiezione internazionale di molte delle sue società, il ruolo del franco svizzero quale moneta rifugio.
Oggi esistono due fattori ulteriori che possono rappresentare un vantaggio: da un lato i prezzi convenienti (con uno sconto medio del 6% rispetto a quelli dei mercati sviluppati) e, dall’altra, considerata la politica commerciale della nuova Amministrazione USA, la quale potrebbe risultare svantaggiosa nei confronti dell’Unione Europea, i gruppi elvetici si potrebbero trovare in una posizione di vantaggio competitivo.
Se poi si considera la performance dell’azionario svizzero sul lungo termine, si osserva addirittura, dal 1970, un rendimento annuo in franchi superiore dell’1,5% rispetto a Wall Street, con una volatilità inferiore. Del resto si può ricordare come il prodotto azionario svizzero da noi proposto abbia, sull’arco di un anno, realizzato un risultato del 10%, ampiamente superiore rispetto a quello dell’indice di riferimento, grazie alla selezione dei titoli. Va altresì sottolineato come nel 2024 la limitata esposizione delle società svizzere verso i settori “glamour”, dominanti negli USA, quali AI ed affini, nonché sfide e volatilità dei prezzi in campo alimentare, abbiano penalizzato lo Swiss Market Index (SMI).
Oggi per le “star” del SMI le condizioni sono favorevoli. Pensiamo ad esempio a Nestlè, alla sua ampia diversificazione in termini di mercati e prodotti, al ruolo svolto da quelli “organici” che fanno capo a Nestlé Health Service, ed al suo prezzo conveniente rispetto ad omologhe società europee di comparti difensivi. Roche o l’altro colosso del comparto farmaceutico Novartis, si trova al centro di una fase di crescita grazie a nuovi importanti prodotti rivolti soprattutto ai settori dell’oncologia e dell’immunologia. UBS, leader globale del wealth management per clienti privati ed istituzionali, è assurto al ruolo di player dominante con l’acquisizione di Credit Suisse; e Zurich, che è riconosciuto quale colosso assicurativo dal tipico profilo difensivo e finanziariamente solido, molto attivo anche negli Stati Uniti.
Performance Storica: “SMI sovraperforma S&P500 e DAX
Ripartizione settoriale dell’SMI
L’ ANGOLO DELL’ INVESTITORE
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