Il tonno rosso è in caduta libera

Il suo prezzo aumenta ed è sempre più difficile proteggere la sua progenie
Red. Online
16.01.2013 07:19

C'era una volta il tonno rosso (Thunnus thynnus): velocità massima 95 km/h; peso massimo 725 kg; lunghezza massima 3,7 metri e, per finire, prezzo massimo 6000 euro al chilo. C'era una volta - il tonno rosso - nel Pacifico. C'è ancora, ma rischia grosso, nell'Atlantico e nel Mediterraneo. I giapponesi sono, gastronomicamente parlando, i suoi principali estimatori. Basti pensare che consumano, annualmente, da soli, l'80% del pescato mondiale e - non vi sarà certo sfuggito - il 5 gennaio scorso a Tokyo, nella tradizionale asta d'inizio anno, per un tonno rosso di 222 chili sono stati pagati 1,3 milioni di euro (vd suggeriti). Cifre da capogiro che ben spiegano il business che attorno al tonno rosso gira e che rende sempre più difficoltosa la sua protezione.

Diciamo subito che, nel nostro piccolo, in Ticino, il tonno rosso che fa impazzire i giapponesi non è in commercio. In Italia - dove pure gli stock sono limitati - gli chef di cucina hanno però deciso di boicottare il tonno rosso (e non certo perchè non sia buono al palato, vd link), innescando l'immancabile polemica. Ma... cosa si muove dietro a questo povero pesce? Il nostro scrittore di mare, Claudio Di Manao, l'aveva spiegato per filo e per segno lo scorso 29 novembre (vd pdf). Raccontando del lavoro di Alex Finessi (l'autore del documentario in questa pagina, vd. video) nella Fattoria in edicola giovedì 17 Di Manao ci fornirà altri utili elementi per meglio capire la situazione. Non perdetevelo!