Gatti Felv e Fiv+ (Archivio 2)

"Gentili dottori seguiamo assiduamente, da tempo, una colonia di gatti. L'anno scorso abbiamo costruito una piccola casetta per la protezione dei nostri amici sia dalla pioggia sia dal freddo, sperando di far trascorrere loro un inverno migliore. Invece è stato un periodo pessimo. Di tutta la colonia due mici molto affettuosi sono putroppo morti. Il primo a gennaio. Diagnosi: Fip secca, cieco con convulsioni. Aveva un anno e mezzo. Risultava negativo Fiv/Felv. L'altro micio è mancato sabato per problemi respiratori. Respirava con la pancia da un paio di settimane, 10 giorni con Stomorgil. Interrotto da 2 giorni l'antibiotico il crollo il venerdì. Aveva del liquido nei polmoni che il veterianrio è riuscito ad aspirare, ma dopo una notte sotto ossigeno i polmoni risultavano vuoti e il micio continuava a respirare con molta fatica e senza ossigeno non ce la faceva. Secondo il medico erano proprio i polmoni a non farcela. Era positivo Felv e a novembre aveva subito un intervento di riscotruzione del ginocchio distrutto. Aveva 4 anni. Mi chiedo alcune cose: se un ambiente come un capanno arieggiato possa aumentare le possibilità di contagio di animali che comunque mangiano e vivono insieme tutto il giorno; se un intervento possa aver contribuito al passaggio da positività a malattia conclamata e se le complicazioni respiratorie siano da ricondurre alla Felv o possano indicare anche una Fip. Mi permetta solo di dire che queste malattie sono terribili, con un decorso rapido che non dà scampo e lasciano noi che seguiamo questi animali terrorizzati all'idea della diffusione. Ho il terrore di portarla a casa ai miei mici e che a questo punto possano contrarla anche dal veterianrio o quando (raramente) sono in pensione. Grazie. Cordiali saluti".
Stefania B., Torino
Gentile Stefania, la problematica va valutata sotto diversi aspetti. Sicuramente quelle da lei descritte Fip, Fiv/Felv sono malattie terribili e che quasi sempre non danno scampo. I gatti possono restare sieropositivi e in perfetta salute anche per mesi e anni, ma prima o poi iniziano a mostrare i sintomi della malattia e piano piano o velocemente arrivano alla morte. Il problema spesso sono i gatti portatori della malattia che infettano gli altri tramite rapporti sessuali, ma anche con saliva, morsi, secrezioni corporee varie. Un gatto sano si infetta quindi generalmente se viene a contatto con gatti ammalati e spesso queste grosse comunità di gatti abbandonati sono a rischio. Chiaramente vi è anche la possibilità di infettarsi a mostre feline, in pensioni, dai veterinari ecc., ma di regola si attuano misure preventive e soprattutto durante interventi chirurgici di sterilità che riducono ai minimi termini le possibilità di contagio.Un aspetto molto importante - e che non va negato - é il fatto che queste colonie di gatti sono spesso un "reservoir" e una fonte di trasmissione ad altri gatti soprattutto di leucemia felina (FeLV) e aids felino (FIV). Ideale sarebbe quindi testare tutti i gatti e isolare i gatti positivi in modo da interrompere il propagarsi di queste malattie che ogni anno uccidono tantissimi mici. Purtroppo nella realtà spesso non é possibile organizzarsi in questo senso sia per questioni finanziarie sia per l'impossibilità di trovare casa a tutti i gatti ammalati che in ogni caso, prima o poi, sono destinati a morire.
OVT
27 febbraio - "Buon giorno. Vi scrivo perchè ho salvato un gattino di 5/6 mesi. L'ho portato subito dal veterinario, perchè respirava male. Il medico ha diagnosticato immediatamente un grande gonfiore dei linfonodi. Non rispondendo alla terapia antibiotica, ha effettuato le analisi ed è risultato positivo a FIV e FELV. Ha eseguito, quindi terapia con interferone e antibiotico ed ora sembra stare molto meglio. I linfonodi si sono sgonfiati e ha meno catarro. E'un gattino dolcissimo, al quale mi sono affezionata moltissimo. Nonostante le mie difficoltà economiche, sto cercando di farlo curare per farlo stare meglio, ma non posso portarlo a casa,come avrei tanto voluto, perchè ho un'altra gattina di 2 anni che è sana e negativa. Sono veramente disperata, non so proprio cosa fare. Potete darmi un consiglio? Ringrazio vivamente".
Franca C., Roma
Gentile Franca, la cosa più importante, al momento, é che il gattino sta meglio. Basilare é però che non possa infettare altri gatti sani, per cui va tenuto isolato e si deve impedire ogni contatto con altri gatti.Il consiglio é di ripetere il test FeLV dopo 2 mesi visto che nei gatti giovani vi é una buona percentuale che riescono a superare la fase iniziale con in virus nel sangue senza ammalarsi e ad eliminare in seguito il virus completamente dall'organismo. La stessa cosa va fatta per il virus della FIV con un test più specifico per sapere se la positività del gattino era dovuta unicamente agli anticorpi materni ricevuti con il sangue o se é effettivamente stato trasmesso anche il virus (il test classico per diagnosticare la FIV identifica solo eventuali anticorpi presenti nel sangue e non il virus). Se ha fortuna il gatto potrebbe addirittura diventare completamente sano. In caso contrario si deve provvedere a fargli fare una vita tranquilla, senza uscire e senza avere contatti con gatti negativi al test, sperando che il gatto resti il più a lungo in salute.
