Il lipote, delfino misterioso

Dato per estinto nel 2006, è ricomparso nel 2007 ma... la sua vita è in pericolo
Red. Online
02.04.2013 15:49

I cinesi li chiamano Baiji. Sono delfini di fiume, delfini d'acqua dolce come quelli che nuotano (nuotavano?) nel Mekong (vd suggeriti), hanno il naso particolarmente allungato e sono a rischio estinzione totale. A dire il vero la fine della loro specie - quella dei Lipotes vexillifer (lipoti in italiano) - era già stata annunciata e stigmatizzata nel 2006, ma poi, nel 2007, un gruppo di ricercatori ne avvistò alcuni risalendo il fiume Yangtze (dove vivono prevalentemente) e il dolore per la scomparsa si trasformò in allarme rosso. Adesso, a rilanciarlo, sono le stesse autorità cinesi dopo che studiosi e scienziati di ogni parte del mondo (è il caso di quelli del National History Museum, vd video) hanno detto che il declino della specie è irreversibile.

La conferma giunge da un rapporto del Ministero dell'agricoltura cinese, riferito dalla stampa locale, che rileva che, nel fiume Yangtze e nei due laghi vicini, sono rimasti solo 1.000 esemplari di questi animali. Secondo il rapporto, il numero di questi cetacei è diminuito del 13,73% rispetto allo scorso anno. Secondo gli esperti, continuando così, la specie potrebbe estinguersi nel giro di una decina di anni. I motivi, oggi come nel 2006 e copme accade per la fauna ittica del Mekong (vd suggeriti), sono ascrivibili ai medesimi problemi: l'inquinamento (che fa scarseggiare il cibo) e le attività dell'uomo, come ad esempio la costruzione di dighe. Per un ricercatore dell'Accademia cinese delle scienze, a mettere in pericolo la specie è anche il traffico intenso sul fiume Yangtze e la mancanza di cibo. I cetacei vengono infatti spesso confusi dal rumore delle eliche delle barche.

Secondo gli ambientalisti il governo dovrebbe fare maggiori sforzi per proteggere le specie in via di estinzione, prestando maggiore attenzione alle tematiche ambientali e predisponendo adeguati piani di recupero. Le autorità intanto, come riferisce l'Ats, hanno fatto sapere di aver progettato la costruzione di siti dove spostare gli animali e farli vivere in un ambiente più sano e adatto per loro. Inoltre è prevista per i prossimi tre-cinque anni la costruzione di un nuovo centro di riproduzione artificiale.

In questo articolo: