George il solitario non era così solo

Quando nel 2012 è morto «George il solitario» - l'ultima tartaruga gigante dell'isola Pinta nell'arcipelago delle Galapagos – si pensava che con lui si fosse estinta anche la sua specie, cioè la Chelonoidis nigra abingdonii. Forse però c'è ancora una speranza: come riferisce Adalgisa Caccone, ricercatrice dell'Università di Yale a New Haven in un'intervista rilasciata alla rivista Nature, durante una serie di spedizioni lungo le pendici del vulcano Wolf dell'isola di Isabela, sono state identificati almeno due animali di sangue misto, che nel loro DNA conservano tracce del genoma delle tartarughe di Pinta. Si pensa che questo sia dovuto al fatto che i marinai, un tempo, spostavano tartarughe da un'isola all'altra, per assicurarsi delle provviste di carne. I due animali, insieme a 30 altri che invece si sono rivelate interessanti per avere tracce del genoma di tartarughe dell'isola di Flores, pure molto minacciate, sono state trasportate al centro di riproduzione, dove era vissuto «George il solitario». La somiglianza con George, almeno di uno dei due animali, par sia talmente grande, da aver lasciato di stucco e senza parole coloro che si erano occupati per anni dell'anziana tartaruga, morta più che centenaria.