PREVIDENZA TOTALE, SALUTE INCLUSA
Negli ultimi tempi vi è stata una sovrapposizione di problemi: tassi a zero e negativi dopo la crisi finanziaria 2007-2008, problemi del mercato del lavoro, fino alla questione Covid con tutte le sue conseguenze. Come ha affrontato Zurich questo scenario in evoluzione?
Zurich, negli ultimi anni, ha soprattutto puntato sulla digitalizzazione e su nuovi processi cui la pandemia ha impresso un’accelerazione. Anche la strategia ha subito una certa evoluzione: se il cliente è sempre stato al centro dei nostri interessi, abbiamo puntato ancor di più su quegli aspetti che il nuovo scenario ha posto in evidenza. I sondaggi effettuati e le interviste ci mostrano come salute ed attenzione per il “green” in tutte le sue forme siano temi cui il cliente presta oggi molta più attenzione rispetto a prima, e noi ci siamo adeguati, focalizzandoci sempre più sui suoi bisogni e le sue sensibilità, con soluzioni previdenziali in senso allargato, mettendo in particolare sotto i riflettori il segmento che definiamo “fifty plus”.
Di cosa si tratta?
Include la categoria di persone giunte alla maturità professionale e particolarmente sensibili all’esigenza di un pensionamento a condizioni adeguate, con un’integrazione degli aspetti squisitamente finanziari con quelli ad esempio legati alla salute. Insomma, la ricerca di una qualità di vita da programmare in anticipo, senza attendere un momento in cui potrebbe essere troppo tardi per fare le scelte.
Perché questo “momento dei 50 anni” come fase cruciale al centro dell’attenzione?
C’è un motivo finanziario ed uno legato al ciclo di vita. Se si desidera un certo modello di pensionamento dopo il termine dell’attività lavorativa, sono necessari capitali adeguati per realizzare il programma che ci si prefigge, ed intorno ai 50 anni esistono le disponibilità economiche per colmare eventuali gap previdenziali od assicurativi. E’ un ciclo normale: a 20 anni si fanno le esperienze, che poi maturano ed a 40 si concretizzano, fino alla fase di stabilizzazione. Va sempre ricordato che noi non siamo, o non siamo solamente, investitori finanziari e consulenti fiscali, ma prima di tutto assicuratori, impegnati a far comprendere e coprire rischi, legati a malattie, infortuni, problemi cui le persone care potrebbero andare incontro.
E quale strategia adotta Zurich per i giovani?
Anche se il mercato del lavoro può essere talvolta difficile e precario, vediamo come la digitalizzazione svolga un grande ruolo, stimoli la partecipazione ed un nuovo rapporto col consulente. Ne abbiamo inseriti di giovani e, comunque, noto una vasta percentuale di individui che ci contattano avendo già visitato il sito, ben preparati e con idee chiare. Forse è vero che la cultura del risparmio e della previdenza non è dominante, ma un 30% dei nostri clienti avvia comunque i suoi programmi previdenziali quando è ancora giovane.
Quali sono le categorie più scoperte?
Sono i lavoratori indipendenti, senza copertura dal datore di lavoro, confrontati con l’incertezza dei ricavi a fronte di costi fissi e costanti. Anche la donna può trovarsi in posizione difficile, considerate le sperequazioni salariali ancora presenti in molte aziende, pur se l’evoluzione normativa opera in suo favore.
Pandemia, part time, home working, hanno cambiato il quadro in cui operate?
E’ cambiato il modo di gestire il lavoro ma soprattutto è cambiata la percezione della situazione. Chi ha avuto problemi Covid in modo più o meno diretto ha necessariamente visto crescere la sensibilizzazione, se non la preoccupazione. Da qui il desiderio di maggiori informazioni e spesso di maggiori coperture assicurative.
Cosa dire in conclusione dei tre pilastri del sistema previdenziale svizzero?
Il quadro è in evoluzione e, dacchè mi ricordo, è oggetto di dibattiti continui. Certo, l’AVS va rifinanziata, i programmi finanziari subiscono le evoluzioni dei mercati, fra andamento dei tassi ed evoluzione delle Borse ma, al di là di quanto avviene a livello macroeconomico, dobbiamo sempre trovare soluzioni valide per i nostri clienti. Non credo nella fusione fra primo e secondo pilastro, mentre la previdenza privata gioca certamente un ruolo nel colmare il vuoto rispetto agli obiettivi che ci prefiggiamo. In ogni caso il nostro sistema funziona e ci viene invidiato da molti.
E la variabile fiscale?
Può fare la differenza, ma le scelte vengono dalla politica. In realtà sono pochi i casi di chi, ad esempio, sposta la residenza a fini fiscali durante il periodo lavorativo. Diverso è il caso dei pensionati, che scelgono di vivere in un altro Cantone o addirittura all’estero, unendo a vantaggi economici e fiscali la ricerca di un nuovo stile di vita.
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