Attenzione agli effetti della «zampata» di Fufi
Amici discreti, teneri e spesso buffi, i gatti sono entrati nel cuore, oltre che nelle case, di moltissime persone: per questo vengono considerati parte integrante della famiglia. Tuttavia non va dimenticato che rimangono comunque degli animali e che possono avere reazioni imprevedibili, come graffiare i propri padroni. Un comportamento, questo, che nella maggior parte dei casi non porta a nessuna conseguenza, ma che non va sottovalutato. Tra i rischi più comuni legati ai graffi c’è senza dubbio la bartonellosi. Ma di cosa si tratta?
Questa patologia – conosciuta comunemente come «malattia da graffio di gatto» - viene causata da un batterio particolare, chiamato Bartonella henselae. Sebbene si calcoli che il 36% dei mici possa essere un veicolo di contagio, in realtà la maggior parte dei graffi provoca una ferita superficiale, che non comporta infezioni.
I gatti vengono colpiti dal disturbo attraverso le punture di pulci, ma in genere non hanno sintomi, almeno nelle prime fasi, e, per questo, non hanno bisogno di trattamenti particolari. Essendo trasmessa ai mici dalle pulci, gli animali più a rischio sono quelli randagi, che vivono all’aperto. Il batterio, presente nel loro sangue, può però manifestarsi con febbre, dolori ai muscoli e ingrossamento dei linfonodi.
Nell’uomo la malattia può dare i primi segni dopo alcuni giorni dal graffio: se dapprima nella parte interessata si forma un piccolo punto rosso, nel giro di poche settimane emerge una tumefazione delle linfoghiandole di circa 3-5 centimetri (conosciuta come linfoadenomegalia), diffusa soprattutto nell’area delle ascelle, dell’inguine e del collo. Talvolta, in particolare nei più piccoli, può comparire febbre, inappetenza e mal di testa.
Ma quando bisogna preoccuparsi? Solitamente la bartonellosi scompare da sola, entro pochi mesi, anche quando si è affetti dalla forma più «pesante», caratterizzata da febbre elevata, ingrossamento del fegato e interessamento di polmoni e sistema nervoso. Tuttavia per alcuni episodi i medici possono prescrivere farmaci per alleviare i sintomi o antibiotici e aminoglicosidici nei casi più gravi. Ad ogni modo, è fondamentale rivolgersi ad uno specialista.
Infine, è essenziale puntare sulla prevenzione, adottando soluzioni antipulci in tutti i mesi dell’anno, evitando il contatto con i gatti randagi o affetti da pulci. Inoltre si consiglia di lavarsi sempre bene le mani dopo aver toccato il micio. Particolare attenzione va prestata ai bambini, che tendono a giocare spesso con Fufi, con il rischio di essere feriti da qualche graffio.