Adolescenti in crisi, ormoni «scagionati»

Non più bambini, non ancora adulti. L’adolescenza è un’età di mezzo, in cui si comincia a sviluppare una personalità forte e a coltivare sogni, desideri e progetti in autonomia. La famiglia, fino a poco tempo prima ritenuta un sostegno, ora viene considerata un ostacolo. Non sorprende, allora, che quello dell’adolescenza sia un periodo particolarmente inquieto. Spesso si riconducono i gesti di ribellione ai cambiamenti fisiologici che preparano i bambini all’età adulta, e in particolare agli ormoni. Ma è davvero così, secondo la scienza?
La risposta è no. Come affermato da Daniel Siegel, psichiatra a capo del Mindsight Institute della University of California, sebbene sia certamente vero che nei teenager si registra un incremento degli ormoni – che vanno a determinare trasformazioni profonde sul corpo di ragazzi e ragazze – il fattore determinante è l’evoluzione del cervello, che gestisce il controllo cognitivo del comportamento. Per questo gli adolescenti fanno maggiore fatica a dominare le loro emozioni, con le conseguenze che tutti i genitori hanno imparato a conoscere bene.
Il ruolo secondario degli ormoni è stato dimostrato anche da uno studio statunitense, pubblicato su Current Biology, sui criceti siberiani. I ricercatori hanno indotto negli animali, tramite variazioni ormonali, l’inizio della pubertà a età diverse: in alcuni a un mese di vita, negli altri a tre mesi. Ebbene, gli esemplari di entrambi i gruppi hanno smesso di giocare — comportamento tipico legato all’ingresso nell’età adulta — nello stesso periodo, nonostante per alcuni la pubertà ormonale non fosse ancora cominciata.
Si tratta di una prova indiretta (ovviamente non è possibile condurre questo esperimento sugli adolescenti umani), ma che può dare qualche utile indicazione sul rapporto tra trasformazioni fisiologiche e cambiamenti di personalità.
Certo, questo non risolve i problemi che genitori e figli devono superare quando i piccoli di casa entrano nella loro età critica, con gli adulti che si trovano in balia di arrabbiature e tempeste emotive.
Cosa fare? Il primo passo è quello di mettersi nei panni dell’altro, un consiglio che va applicato in entrambe le direzioni. Inoltre può essere utile parlarne con gli altri genitori, per trovare sostegno e conforto, ed accettare la situazione, consapevoli che può durare anche molto a lungo. Ovviamente ciò non significa abbassare la guardia di fronte a comportamenti antisociali, come l’abuso di alcol e di droghe: in questo caso può essere d’aiuto affidarsi a qualche specialista del comportamento.