Falsi miti

Anche i pesci soffrono: uno studio lo conferma

La fauna ittica prova dolore in diverse situazioni. Questo il risultato di una ricerca condotta dall’Università di Liverpool
La fauna ittica prova dolore in diverse situazioni. Questo il risultato di una ricerca condotta dall’Università di Liverpool
Red. Online
25.05.2020 18:00

Si è abituati a credere che i pesci non provino sensazioni e siano immuni da ogni tipo di dolore, tuttavia uno studio dell’Università di Liverpool ha dimostrato che non è così.

La ricerca, pubblicata sulla rivista accademica Philosophical Transactions of the Royal Society, ha infatti confermato che anche i pesci possono provare dolore e, in certi casi, ne conservano addirittura la memoria.

A realizzare questa indagine è stata la biologa Lynne Sneddon, che ha osservato come il comportamento di alcune specie si modifica a seguito di un evento doloroso. Un esempio è quello del pesce persico marino, il cui nome scientifico è Cymatogaster aggregata: questo esemplare, dopo essere stato pescato con l’amo, manifesta la sua sofferenza mangiando di meno a causa delle ferite nella cavità orale. Proprio per questo è consigliabile preferire un tipo di pesca indolore, che non va ad influire sulla vita del pesce se poi lo si rilascia in acqua.

Anche i pesci rossi sono sensibili a malesseri e stimoli negativi. In un esperimento sono state inviate delle scariche elettriche in una vasca: i pesciolini hanno evitato l’angolo nocivo per il loro benessere per almeno tre giorni, dimostrando così di avere una memoria tutt’altro che breve.

Proprio come per gli uomini, i medicinali potrebbero fare effetto sulla fauna acquatica: gli zebrafish, ad esempio, tollerano gli antidolorifici che li aiutano in caso di ferite. Sono proprio queste a darci l’idea nel quotidiano di quando un pesce possa provare dolore: quando alcune specie riportano tagli o lesioni sulla bocca tendono a strofinare il muso sulle pareti dell’acquario, per alleviare il senso di dolore.

La diversità degli ecosistemi, profonda e sostanziale, può aver portato a credere che i pesci fossero animali così lontani dall’uomo da non poter provare le stesse sensazioni, nemmeno le più basilari.

In realtà, lo studio della dottoressa Sneddon dimostra che farsi male o provare dolore è solo una questione di conformazione e possibilità: sulla terraferma gli ostacoli sono molteplici e altrettanto le occasioni per cadere, inciampare, sbattere contro un mobile o tagliarsi.

Il profondo blu, invece, riserva meno sorprese da questo punto di vista e i pesci sono creati per evitare ogni tipo di collisione col fondale: la loro vescica natatoria, infatti, li aiuta ad evitare questa eventualità.