OVT
6 febbraio - "Buonasera. Ho da 2 anni un gatto Fiv positivo, è un bel gattone rosso e bianco di nome Sansone ed ha circa quattro anni. Sansone soffre di stomatiti periodiche che vengono curate con antibiotici e cortisone associati ad applicazioni di laser. Questa terapia consente al gatto di stare abbastanza bene per due mesi. Esistono anche dei prodotti omeopatici che potrei associare a questa terapia per aumentare le difese immunitarie? Ringrazio anticipatamente".
Silvia V., Modena.
Gentile Silvia, un gatto Fiv positivo di regola vive bene fino a quando la malattia non si manifesta in tutta la sua virulenza e quindi passano spesso tantissimi anni dove si tratta di effettuare delle terapie di sostegno per il sistema immunitario e a volte curare i sintomi di un sistema immunitario indebolito come gengiviti croniche, infezioni virali varie, eccetera. Importantissimo, con questi gatti, é da un lato evitare il contatto con altri mici (vanno quindi tenuti regolarmente in casa) per non trasmettere la malattia e dall'altro evitare ogni tipo di situazioni stressanti che possono contribuire a indebolire ulteriormente il sistema immunitario.Le terapie naturali sono di regola le più indicate in questo caso e vi sono ottimi prodotti che rinforzano il sistema immunitario sia a livello di omeopatia che di fitoterapia.
OVT
5 ottobre 2010 - "Buongiorno Dottore, una mia amica ha da 6 mesi una stupenda gatta siberiana di circa 3 anni. Questa micia é stata abituata a stare sempre in casa, in effetti gli allevatori per evitare fughe e problemi hanno messo delle reti di nylon a protezione. Ora la nuova padroncina le fa fare due volte al giorno delle passeggiate nel giardino condominiale e sugli alberi: sempre al guinzaglio e stando molto attenta. Quando la gatta é in giardino non girano altri gatti, ma durante gli altri periodi sia del condominio e magari anche da fuori ce ne sono. Eventuali randagi. Non so. Comunque non ci sono contatti!. Lei consiglia la vaccinazione della leucosi o detta semplicemente AIDS felina? Ci sono controindicazioni? Ogni quanto bisogna ripeterla? Se altri gatti l'hanno é trasmissibile tramite l'urina, le feci, la saliva, i peli, ecc.? Quanto tempo resta attivo il virus all'aperto? La ringrazio infinitamente per le sue sempre cordiali e disponibili risposte. Cordiali saluti".
Renè C., Lugano
La premessa é che la Leucosi felina (FeLV) e l'Aids felino (FIV) non sono assolutamente la stessa cosa. Si tratta di due virus differenti anche se spesso vengono confusi tra di loro. La leucosi felina si trasmette prevalentemente con un contatto diretto tra gatti (morso, saliva e altri secreti corporei) e il virus non é molto resistente nell'ambiente. Le consiglio in ogni caso la vaccinazione visto che é l'unico mezzo per proteggere il suo gatto da questa malattia mortale e al momento non curabile. In effetti é sufficiente un solo contatto con un gatto malato per trasmettere la malattia e visto che il vaccino non presenta effetti collaterali particolari sarebbe peccato rischiare.
OVT
21 maggio - "Buon giorno. Qualcuno ha scaricato Garfild dove lavoro. L'ho trovato che stava male. L'ho portato dal veterinario che ha diagnosticato che è FIV+, me l'ha sterilizzato e dopo 7 giorni di antibiotico me lo sono ripreso. Oggi che è il terzo giorno che sta con me, di punto in bianco non mangia anche se la voglia c'è. Allora ho provato con A/D diluito con acqua calda: lo lecca, ma brontola. Penso che abbia molto male in bocca. Cosa posso fare? Il veterinario dice che è meglio somministrargli del cortisone. Voi cosa mi consigliate per rimetterlo in sesto? Grazie".
Giusy P. e Garfild, Peschiera Borromeo (Mi)
Gentile Giusy, spesso i gatti FIV positivi hanno delle infiammazioni a livello di gengiva e mucosa della bocca che possono essere molto dolorose e causare gravi difficoltà nella masticazione e nella deglutizione. Il cortisone non é consigliabile come prima scelta visto che il suo effetto immunosopressivo potrebbe contribuire ad attivare ulteriormente il virus e quindi a breve o medio termine avere un effetto negativo.Importante é valutare se il gatto necessita di una pulizia approfondita dei denti (il tartaro favorisce ulteriormente l'infiammazione gengivale) e poi provare con antiinfiammatori non a base di cortisone (ad esempio il Metacam) da abbinare almeno inizialmente con antibiotici specifici. Una terapia per stimolare il sistema immunitario a volte é anche molto utile. Il cortisone va utilizzato unicamente quando gli altri medicamenti non funzionano e quando il gatto ha veramente dolori così forti da non riuscire più ad alimentarsi.