Il balestruccio è la star dell'anno

Il 2010 - dopo l'animale dell'anno (l'ape longicorne, vd suggeriti) e il pesce dell'anno (il vairone, vd suggeriti) - ha, da giovedì 4 febbraio, anche il suo uccello dell'anno. È il balestruccio (nome scientifico: Delichon urbicum). Ad eleggerlo a questo ruolo l'Associazione svizzera per la protezione degli uccelli (ASPU/BirdLife Svizzera) che, nell'anno internazionale della biodiversità 8vd suggeriti), vuole rendere attenti al fatto che nelle zone urbane le aree lasciate allo stato naturale e i prati fioriti stanno sempre più scomparendo.
Anche se l'uccello migratore della famiglia delle rondini in Svizzera non è minacciato, "i censimenti dimostrano che le grandi colonie che si incontravano ancora negli Anni Sessanta sull'Altipiano sono diventate più rare", scrive l'organizzazione in una nota. In certe regioni - come il Ticino e il Vallese - il balestruccio costruisce ancora il nido, composto di 700-1'500 palline di terra mischiata a saliva, sulle pareti rocciose, ma la maggior parte di loro nidifica sulle pareti delle case. Il declino delle colonie è dovuto al fatto che le pareti degli stabili sono meno adatte al fissaggio dei nidi: le facciate in vetro e certi intonaci sono troppo scivolosi. E dove invece aderiscono, i nidi vengono tolti dall'uomo per paura che gli uccelli sporchino. Altre cause sono la diminuzione nelle zone urbane degli insetti come fonte di nutrimento e dei terreni aperti dove i balestrucci possano prelevare terra umida per il loro nido.
Il Ticino sembra dunque essere una terra privilegiata per chi voglia vedere questa specie dal vivo. Ma il balestruccio non è l'unico membro della famiglia delle rondini a svettare nei nostri cieli: la più affezionata al nostro Cantone, infatti, è la rondine montana (nome scientifico: Hirundo rupestris), di cui (vd suggeriti) avevamo già parlato. Talmente affezionata che, a volte, decide di svernare in Ticino e rientrare, solitamente, prima di quelle che, tra qualche settimana, ci "riporteranno" la primavera. Proprio in tema di migrazioni, dal Ticino, ma non solo, potranno giungere nuovi elementi per conoscere ancora meglio questi volatili: una cooperazione italo-svizzera (vd suggeriti) si è infatti posta l'obiettivo di studiare le loro abitudini per i prossimi tre anni.