Addio al tenente Colombo

Morto l'attore americano Peter Falk
AtseAnsa
24.06.2011 20:08

 ROMA - Se n'è andato uno dei miti cinematografici della giovinezza di molti: l'attore americano Peter Falk, reso celebre dal personaggio televisivo del Tenente Colombo. Negli ultimi anni, soffriva del morbo di Alzheimer e avevano fatto il giro del mondo, qualche anno fa, le foto che lo ritraevano a Los Angeles, non lontano dalla villa di Beverly Hills, disorientato e in stato confusionale, sporco in viso e con abiti sporchi, mentre urlava frasi prive di senso.

La figlia ne aveva richiesto l'affidamento, ma la notizia che fosse ridotto a vivere come un barbone aveva inevitabilmente suscitato dolore nei milioni di persone che, negli anni 70, avevano seguito con passione le gesta dell'infallibile detective che, con il suo aspetto trasandato e apparentemente distratto, riusciva sempre a incastrare il colpevole.

Nel 1968 il primo episodio a cui erano seguiti altri 69 «appuntamenti», un must per gli appassionati del genere, con un successo costante (repliche comprese). In Italia il «Tenente Colombo» era approdato oltre dieci anni dopo, nel 1979. A doppiare Peter Falk il è stato Giampiero Albertini e, dopo la sua morte, dalla nona stagione, Antonio Guidi. Con un'unica eccezione: nell'episodio pilota «Riscatto per un uomo morto», a doppiare Falk è stato Ferruccio Amendola. Una scelta dovuta al fatto che l'episodio sarebbe stato trasmesso al cinema piuttosto che in televisione.

Nato a New York il 16 settembre 1927, padre polacco con discendenze ungheresi e madre ebrea russa, con un diploma di ragioniere in tasca si era presentato ad Harry Cohn, numero uno della Columbia Pictures: un buco nell'acqua, perché quello gli aveva risposto: «Per gli stessi soldi posso prendere un attore con due occhi».

E invece le storie del detective di origine italiana, con lo sgualcito impermeabile chiaro e l'occhio strabico (dovuto alla protesi oculare che portava da quando, ad appena tre anni, gli era stato asportato l'occhio destro per un tumore) affascinarono il mondo. Il refrain con cui risolveva i casi più intricati era sempre lo stesso (»Un'ultima cosa..») e anche il «modello» degli episodi (che partivano al contrario, con il racconto dell'omicidio e le immagini dell'assassino) e le battute sulla moglie, continuamente nominata ma che non appariva mai. Falk vinse 4 Emmy e un Golden Globe per «Il tenente Colombo» e ottenne due nomination all'Oscar come «attore non protagonista» nel 1961 e nel 1962, rispettivamente per «Angeli con la pistola» e «Sindacato assassini».

Indimenticabile l'interpretazione in «Il cielo sopra Berlino» di Wim Wenders del 1987, in cui l'attore interpretò se stesso. Il suo regista preferito, l'indipendente John Cassavetes, lo diresse diverse volte, come nel memorabile «Una strana coppia di suoceri».