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Un ambiente di lavoro moderno - per il futuro del settore svizzero delle esportazioni

Assicurare i flussi e stabilizzare i prezzi in un mondo in continua evoluzione
La SERV offre un ambiente di lavoro moderno, aperto e trasparente, come spiega nell'intervista Denise Scheidegger-De Cia, Direttrice delle Risorse Umane
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11.12.2024 00:15

Contenuto pubblicato su mandato del partner inserzionista, che ne assume la responsabilità redazionale.

L’Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni SERV si sta trasformando da assicuratore tradizionale a Trade Facilitator attivo. Con un ambiente di lavoro moderno, 90 dipendenti e una crescita del personale del 30% negli ultimi anni, l'istituzione di diritto pubblico si sta posizionando come un interessante datore di lavoro per il prossimo futuro.

Il suo mandato di servizio va ben oltre ciò che viene solitamente coperto dai fornitori commerciali. Assicura rischi che non sono coperti o lo sono solo in misura insufficiente nel mercato privato, come ad esempio quelli di tipo politico quali guerre o rivolte, rischi legati al trasferimento, rischi delcredere, rischi legati alla contingenza valutaria e legati a cause di forza maggiore.

La SERV incarna valori tipicamente svizzeri come l'affidabilità, la fiducia e la stabilità. Caratteristiche che non vengono trasmesse solo all'esterno, ma che vengono praticate anche all'interno. Nel complesso, un profilo poco appariscente, tipicamente elvetico. Può sembrare forse un po' eccessivo, ma non lo è.

Durante una visita alla sede della SERV nel quartiere assicurativo di Zurigo, l'atmosfera tra i dipendenti è cordiale e le interazioni sono rilassate. Denise Scheidegger-De Cia, responsabile delle risorse umane, afferma con pragmatismo: “Non siamo un ufficio di funzionari pubblici”. La SERV offre un ambiente di lavoro moderno, aperto e tollerante e Scheidegger-De Cia ci spiega cosa significa rispondendo ad alcune domande.

Signora Scheidegger, lei è entrata a far parte della SERV quattro anni fa come responsabile delle risorse umane. Cosa è successo da allora?

Scheidegger-De Cia: Negli ultimi anni sono cambiate molte cose alla SERV. Oggi impieghiamo circa 90 persone nella nostra sede principale di Zurigo, più due a Losanna. Negli ultimi tre anni abbiamo registrato un aumento significativo del personale, pari a circa il 30%. Quando sono entrata nella SERV, l'azienda stava già operando dei cambiamenti strategici, passando dall'essere un “Insurer of last resort” a un “Trade Facilitator”. Con questa nuova strategia, ci rivolgiamo attivamente al mercato per generare affari per l'industria svizzera delle esportazioni.

Nella pratica, che tipo di professionalità aggiuntive sono state necessarie?

Inizialmente abbiamo rafforzato il core business e assunto Underwriter, analisti del rischio e giuristi. In una seconda fase, abbiamo ampliato le aree della governance, della protezione dei dati e della compliance. Anche il reparto IT è stato ampliato per supportare la nuova strategia.

Questo cambiamento strategico è apprezzato da tutti i dipendenti?

La sfida più grande consiste nel promuovere un mutamento nel vedere le cose: il cambiamento non è sempre accettato immediatamente, soprattutto quando interferisce profondamente con le strutture esistenti. Allo stesso tempo, è importante mantenere la pazienza: il cambiamento culturale non avviene da un giorno all'altro. Il nostro compito è quello di accompagnare tutti i dipendenti in questo viaggio, di fugare i timori e di dimostrare i benefici dei cambiamenti.

L'impressione è che la SERV finora abbia vissuto piuttosto un'esistenza di nicchia nel mercato del lavoro.

In passato, la SERV non era quasi percepita come datore di lavoro, tendevamo ad aspettare passivamente le candidature. Ma la situazione è cambiata radicalmente: oggi stiamo entrando nel mercato, costruendoci una forte immagine come datore di lavoro e utilizzando vari canali per individuare in modo specifico le persone di talento.

Come operate in questo senso?

Una delle mie principali preoccupazioni è stata quella di migliorare la nostra immagine come datore di lavoro. Quando sono arrivata, non esisteva una pagina dedicata alle carriere della SERV, il che non era più in linea con il nostro nuovo approccio proattivo, mentre oggi è possibile trovare online non solo le offerte di lavoro, ma anche informazioni sulla nostra cultura aziendale e sui nostri valori. Come datori di lavoro, ora siamo attraenti e visibili.

La forza lavoro è cambiata molto negli ultimi anni.

Non solo, l'intero mondo del lavoro sta subendo profondi cambiamenti. Ciò riguarda quindi anche gli sviluppi tecnologici, le tendenze sociali, la crescente importanza dell'equilibrio tra lavoro e vita privata e le aspettative delle nuove generazioni. Ovviamente alla SERV vogliamo lavorare con i migliori talenti e questi li troviamo sul mercato, ma soprattutto al nostro interno. Per questo motivo effettuiamo investimenti mirati per il perfezionamento professionale al fine di trattenere i dipendenti attuali.

