Il falco: una Ferrari tra le nuvole
Simbolo di agilità e velocità, il falco pellegrino è un bolide volante: in picchiata, quando si lancia ad ali chiuse su di una preda, riesce a raggiungere i 300 km/h, mentre durante il volo orizzontale sfiora i 100 km/h. A titolo di paragone il più veloce animale terrestre, il ghepardo, supera di poco i 90 km/h.
Nel 2018 BirdLife ha individuato nel Falco peregrinus l’uccello dell’anno, con l’obiettivo di attirare l’attenzione su di una specie che ha subito negli ultimi decenni un preoccupante declino, fino ad arrivare sull’orlo dell’estinzione. Le cause principali sono da riscontrarsi nei pesticidi di sintesi, nelle centrali eoliche, nell’aumento dei disturbi ai siti di nidificazione e negli avvelenamenti. Grazie a progetti di conservazione, alla proibizione di alcuni pesticidi e alla protezione legale, la popolazione di falco pellegrino si sta lentamente riprendendo e, ad oggi, ci sono tra le 260 e le 320 coppie che nidificano sul suolo elvetico.
Le caratteristiche
Il falco è un uccello affascinante ed è grazie a questa specie, e a quelle ad essa associate, che si è sviluppata la falconeria, cioè la caccia basata sull’addestramento dei rapaci. Il piumaggio del dorso è grigio, mentre il ventre è più chiaro, con delle righe scure. La testa e i lati della gola sono neri. Mediamente gli esemplari raggiungono una lunghezza di 42 cm, con un’apertura alare di un metro e un peso che varia dai 600 ai 1.300 grammi.
Qui è possibile sentire il verso del falco pellegrino. Questa specie emette numerosi richiami, soprattutto durante il periodo riproduttivo, caratterizzati da suoni acuti e prolungati.
L’ambiente
Il Falco peregrinus è sedentario in Svizzera e il suo habitat necessita di ampi spazi aperti, con punti d’osservazione sopraelevati e pareti rocciose. Visto l’elevato livello di antropizzazione, è difficile per questi animali trovare un ambiente privo di presenza umana. La convivenza non è sempre facile. Intorno al 1950, il falco pellegrino è stato portato sull’orlo dell’estinzione dall’uso del pesticida DDT che causava la diminuzione dello spessore del guscio delle uova e la conseguente rottura durante la cova. Nel 1971 il DDT è stato vietato e la popolazione ha iniziato ad aumentare. Oggi si assiste a fenomeni di avvelenamento per mano di alcuni allevatori di piccioni, mentre le pale eoliche causano la morte per collisione.
Alcune coppie nidificano anche sugli edifici elevati.
La riproduzione
I nidi vengono costruiti nelle rientranze delle pareti rocciose e solo raramente sugli alberi. La nidificazione va da fine febbraio a inizi luglio e la femmina depone 3 o 4 uova color ruggine. Entrambi i genitori si occupano della cova che dura 29-32 giorni. I pulcini rimangono nel nido per 35-42 giorni e anche dopo il primo volo rimangono nei pressi dei genitori che continuano ad alimentarli per circa un mese.
La nutrizione
Questa specie ha fatto della caccia in volo una vera arte. Si nutre di numerosi uccelli : piccioni, tortore, gabbiani, turdidi, che cattura gremendoli con i possenti artigli.
Scheda zoologica
Classe: Aves
Ordine: Falconiformes
Famiglia: Falconidae