È vero che i palchi dei cervi crescono al sole?

Il ciclo circadiano, con le sue fasi di sonno e veglia, è fondamentale per tutti gli essere viventi. I mammiferi, in particolare, hanno sviluppato una serie di risposte ormonali che dipendono dalla variazione del rapporto tra buio e luce e quindi, in ultima analisi, la loro biologia si adegua al mutare delle stagioni, caratterizzate da inverni con notti più lunghe ed estati con meno ore di buio. Questo è uno dei motivi per cui, soprattutto negli ultimi anni, la comunità internazionale si sta chinando sul problema dell’inquinamento luminoso, che causa grossi squilibri alla fauna selvatica e anche all’uomo stesso.
Il bioritmo nell’uomo è regolato dall’epifisi, che prende il nome di ghiandola pineale in molti animali, tra cui gli ungulati. Il cervo è il più grande e maestoso ungulato artiodattilo (cioè animale con gli zoccoli che poggia il peso su un numero pari di dita) del canton Ticino e i suoi bramiti, nella stagione degli amori, risuonano imponenti nel bosco. I maschi di questo animale sono conosciuti per i grandi palchi che svettano maestosi durante la stagione riproduttiva. Ma cosa sono i palchi? Quale legame c’è tra la ghiandola pineale e la loro crescita?

I palchi sono strutture ossee ramificate che annualmente crescono sul capo del cervo, raggiungendo la massima grandezza durante la stagione degli amori, e che successivamente vengono perse per poi riformarsi da capo. Durante la crescita il palco è ricoperto dal «velluto», uno strato di pelle irrorato da vasi sanguigni. Una volta terminata la crescita, il «velluto» si secca e viene perso, lasciando l’osso pulito e liscio. Spesso gli esemplari si strofinano contro massi e cortecce per accelerare questo processo. Con i palchi puliti, i maschi si affrontano per rivendicare il possesso del territorio e la possibilità di accoppiarsi con le femmine. Le lotte vere e proprie, però, sono rare e gli esemplari si sfidano principalmente tramite i bramiti e osservandosi a vicenda per valutare l’imponenza dell’avversario. I cervi più possenti arrivano, attorno ai 10-12 anni di vita, ad avere palchi di oltre 1 metro e pesanti fino a 10 kg.
Ma come mai i palchi crescono e vengono persi in un determinato periodo dell’anno? Si tratta di casualità? In natura, e soprattutto parlando di evoluzione, poco o nulla è casuale e l’organismo ha attivato tutta una serie di strategie per permettere ai processi biologici di avvenire esattamente al momento giusto. Nel caso dei palchi dei cervi, è la luce ad innescare la crescita e la perdita di queste strutture ossee e quindi sì, è il sole che, in un certo senso, permette la loro formazione La ghiandola pineale, infatti, produce l’ormone melatonina. Questo ormone viene rilasciato di notte - non a caso molti preparati per conciliare il sonno o combattere il jet lag contengono melatonina - e la sua quantità dipende dalla lunghezza del periodo di buio: più lunghe sono le notti e più melatonina viene prodotta. La melatonina, a sua volta, inibisce la produzione di ormoni legati all’ambito della riproduzione, quindi più melatonina in circolo corrisponde ad un minor stimolo verso la riproduzione. Per questo motivo d’inverno i palchi vengono persi mentre, all’allungarsi delle giornate e alla conseguente diminuzione di melatonina in circolo, corrisponde un aumento degli ormoni sessuali deputati allo stimolo riproduttivo e alla crescita dei palchi.