Può essere più specifica?

Ad esempio, ci concentriamo su misure di formazione e sviluppo mirate e su una gestione sistematica delle competenze. In questo modo, vogliamo garantire che i nostri dipendenti siano preparati al meglio per le sfide del futuro. La nostra cultura del feedback facilita il dialogo a tutti i livelli.

Non ci sono mai problemi con le differenti sensibilità personali?

Ritengo che i dipendenti debbano sempre esprimere apertamente le proprie preoccupazioni - c'è spazio per questo. Ma devono anche aspettarsi che la risposta non sarà sempre gradita. Dare un feedback significa anche essere pronti ad assumersi delle responsabilità. Anche questo fa parte della cultura aziendale e per me è molto importante. Bisogna anche essere in grado di iniziare da sé, se qualcosa non va bene.

Ciò che trovo entusiasmante è che la generazione di oggi si prende la libertà di mettere rapidamente in discussione molte cose. Questo non è sempre facile per i manager, perché bisogna spiegare e giustificare di più. Alla fine, però, questa apertura e onestà aiuta tutti.

Perché la ricerca di manodopera qualificata è difficile?

La sfida più grande viene posta dalla carenza di manodopera qualificata in alcuni settori, in particolare nell'informatica e nell'analisi del rischio. La concorrenza per le menti migliori è molto intensa. Come SERV, dobbiamo posizionarci chiaramente e mostrare ciò che ci rende unici come datore di lavoro. E pone anche una sfida il trovare persone che non solo abbiano le competenze necessarie, ma che si integrino adeguatamente nella cultura aziendale. Molti non si rendono conto che siamo un'organizzazione moderna e diversificata, in continua evoluzione.

Come si manifesta questa diversità?

Cerchiamo in particolare talenti con background diversificati per rafforzare la varietà nella nostra azienda. Per me, diversità significa molto di più della semplice questione dell'orientamento sessuale o di "uomini e donne". Tuttavia, non dobbiamo nascondere le nostre peculiarità: abbiamo il 55% di donne in posizioni manageriali e la percentuale di donne nel Comitato esecutivo è del 40%. E si tratta anche di dare una possibilità alle persone con disabilità. Onestamente, sono sconcertata dal fatto che questo sia ancora un problema al giorno d'oggi. Fortunatamente, la diversità e l'inclusione sono naturalmente presenti nella nostra azienda.

Come fate a garantire che i nuovi dipendenti si integrino con la SERV a lungo termine?

Un buon processo di assunzione è il primo passo, ma un'integrazione riuscita è altrettanto importante. Attribuiamo grande importanza a un onboarding strutturato, che aiuti i nuovi dipendenti ad ambientarsi rapidamente. In fin dei conti, è importante individuare persone che abbiano un atteggiamento di base che si armonizzi con la nostra cultura aziendale.

Devono già conoscere la SERV?

Non mi aspetto che qualcuno del settore assicurativo venga a dire che ha già lavorato con noi. Sarebbe un'eccezione. La maggior parte dei candidati vuole identificarsi con il proprio lavoro e fare un incarico significativo e importante. A loro piace la dimensione della SERV e trovano interessante il nostro scopo aziendale. In passato, si considerava un privilegio l’essere invitati a un colloquio per aziende con una buona reputazione; oggi si tratta più che altro di capire se il datore di lavoro è sufficientemente attraente e se la posizione corrisponde agli interessi del candidato.

Tuttavia, anche la competenza professionale conta.

(Ride.) Sì, ovviamente le qualifiche professionali giocano un ruolo decisivo per noi come datore di lavoro. Ci sono alcuni requisiti indispensabili che richiediamo in partenza - che si tratti di conoscenze specialistiche, di esperienze rilevanti o di competenze specifiche - ma questi elementi da soli non sono sufficienti per trovare qualcuno che faccia davvero al caso nostro.

Ancora una domanda importante...

Sono curiosa.

Quando è il momento migliore per discutere della retribuzione?

Non c'è mai un momento sbagliato: i confronti sulla retribuzione devono avvenire non appena si presenta un dubbio, e non devono essere rimandati. Se c'è qualcosa che preoccupa, va messo sul tavolo. Naturalmente questo può anche essere spiacevole, ma una discussione aperta crea chiarezza ed evita che si crei insoddisfazione.

È una buona risposta. Grazie per la conversazione.

Informazioni sull'azienda

L'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni SERV è un'istituzione di diritto pubblico della Confederazione Svizzera che dal 2007 sostiene le imprese svizzere nelle operazioni legate alle attività di esportazione e facilita l'accesso ai mercati internazionali. In qualità di organizzazione autonoma, assicura le transazioni legate all’esportazione contro i rischi politici ed economici che non sono coperti, o lo sono solo in misura insufficiente, dagli assicuratori privati. Con circa 90 dipendenti presso la sede centrale di Zurigo e una filiale a Losanna, la SERV contribuisce alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro in Svizzera e all'estero.