Nel lago di Gesù non si pesca più

Il Mare di Galilea proibito, per due anni, ai pescatori
Red. Online
19.04.2010 11:29

Il Governo israeliano ha deciso domenica di vietare per due anni la pesca nel lago di Tiberiade - il lago in cui, secondo il Vangelo, Gesù fece fare agli Apostoli una straordinaria e abbondante pesca miracolosa - al fine di ricostituirne il patrimonio ittico che è ormai sul punto di esaurirsi. Il lago di Tiberiade - noto anche come Mare di Galilea (vd link) - lungo circa 22 chilometri (da nord a sud) e largo 13 e mezzo (da ovest a est), è il principale serbatoio di acqua dolce di Israele. Un eccesso di pesca e una insufficiente quantità di piogge da diversi anni hanno turbato seriamente l'equilibrio ecologico, anche con preoccupanti fenomeni di inquinamento.

«La decisione - ha detto il premier Benyamin Netanyahu - nasce dal desiderio di mantenere l'equilibrio ecologico, di preservare la qualità dell'acqua e di ripopolare il lago di pesci che stanno quasi finendo». Nei prossimi due anni, pertanto, la popolazione ittica sarà ricostituita sia con la crescita naturale, sia riversando nel lago pesci provenienti da altre località. Il provvedimento, oltre al lago, interessa anche il tratto nord del fiume Giordano, che nel lago si riversa prima di proseguire verso sud, e i suoi affluenti.

Si dice - e lo attesta anche il Vangelo - che nel lago di Tiberiade, ai tempi di Gesù e del miracolo della pesca miracolosa, vivessero 153 specie di pesci. Adesso ve ne sarebbero solo 23. Il pesce più noto del lago porta il nome di San Pietro che era e resta uno dei piatti più popolari nel ristoranti israeliani. Il governo si è impegnato a indennizzare i pescatori del lago per il danno economico che subiranno, ma per due anni il pesce di San Pietro, nei ristoranti sul lago non verrà servito più.