È vero che i serpenti hanno la pelle unta?
Una divertente filastrocca per bambini recita: «La biscia striscia sull’asse liscia; ma se l’asse non è liscia, dove striscia la nostra biscia tutta liscia con la striscia?». La saggezza popolare spesso riesce ad individuare con arguta perizia comportamenti e caratteristiche tipiche degli animali e ad indagarne, perlomeno empiricamente, le cause. I serpenti, infatti, sono davvero lisci, ma la scienza ci ha permesso di capire meglio il perché e, soprattutto, come fanno questi rettili affascinanti, anche se spesso temuti, a muoversi così agilmente sul terreno.
La muta dei serpenti è cosa nota. Dal momento che la pelle non cresce insieme all’animale, vi è la necessità di un ricambio completo. Quando la nuova pelle è pronta, i serpenti iniziano a muoversi e a sfregarsi sul terreno così da spaccare la vecchia e ormai stretta epidermide che si rivolta come un guanto.
Meno nota, però, è l’esatta struttura della superficie epidermica e la sua perfetta integrazione con l’ambiente circostante. Le squame ventrali differiscono, infatti, da quelle dorsali poiché si sono evolute specializzandosi per la locomozione. Le dorsali si sono sviluppate per ottimizzare il mimetismo e l’assorbimento del calore dall’ambiente circostante, mentre le ventrali forniscono miglior lubrificazione e protezione dall’usura. Per fare un paragone un po’ azzardato, si può immaginare la bava delle lumache, che protegge il corpo molle e, al contempo, ne agevola lo scorrimento sul substrato. Ma in questo caso gli ordini di grandezza sono completamente diversi e, inoltre, non è stato ancora compreso appieno il meccanismo molecolare che ottimizza l’attrito tra l’animale e il terreno e diversi studi in corso cercano di indagarne tutti i segreti.
Uno studio pubblicato su Royal Society Publishing e intitolato «Evidence of molecular boundary lubricant at snakes in surfaces» ha rilevato l’esistenza di un rivestimento lipidico su tutta la pelle del serpente, ma strutturato in modo differente sulla parte ventrale. Qui, infatti, i lipidi formano uno strato ordinato che fornisce sia la lubrificazione che la protezione dall’usura. L’ordine di grandezza è nanometrico (un nanometro è un milionesimo di millimetro) e questa struttura è ovviamente sia invisibile all’occhio umano che impalpabile al tatto. La pelle dei serpenti, infatti, risulta asciutta e non viscida come si potrebbe pensare, ma su scala infinitesimale è, invece, adeguatamente lubrificata. Quindi in un certo senso sì, la pelle dei serpenti è unta, ma sono serviti strumenti adeguati e precise ricerche per scoprire questo fantastico adattamento naturale.