Chi ha la lingua lunga mangia meglio e di più

La famiglia Picidae comprende numerose specie presenti anche in Svizzera. Il picchio cenerino, fortemente minacciato, rimane solamente in alcune zone dei Grigioni e della Svizzera nord occidentale; il picchio rosso maggiore è, invece, ben diffuso su tutto il territorio mentre il picchio tridattilo si trova sulla fascia alpina tra i 1.000 e i 1.800 metri.
In America è diffuso il picchio delle ghiande, una specie che ha ispirato i creatori del famoso cartone d’animazione Woody Woodpecker, in italiano Picchio Picchiarello.
La specie più particolare è il picchio verde, Picus viridis, specializzato nella ricerca delle formiche. Ha una lingua appiccicosa, vermiforme e dotata di piccoli arpioni che riesce ad estroflettere fino a 10 cm e con cui capta la presenza degli insetti. Questa specie scava dei buchi nel legno, nei punti dove percepisce dei formicai, e vi introduce la lingua. Le larve e le pupe restano così impigliate negli arpioncini, mentre gli insetti adulti rimangono appiccicati grazie alla particolare saliva. D’inverno riesce a individuare i formicai anche sotto la neve.
L’origine mitologica del picchio verde viene narrata nel quattordicesimo libro delle “Metamorfosi” di Ovidio.
“In terra d’Ausonia regnava Pico, un figlio di Saturno appassionato di cavalli addestrati al combattimento” e giovane bellissimo che “col suo volto aveva affascinato le Driadi”. Il re, marito fedele della ninfa Canens, si recò un giorno a caccia: “indosso aveva un mantello purpureo fermato da una fulgente borchia d’oro”. Anche Circe si trovava nel bosco e “quando, nascosta in una macchia, vide il giovane Pico, ne fu colpita: di mano le caddero le erbe che aveva colto e si sentì percorrere da un fuoco in tutte le sue vene”. La maga, con uno stratagemma, riesce ad attirare Pico e gli dichiara il suo amore, ma egli “sprezzante, la respinge, respinge le sue preghiere: chiunque tu sia, non sono tuo. Un’altra, sì, un’altra mi lega a sé”. Circe, offesa e furente, trasforma Pico in un uccello. Il re, infatti, “si scopre addosso delle penne e, sdegnato di dover vivere d’un tratto nei boschi del Lazio mutato in uccello, trafigge le querce selvatiche col duro becco e furioso infligge ferite lungo i rami. Le penne assumono il color purpureo del mantello; la borchia d’oro, che prima fermava la sua veste, diventa una piuma e di riflessi d’oro si cinge il collo; di ciò che appartenne a Pico l’unica cosa che rimane è il nome.”
Le caratteristiche
Il Picus viridis è lungo circa 32 cm, con un’apertura alare di 40 cm e un peso medio di 200 grammi. Le parti superiori sono verdi, il dorso giallo-verdastro e le parti inferiori grigio-verdastre. Il sottogola e il ventre sono più chiari. Sulla testa spicca la macchia rossa che va dal becco fino alla nuca, mentre la maschera facciale nera contorna gli occhi. Il maschio ha un’ulteriore macchia rossa bordata di nero accanto all’attaccatura del becco.
La specie è longeva, vive fino a 15 anni, ed è diffusa nei fondovalle di tutta la Svizzera e nella fascia di media montagna, fin verso i 1.800 metri di quota, con un numero di coppie stimato tra le 10.000 e le 17.000.
Qui è possibile sentire il verso del picchio verde che, contrariamente ad altri picidi, tambureggia raramente.
L’ambiente
L’habitat ideale del Picus viridis è il margine dei boschi misti e di latifoglie, ma colonizza anche i parchi, i frutteti e le aree urbane. In Svizzera è principalmente sedentario.
La riproduzione
La femmina depone, in una cavità naturale, dalle 5 alle 8 uova che vengono covate principalmente dal maschio per 15-17 giorni. I piccoli lasciano il nido attorno al venticinquesimo giorno, ma i gruppi familiari rimangono uniti ancora per 3-7 settimane.
La nutrizione
Il picchio verde è ghiotto di formiche, che sono la base della sua dieta. Talvolta si ciba di lombrichi, chiocciole e bacche. Frequentemente viene osservato posato a terra dove ricerca le sue prede in ceppi e tronchi marcescenti.
Scheda zoologica
Classe: Aves
Ordine: Piciformes
Famiglia: Picidae