Benessere

Allergia ai gatti Cause e soluzioni

Spesso associato al pelo dell’animale, il fastidioso disturbo in realtà è scatenato da una proteina ben determinata
Spesso associato al pelo dell’animale, il fastidioso disturbo in realtà è scatenato da una proteina ben determinata
Red. Online
14.06.2021 18:00

I gatti sono tra gli animali domestici più amati e diffusi. Capaci di regalare affetto smisurato pur mantenendo la propria indipendenza, averli al proprio fianco è un vera e propria risorsa di felicità. Tuttavia durante la convivenza possono insorgere alcune problematiche, tra cui fastidiose reazioni allergiche. Ma di cosa si tratta? Come spiega il dottor Alessandro Fiocchi, direttore del dipartimento di allergologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in Italia, l’allergia è una reazione avversa immunomediata, cioè controllata dal sistema immunitario. In altre parole, l’organismo attiva i propri anticorpi, riconoscendo come nemiche sostanze che in realtà non lo sono.

Al contrario di quello che molti pensano, l’allergia al gatto, come quella al cane, al cavallo o ai roditori, non è legata al pelo, ma a ciò che questo trasporta: una proteina chiamata «Fel D 1», che si trova nella saliva e nella forfora dell’animale. La Fel D 1, in particolare, viene prodotta dalle ghiandole salivari e dai follicoli delle ghiandole sebacee. Leccandosi, i mici depositano questi allergeni sul proprio manto. Quando la saliva si asciuga, vengono rilasciate delle particelle sospese nell’aria. Quando vengono inalate, possono provocare asma, orticaria, polmoniti da sensibilità, ma anche shock anafilattico. I sintomi più diffusi sono prurito al naso, lacrimazione, mal di gola e tosse. E, se non si interrompe il contatto con l’allergene, tali disturbi tendono a peggiorare gradualmente.

Per sapere con certezza se si è allergici a questa proteina, si consiglia di sottoporsi ad un test allergologico. È bene sottolineare che esistono anche misure efficaci per poter prevenire una reazione allergica pericolosa. Dopo aver accertato la presenza dell’allergia al gatto con opportuni test cutanei e di laboratorio, è possibile sottoporsi a un vaccino. Quest’ultimo va assunto con regolarità per almeno tre anni. In alternativa, si possono adottare delle misure igieniche preventive. Per esempio, si possono ridurre la presenza di serbatoi di allergeni, come tende o tappeti, e rivestire materassi e cuscini con tessuti barriera specifici. Non solo: si possono anche utilizzare farmaci antistaminici e decongestionanti per limitare i sintomi, ovviamente sotto consiglio medico. Infine, se non si vuole rinunciare ad un gatto e nemmeno alla propria salute, si può optare per una razza che abbia basse probabilità di scatenare delle allergie. Tra queste, ci sono il gatto norvegese delle foreste e il gatto siberiano.