È vero che i panda meritano l’estinzione?

Amato da tutti per il suo aspetto pacifico e coccoloso; conosciuto mondialmente per essere simbolo del WWF; icona della protezione delle specie a livello mondiale e, spesso, ambasciatore diplomatico della Cina, il panda gigante - Ailuropoda melanoleuca – è, evolutivamente parlando, un esempio perfetto dei rischi che corre una specie troppo specializzata in una singola nicchia ecologica.
Questo animale – che non merita certamente l’estinzione, ma ne corre ancora un rischio concreto nonostante le autorità cinesi lo abbiano «declassato» da specie a rischio estinzione a specie vulnerabile – è, infatti, legato a doppio filo al tipico habitat delle foreste di bambù, alimento che costituisce il 99% della sua dieta. È dunque facilmente intuibile che il venir meno, o la diminuzione in termini qualitativi ed estensivi, di questo specifico ambiente causi una diminuzione nel numero di panda presenti. Il panda consuma fino a 18 kg al giorno di bambù poiché questa pianta è povera di sostanze nutritive e l’intestino stesso dell’animale, curiosamente più simile a quello dei carnivori che non degli erbivori, non riesce a digerirlo in modo efficace. Il numero di questi giganti buoni, che alla nascita pesano tra gli 80 e i 200 grammi e si ricoprono di pelo solo dalla terza settimana in avanti, ammonta a circa 1.860 esemplari allo stato libero con un aumento del 17% negli ultimi 10 anni, grazie all’attenzione e alla tutela crescente nei loro confronti.
L’evoluzione per nicchia ecologica non ha, però, solo aspetti negativi. Da una parte è vero che gli animali come il panda, essendo legati ad un particolare habitat e/o ad una specifica ed univoca alimentazione, sono più soggetti ad andare incontro a difficoltà nel caso in cui mutino le condizioni di partenza. D’altro canto, però, l’essere riusciti a specializzarsi in modo così mirato, ha permesso loro di occupare un «vuoto» e di affermarsi come unici sfruttatori di un determinato tipo di ambiente che quindi ne ha garantito la sopravvivenza senza, o quasi, dover rivaleggiare con altri essere viventi per le medesime risorse. L’evoluzione delle nicchie biologiche ha quindi sia vantaggi che svantaggi. I bruschi cambiamenti, spesso dovuti all’attività antropica, sia direttamente – deforestazione, bracconaggio, incendi – che indirettamente – cambiamento climatico, sovrappopolazione, introduzione di specie alloctone -, causano degli squilibri. Gli animali maggiormente adattabili riescono ad affrontarli in maniera più efficace, mentre gli animali più selettivi ne vengono completamente travolti.
Nel video seguente, a cura di National Geographic, tante altre curiosità sul panda.