«Maneggiare» il gatto come i professionisti
Chi è proprietario di un gatto lo sa bene. È difficile non aver mai subito una «ribellione» da parte del proprio piccolo felino, anzi. Per molti graffi o peggio ancora morsi, sono all’ordine del giorno. Piccole o grandi ferite che, oltre a dolori e inestetismi sulla pelle, possono avere conseguenze anche gravi, perché fonte di infezioni. Tutti fastidi evitabili, secondo Michele Mazzi - veterinario di Locarno – che sarebbero frutto di errori di “manualità” da parte dei padroni: «Svolgo questa attività da vent’anni e penso sia un lavoro fantastico e appassionante!», sottolinea entusiasta dal suo studio (guarda il video allegato a questo articolo). Ecco allora una serie di piccoli trucchi per “manipolare” i gatti come un professionista.
«Anche l’esemplare più mansueto, quando non sta bene o ha dei dolori, può trasformarsi da gattino simpatico a tigre scatenata», spiega Mazzi mentre gioca con Simba, un socievole siberiano (quattro mesi) d’allevamento. Il primo punto a cui prestare attenzione sono i segnali che l’animale ci manda: «Oltre a soffiare o tirare zampate, le orecchie all’indietro e la coda che scodinzola velocemente sono tutti segnali di stress».
Se il gatto è rilassato e vogliamo prenderlo in braccio, evitiamo di sollevarlo di fronte a noi facendo leva sulle zampe anteriori: «Oltre a stressarlo, diventiamo preda facile per i suoi artigli, dato che in questa posizione sono a pochi centrimetri dalla nostra faccia... È meglio collocarci alle sue spalle, con una mano tra le due zampe anteriori e l’altra che solleva anche la parte posteriore dell’animale». Quando sentiamo i primi segni di ribellione, possiamo cambiare posizione. Per qualche minuto, avendo una nuova visuale, il nostro quattro zampe se ne starà più tranquillo.
È il turno di Gizmo, un gatto di 19 anni (un ultranovantenne, se paragonato a una persona): «Se volessimo somministrargli dei farmaci o controllare la salute della bocca, è meglio stare alle sue spalle e mai di fronte». Vista l’età occorre cautela nel sollevarlo. Meglio, inoltre, non tenerlo troppo a lungo in braccio dato che si esercita una certa pressione sui suoi organi vitali.
Penny, gatta adulta di cinque anni, è stata vittima di un incidente. «Di fronte a gatti molto spaventati o difficili da gestire, la cosiddetta presa al collo può esserci di grande aiuto». Spiega Mazzi, aggiungendo come sia quella usata dalla madre per spostare i cuccioli. «Istintivamente i micini sono molto tranquilli. Ma pure gli adulti, in genere, stanno molto più fermi e rilassati». Per eseguirla correttamente, è necessario afferrare una buona parte del collo, nell’area vicina alle orecchie.