TREKKING & PANORAMI / Escursioni

Alle Cantine di Gandria

Questa gita di circa due ore si snoda lungo il Ceresio sulla sponda del lago di fronte a Lugano. Ha il pregio di offrire alcuni tratti di navigazione e la visita di Gandria, uno dei villaggi più belli della Svizzera. La passeggiata è consigliabile soprattutto in estate, quando si va alla ricerca del fresco. Essa porta infatti alla cosiddetta zona delle Cantine di Gandria, dove in passato gli abitanti del borgo conservavano vino, salumi e formaggi. Interessante anche la visita del Museo delle dogane che si trova lungo il tragitto.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

 

 

L'itinerario

La gita inizia in battello da Lugano verso San Rocco, dove il grotto omonimo si presta a una prima sosta. Da qui, in una ventina di minuti di saliscendi si raggiungono a piedi le Cantine di Caprino, una lunga fila di costruzioni attigue che hanno saputo sfidare il tempo. Occorre ancora una decina di minuti per raggiungere il bel Grotto dei Pescatori con gli invitanti tavoli all’ombra in riva al Ceresio.

Il percorso si inoltra quindi nel bosco ai piedi della montagna, in un saliscendi non troppo faticoso, qualche volta costituito da scalinate, in parte sulla riva del lago, in parte più in alto. Dopo circa un’ora di cammino si arriva infine alle Cantine di Gandria, in alcuni casi private e in altri diventate ritrovi pubblici. Numerose cantine sono infatti state trasformate in grotti, osterie tipiche ticinesi aperte solo durante la bella stagione perché non dispongono di spazi interni.

La gita si conclude al Museo doganale svizzero (aperto il pomeriggio, da aprile a ottobre), che racconta storie di confine e di contrabbando. Dopo questa visita si prosegue in battello fino al pittoresco villaggio di Gandria

  

Una testimonianza

 Racconta Pietro Salati nel suo libro dedicato ai grotti del Luganese: «Le cantine di Caprino, divise nei tre gruppi di Caprino, San Rocco e Cavallino, rappresentano una caratteristica pressoché unica. Al di là del lago apparivano un tempo come tre nuclei di piccole case e tra essi e Lugano correvano costantemente barche e barchette, lancie e barche ad arcioni che si incrociavano cariche di gente e di merce. La materia prima di queste cantine che in alcuni casi entravano abbastanza profondamente nella roccia, magari disposte a più piani – e delle quali rimane oggi soltanto una piccola parte - era naturalmente il vino. Le famiglie benestanti di Lugano là custodivano il loro vino; là i negozianti mantenevano e miglioravano le loro riserve». Da notare che queste cantine avevano già attirato l’attenzione scientifica del geologo ginevrino Horace-Bénédict de Saussure nel 1771. Salati continua: «Le cantine di Caprino, durante la settimana, erano piuttosto riservate alla borghesia luganese; borghesi e commercianti attraversavano più volte il lago ogni giorno e alla sera là sostavano piacevolmente; la domenica venivano raggiunti da molti altri luganesi(...)». Quelle di Gandria invece «rappresentavano un tempo l’alter ego di Gandria. Di qua si coltivano le vigne, di là si conservava il vino. Ma là non c’era vino soltanto, c’erano orti con l’insalata (e l’insalata di Gandria fu una primizia apprezzata fino a Milano) e con le erbe per il carpione. Le cantine, troppo umide e fredde d’inverno, venivano raggiunte nella brutta stagione soltanto per necessità di rifornimento: tutto il resto dell’anno era un via vai di barche da una sponda all’altra: poco più di un chilometro, una remata di un quarto d’ora».

Si racconta anche che la sera c’era grande animazione e si ballava sulle terrazze al chiaro di luna. Di tutto questo oggi rimane ben poco, ma l’escursione è comunque piacevolissima. 

 

 

PER COMPLETARE LA GIORNATA

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